venerdì, Novembre 22, 2024

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Boris Johnson resta al suo posto

Le elezioni locali in Gran Bretagna bocciano i conservatori

di Elio Sgandurra

Le elezioni locali britanniche svoltesi il 5 maggio, hanno avuto scarsa risonanza tra i media italiani e internazionali a causa del maggior spazio dato alla guerra in Ucraina e al suo contorno politico-diplomatico.

In Gran Bretagna invece hanno avuto grande risonanza per i sorprendenti risultati che hanno mutato le tradizionali scelte degli elettori. Il partito dei conservatori è crollato a vantaggio di un sensibile aumento dei laburisti: i primi hanno subito sconfitte a Londra, in Scozia, in Galles e in altre località. Nella City della capitale, che è sempre stata una fortezza elettorale dei Tory, hanno vinto i Whigs, i laburisti, votati dalla classe media.

Le cause di questa svolta sono da attribuire prima di tutto alla crisi economica in parte provocata dalla Brexit, al caos dei trasporti delle merci provenienti dal continente e alla conseguente carenza di beni necessari che si nota dagli scaffali semivuoti dei supermercati.

A questo si aggiungono altri fattori tra i quali il calo del favore di molti elettori verso il Premier Boris Johnson a causa dello scandalo delle feste organizzate durante il lockdown, oltre alla sua “aggressiva” partecipazione in favore della difesa dell’Ucraina.

Ma nonostante i risultati del voto, il Primo ministro resta ancora in piedi: il suo partito lo sostiene non avendo alternative nella scelta di un altro candidato alla premiership in previsione delle elezioni suppletive del prossimo giugno e quelle generali del 2024. Inoltre molti elettori conservatori hanno preferito astenersi dal voto e altri, piuttosto che votare per i laburisti, hanno scelto i liberali e i verdi.

Pertanto i Whig pur avendo ottenuto un buon successo, non possono contare su una vittoria determinante. Il loro leader, Keir Starmer, considerato un personaggio serio e onesto, non possiede però quel carisma necessario per attirare più voti e portare il partito verso un sicuro sorpasso.

I laburisti non sono riusciti a offrire una valida alternativa alla programmazione economica – peraltro molto criticata dall’opinione pubblica – presentata dal ministro delle Finanze in carica Rishi Sunak. Si sono limitati a disapprovare le politiche del governo e i comportamenti scorretti di Johnson, senza offrire un piano concreto sul futuro sviluppo del Paese.

È una condotta simile a quella dei partiti socialisti o di centro sinistra delle altre nazioni europee che, come accade in Italia e in Francia, non riescono più a dialogare con l’elettorato delle periferie e con la classe proletaria. Lo dimostra la frammentazione del voto in Gran Bretagna tra le grandi città e le campagne dove nelle prime le classi medie – che già al referendum avevano votato contro la Brexit – hanno adesso scelto in maggioranza i laburisti. Altrove si continua a essere favorevoli alla Brexit, ma vengono criticate la politica governativa e la condotta del Premier, senza però fare una scelta drastica verso il cambiamento.

Sabato, 21 maggio 2022 – n° 21/2022

In copertina: un seggio elettorale a Cambridge – Foto: Andrew Dunn – CC BY-SA 2.

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