domenica, Dicembre 22, 2024

Lifestyle, Società

Benaltrismo e altre malattie

Un virus letale stermina la cultura sociale

di Giorgio Scroffernecher

Arriva la mamma e redarguisce il bimbo che ha rubato la marmellata. Di tutta risposta il bimbo respinge l’accusa non negando la malefatta, ma dicendo «però mio fratello non ha fatto i compiti!»
Ecco, il benaltrismo è tutto qui: ci si sottrae alle proprie responsabilità spostando l’attenzione e la riprovazione, su qualcun altro o su un altro tema a proprio giudizio meritevole di maggiori attenzioni.
Questioni infantili? Assolutamente sì, ma divenute di contagio universale. Una pandemia mondiale.

Si dice che il termine benaltrismo l’ha coniato qualche decennio fa il giornalista sportivo Gianni Mura, per spiegare le perversioni del mondo calcistico italiano. Ricerche più sofisticate, invece, ci portano all’espressione inglese ”whataboutism” che trarrebbe origine dal latino “tu quoque”, una fallacia logica, un errore di ragionamento, in cui si giustificano le proprie azioni menzionando azioni analoghe compiute da altri.

Quello che è certo è che assistiamo ogni giorno alla sua metodica applicazione in ogni discussione al Bar Sport, in ogni confronto politico anche ai massimi livelli, in ogni talk show e in un vasto campionario comportamentale diffuso in tutti i ceti sociali. Ed è un vero disastro. Sì perché il ricorso al benaltrismo elimina le responsabilità, svuota ogni ragione dialettica, scredita qualsiasi proposta di soluzione a problemi anche urgenti (la guerra per esempio). Ogni scambio verbale si annulla senza esito, ogni proposta perde le sue potenzialità di progresso. Tutto resta fermo, sempre uguale, instancabilmente conflittuale sulle ragioni del nulla.

Facciamo qualche esempio, talvolta non privo di godibile umorismo, tratto dalla cronaca e attualità.
Su Il Venerdì di Repubblica il giornalista Nicola Baroni svolge un’inchiesta sugli orsi in Trentino che sono cosa bellissima, a volte molto problematica. A conclusione dell’articolo domanda all’ottimo Andrea Mustoni, zoologo che ha reintrodotto l’orso in quelle valli: «Lei ha più paura degli orsi o dei cinghiali quando va in montagna?» risposta «Personalmente ho più paura di alcuni parassiti, come le zecche, che sulle Alpi stanno aumentando a causa dei cambiamenti climatici».

I veri campioni del mondo del benaltrismo italiano sono i politici 5Stelle e Lega.
Di seguito la conversazione di qualche tempo fa tra un giornalista del Corriere della Sera e Carlo Sibilia, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’interno nei governi Conte I, Conte II e Draghi, noto per le sue ‘particolari’ posizioni su molti argomenti.

Intervistatore: «Lei ha scritto che lo sbarco sulla Luna non c’è mai stato»

Sibilia: «È controverso quell’episodio»

Intervistatore: «In che senso?»

Sibilia: «Sono tanti gli episodi controversi. Al Monte dei Paschi di Siena, ad esempio, sono spariti 100 miliardi, c’è un morto di mezzo e non si trova un responsabile»

Intervistatore: «Ma cosa c’entra con la Luna?»

Sibilia: «Come dice Gianna Nannini: sei nato nel Paese delle mezze verità».

Prendi Salvini e chiedigli conto del Ddl Zan, piuttosto che dello Ius soli, diritti umani o caso Cucchi, e vedrai la sua manona destra alzarsi verso il cielo dispiegando un dito alla volta per accompagnare l’enumerazione di cose da fare invece, queste sì meritevoli di priorità e attenzione. E la domanda originale resta inevasa e screditata.

Il benaltrismo è malattia che spesso si associa efficacemente con le fake news. Ricordate la sintonia giallo verde all’epoca del Conte I, con la campagna Bibbiano? Non c’era interlocuzione politica con l’opposizione PD che non finisse con la domanda «E allora Bibbiano?» evocando i crimini del povero sindaco che nulla c’entrava con la nota triste vicenda, come poi dimostrato in Giudizio.

Lucia Borgonzoni (Lega) indossa nell’aula del Senato la maglietta con la scritta Parliamo di Bibbiano – 10 settembre 2019
Foto: Senato della Repubblica

Anche nei rapporti personali il benaltrismo nuoce alla salute dell’amicizia. Cercare consolazione presso un affetto per un dolore – fisico o morale – e ricevere di ritorno una risposta tipo «Figurati, io sono a pezzi più di te…» è una frustrazione che strazia. Infatti, sempre il benaltrismo è una mancanza assoluta di ascolto e inclusione delle altrui istanze.

Triste vedere la grande diffusione di benaltrismo nelle discussioni sulla attuale guerra in Europa.
Su questo offro la terapia di pensiero della figlia di un grande medico, Gino Strada:
«Il mio punto è questo: non c’è alcun bisogno di dipingere Zelensky come Martin Luther King, o di negare l’esistenza di neonazisti nel Paese (ricordiamoci che ce li abbiamo anche noi, eh), o di negare le contraddizioni o i problemi di un Paese per stare, come dobbiamo giustamente stare, dalla parte delle vittime. I leader ucraini potrebbero essere anche leader mediocri, potrebbero esserci anche trecentocinquantamila battaglioni Azov, potrebbero essere stati commessi crimini negli ultimi anni in Donbass, potrebbe essere tutto: e non cambierebbe di una virgola il fatto che la Russia è l’aggressore, l’Ucraina l’aggredito, uno il carnefice, l’altro la vittima, e bisogna difendere le vittime».
Cecilia Strada

Sabato, 30 aprile 2022 – n° 18/2022

In copertina: Immagine di Mystic Art Design/Pixabay

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