La band di Amsterdam che propone testi in lingua turca e sonorità rock-new-wave-anatoliche
di Laura Sestini
Gli Altın Gün sono una band molto variopinta, e già il fatto che abbiano la base in Olanda e si esprimano in lingua turca è una peculiarità non consueta.
Perché una scelta così controcorrente? Pensavano forse di rivolgersi ad un pubblico turco, che è comunque consistente in Europa, e in particolare in Germania e nei Paesi Bassi?
La loro scelta artistica – sorprendentemente anticonformista – è invece risultata vincente, anche se avrebbero potuto utilizzare l’inglese per i testi, e attirare, almeno nella comprensione delle tematiche, un pubblico molto più ampio.
Il gruppo di musicisti – un sestetto – è nato appena nel 2018, creato dagli olandesi Ben Rider, chitarrista e fondatore, e Jasper Verhulst, il bassista. In seguito si sono uniti Denzel Sprenkeling alla chitarra, Daniel Smienk alla batteria e Gino Groeneveld alle percussioni, musicisti di Amsterdam. Le voci invece appartengono alla ‘rossa’ Merve Dasdemir, e all’apporto di Erdinç Ecevit Yıldızkeyboards tastierista e suonatore di bağlama – il tradizionale strumento a corda utilizzato in Grecia, Turchia e altri paesi mediorientali.
Dopo l’uscita del secondo album – Gece – nel 2019, gli Altin Gün hanno intrapreso una tourneé negli Stati Uniti, che li ha consacrati a un pubblico più cosmopolita e per il quale sono stati nominati alla 62° edizione dei Grammy Awards per la categoria Best World Music Album.
Yol – il terzo album – è uscito nel 2020 ed è un po’ figlio della pandemia. Rinchiusi dai lockdown europei, hanno messo mano alla loro creatività e ne è uscito un lavoro vario e divertente, tantoché anche le radio italiane, incuriosite e meravigliate, hanno iniziato a passare i loro nuovi pezzi.
Abbigliati con look anni ’70 – o giù di lì – gli Altin Gün stavolta hanno giocato ancora di più con le sonorità di differenti periodi musicali e di più generi: dal folk al funky, dalla New wave anni ’80 ai ritmi anatolici e alla psichedelia, in una miscellanea che ha incontrato tutti i favori dei loro fans già acquisiti, confermandosi come un gruppo emergente alternativo e piacevole.
Certo, non comprendere i testi può risultare una mancanza alle orecchie degli ascoltatori, ma più che mai ciò conferma che la musica ha canali recettivi differenti dalla parola manifesta, molto più sofisticati ed universali.
Tra i brani dell’album abbiamo scelto per voi ‘Ordunun Dereleri’, che riprende la trama da un brano musicale popolare di Ordu, una città sulle coste turche del Mar Nero. Una storia d’amore iniziata bene e conclusasi malamente per le cattiverie e le invidie di terze persone.
Altri brani di ‘Yol’ si possono trovare facilmente online.
Se confermato, gli Altin Gün saranno in tour in Italia a dicembre prossimo, con date a Milano e Roma.
Questa la trama della originaria canzone popolare di Ordu:
‘Years ago, two young people lived in one of the remote villages of Ordu (a city by the Black Sea). The young man Mehmet, who has a good financial situation has fallen in love with the young girl (Hacer) whose financial situation is not as good as he is. The young girl was so beautiful, that it blew Mehmet’s mind.
By the way, Mehmet was very handsome too. The love of Hacer, with Mehmet resembled the great loves of the past.
On certain days of the week, they met at the bottom of the prune tree. They did not even notice the hours flowing from eye to eye, knee to knee. But there were those who could not get this beautiful togetherness, and evil eyes were confused. The other girls of the envious village have destroyed this sweet union with the various intrigues they have turned. They produced incredible rumors against the young girl and finally caused Mehmet to leave his beloved precious and the village.
Mehmet, who went abroad with such deep sadness, left behind a tearful girl, a troubled, bedridden mother who could not get up. The girl Hacer, who was in great pain and her heart was burned, went to the edge of the river flowing near her house every day, while hanging the snow-white clothes she washed on the fences, she used to moan the whole village with a folk song she did not miss.
After that day, days and months have passed like this. Neither Mehmet has returned nor Hacer has gone to his loved one and they have never been together again.’
Sabato, 15 maggio 2021 – n°16/2021
In copertina : Yol – terzo album del gruppo turco-olandese