venerdì, Novembre 22, 2024

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Arabia Saudita: dopo le esecuzioni di massa il principe ereditario giustifica le motivazioni

redazione di TheBlackCoffee

Dopo che la notizia della più grande esecuzione di massa nella storia dell’Arabia Saudita ha fatto il giro del mondo, MBS – il principe ereditario saudita – ha sentito di dover giustificare il perché di tale decisione.

L’Arabia Saudita ha giustiziato, infatti, 81 persone in un solo giorno, condannate – secondo fonti saudite – per crimini che vanno dall’omicidio all’appartenenza a gruppi militanti, terrorismo.

Già nel 2019 erano stati condannati 37 cittadini sauditi di minoranza sciita, in un’esecuzione di massa in tutto il regno. Allora, in un gesto che serviva da avvertimento ad altri, era stato inchiodato pubblicamente a un palo il corpo mozzato e la testa di un estremista appena decapitato. Tali crocifissioni dopo l’esecuzione, sebbene rare, talvolta possono verificarsi.

La pena di morte è “un chiaro insegnamento nel Corano” – si è pronunciato il giovane reggente, poiché un versetto del Corano riporta: “L’unica ricompensa per coloro che fanno guerra ad Allah e al suo messaggero e lottano per seminare corruzione sulla terra saranno uccisi o crocifissi, o saranno tagliati loro mani e piedi su lati opposti, o banditi dalla terra. Tale sarà il loro degrado in questo mondo, e nell’aldilà, il loro sarà un terribile destino”. (5:33)

Mohammed Bin Salman ha sottolineato che molti altri avrebbero subito la stessa sorte, ma si sono ‘salvati’ per aver risarcito il danno alle famiglie in lutto, tramite denaro, basandosi sulla legge islamica. Il manuale giuridico Shafi’i Sharia ‘Umdat al-Salik, infatti, riporta anche specifici dettagli: “L’indennità per la morte o il ferimento di una donna è metà dell’indennità pagata per un uomo. L’indennità pagata per un ebreo o cristiano è un terzo dell’indennità pagata per un musulmano. L’indennità pagata per uno zoroastriano è un quindicesimo di quella di un musulmano”.

Sabato, 19 marzo 2021 – n° 12/2021

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