domenica, Dicembre 22, 2024

Cultura, Teatro & Spettacolo

Butade

Gli Omini tornano alle radici del teatro e di loro stessi

di Simona Maria Frigerio

La piazzetta si riempie lentamente ma la fiumana di gente sembra inarrestabile. Se qualcuno pensa che il teatro sia morto o da fruire su piattaforme, online o in tv, basta venire qui a Buti, piccolo borgo a qualche chilometro da Pontedera, nella Pisana, in un qualunque lunedì sera, come questo 13 luglio, per accorgersi di quanto siano distanti la politica e i comitati tecnico-scientifici dal Paese reale. Giovani e anziani scorrono di fronte ai nostri occhi per 40 minuti e oltre (lo spettacolo inizierà con evidente ritardo), finché tutte le sedie sono occupate, comprese quelle del giardinetto a fianco. Tutti felici di rivedersi, ritrovarsi, sorridersi, raccontarsi e, ovviamente, specchiarsi in ciò che andrà in scena. Perché sul palco, come nelle commedie di Aristofane, ove si intravedevano vizi e virtù di Atene – dei suoi concittadini come dei suoi governanti – gli Omini metteranno in scena i butesi – che vi si riconoscono per l’intera durata della messinscena, anticipando addirittura i personaggi dei quali afferrano l’essenza in un passo strascicato, un tic, una posa, ancor prima che Zacchini o Rotelli aprano bocca. 

Le capacità mimetiche dei due attori, unite al lavoro di registrazione e sbobinamento di giornate di interviste – fatto con pazienza certosina da Giulia Zacchini – restituiscono un micro-universo che va aldilà della macchietta (a differenza di alcuni lavori del passato) e recupera un senso di umanità autentico, mixato con i giusti ritmi, comico e surreale, per restituire quel dolce-amaro che avevamo assaporato, ad esempio, nel primo capitolo del Progetto T. Nessuna sbavatura, solo tanta leggerezza e un tocco di nostalgia con alcuni personaggi che resteranno nelle nostre menti a lungo – come i vecchi e i bambini, colti nell’attimo fuggente di ciò che sarebbe potuto essere e di ciò che forse sarà. Musiche azzeccate, un ricordo per Morricone e un altro per i colleghi che sono tuttora senza lavoro. 

Un felice, fecondo ritorno all’umanità, ancora più plaudibile nell’attuale congiuntura storico-politica che pretenderebbe di azzerare la nostra socialità (laddove si dovrebbe parlare di distanza interpersonale minima e non di distanziazione sociale) in favore di una sicurezza che è, ancora una volta e sempre, falsa – perché vorrebbe essere risposta univoca e totalizzante alla paura, del diverso, del migrante, del malato, del positivo (solo qualche anno fa era il siero-positivo), dell’altro da sé. 

Ma Buti non ci sta. La piazzetta, compostamente ma gioiosamente, si riempie e sul palco si specchia come fecero le donne ateniesi nella Lisistrata. Nessuna guerra o pestilenza potrà mai spegnere la fiaccola del teatro, perché è quella che illumina da oltre 2 mila anni la nostra civiltà. 

Lo spettacolo è andato in scena:
piazza Divisione Acqui 

Buti (PI) 
lunedì 13 luglio, ore 21.45

Gli Omini presentano:
Butade
con Francesco Rotelli e Luca Zacchini 
voce off Giulia Zacchini
nuova produzione Associazione Teatro Buti

In copertina: Buti torna a teatro e a socializzare sotto le stelle. Foto di Simona Maria Frigerio.

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