mercoledì, Dicembre 25, 2024

Teatro & Spettacolo

Artemisia, Caterina, Ipazia…. e le altre

Le lotte femminili hanno radici lontane

di Laura Sestini

Le donne hanno sempre dovuto lottare per conquistarsi uno spazio personale, oggi come ieri, e nei secoli addietro; per essere credibili, e soprattutto credute, apprezzate per le loro doti intellettuali, per non dipendere dalla parte maschile della società, per non essere considerate inferiori come esseri umani.

One-woman-show, sul palco del Teatro Fonderia Leopalda di Follonica, più che interpretare dei personaggi, Laura Curino pare voler intessere un profondo dialogo subliminale con il numeroso pubblico presente, rappresentando alcune grandi donne – irrise e perseguitate – della storia dell’umanità.

Laura Curino, è autrice e attrice torinese, tra i maggiori interpreti del teatro di narrazione italiani, che alterna nel suo repertorio testi di nuova drammaturgia e testi classici.

Artemisia Gentileschi, pittrice a cavallo tra il XVI e XVII secolo, ha una parte importante entro la performance, poiché tra i veli che compongono la scenografia, vengono proiettate anche le sue importanti ed apprezzate opere pittoriche, gigantografie che trasmettono la forte personalità creativa e storica dell’artista di origini romane.

Gli aneddoti di vita di queste donne che hanno lasciato un segno nella storia del mondo si intrecciano e rimandano ad un tipo di società profondamente patriarcale, a tutte le epoche, pseudo-schiavista del mondo femminile, dove molte pratiche erano vietate o particolarmente ostacolate. Tante espressioni del sé non erano permesse alle donne, “non si addicevano”, per morale, per religione, per convinzione di “inferiorità mentale” del genere femminile, per potere. A molti secoli di distanza, ritroviamo ancora questi presupposti.

Tra le figure femminili riportate nella drammaturgia, Ipazia viveva nel IV secolo dopo Cristo ad Alessandria d’Egitto, ed era matematica e astronoma, esperta di filosofia platonica, divenuta tale in virtù dell’apertura mentale del padre Teone, anche lui scienziato, geometra e filosofo, che la spingeva a guardare le stelle utilizzando l’astrolabio da lui stesso inventato. Da studiosa – una vera rarità per l’epoca – ella era riuscita a dirigere la scuola di scienze della città egiziana, ma nulla la protesse dalla morte per linciaggio di fanatici cristiani, probabilmente dei monaci.

Nonostante le difficili esperienze di vita delle eroine portate in scena, lo spettacolo è molto colorato e brioso per merito delle proiezioni video che propongono dettagli dei dipinti di Artemisia, ma anche altri artisti, tra cui Raffaello Sanzio, con La Scuola di Atene, opera che prende vita sul palco attraverso la vanità maschile e l’abbigliamento attribuito dal maestro urbinate ai saggi dell’epoca, a cui si aggiunge prorompente l’ironia e l’esibizione di Laura Curino.

Una scena dello spettacolo
Foto: Guglielmo Verrienti Agenzia Cubo

L’attrice non si ferma un attimo, è molto brava a narrare il lungo testo drammaturgico, ed anche quando scambia il nome di una delle figure, aggiunge una battuta ironizzando su se stessa.

Caterina d’Alessandria, la cui storia è senz’altro meno nota rispetto alle altre, nasce nel III secolo, sempre ad Alessandria d’Egitto, allora polo culturale del mondo greco-romano-mediterraneo. Giovanetta di grande bellezza e di vasta cultura era sposa ambita da molti uomini importanti, tra cui l’imperatore romano d’Oriente Massimino Daia che, dopo l’ennesimo rifiuto, la fece condannare a morte attraverso la ruota della tortura. La leggenda racconta che il cielo si rabbuiò ed un fulmine ruppe la ruota in due, quindi l’imperatore decise per la decapitazione, ma dalle sue vene uscì latte, simbolo di purezza. Santa Caterina d’Alessandria e Santa Giovanna d’Arco, vissuta nel 1400, sono due donne martirizzate a causa della loro profonda fede cristiana.

La performance scorre veloce e regala perle di satira, Laura Curino è una attrice di grande carattere.

Lo spettacolo fa parte della rassegna Giorni Felici, dedicata a Eugenio Allegri, attore scomparso nel 2022, ed è stato donato da una rete toscana di volontariato – coordinata da Cesvot – che durante la pandemia ha maturato la necessità della fruizione della cultura, per tutti, gratuitamente. La prima rassegna è del 2021, un sodalizio tra il volontariato e la “cultura malata”. Il volontariato ha sostenuto la cultura, questa ha inserito i contenuti. I contributi raccolti dai volontari sono stati distribuiti ai Comuni e alle Associazioni per generare e distribuire cultura, con una determinazione anche migliore delle istituzioni nazionali preposte.

Lo spettacolo è un messaggio alle donne di ogni età, per non rinunciare alla libertà di inseguire i propri sogni – per essere fedeli al proprio talento e personalità – incitato a tratti dall’energico brano Let’s dance di David Bowie.

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Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Fonderia Leopolda di Follonica (GR), in ambito della rassegna “Giorni felici”, il 31 agosto 2023 alle ore 21.30

Artemisia, Caterina, Ipazia…e le altre

drammaturgia e interpretazione di Laura Curino
ideazione e regia Consuelo Barilari
testo dal Laboratorio di scrittura collettiva Raggi X condotto da Patrizia Monaco
drammaturgia Laura Curino
impianto scenico Federico Valente
videografica Sara Monteverde
proiezioni Gianluca De Pasquale
costumi Francesca Parodi
progetto luci Fabio Parodi
produzione Schegge di Mediterraneo Festival dell’Eccellenza al femminile

Sabato, 9 settembre 2023 – n°36/2023

In copertina: Laura Curino in scena – Foto: Guglielmo Verrienti Agenzia Cubo

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