Come le destre europee ostacolano le pratiche di solidarietà e il bene comune
di Nancy Drew
Si chiude dopo cinque anni di indagini e due di processo preliminare la maxi montatura giudiziaria contro il salvataggio di persone (straniere) in mare, con sentenza di non luogo a procedere per i 10 imputati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – ovvero il procedimento penale nei confronti degli equipaggi delle Ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere – poiché il fatto non sussiste.
“Dopo due anni di udienze preliminari, verrà raggiunta una decisione nel caso giudiziario più grande, costoso e complesso contro i membri del Civil Sea Rescue” – commenta Iuventa Crew.
La nave Iuventa, sequestrata nel 2017 e lasciata a marcire nel porto di Trapani, è testimonianza inerme di quella politica becera che da anni affligge il nostro Paese, che non osserva le leggi internazionali del mare, e quindi dei salvataggi delle persone sui gommoni e barconi alla deriva, mettendosi di traverso attraverso l’abuso del potere politico, ed economico, con la speranza, forse, di incrociare qualche giudice che possa adottare le stesse tattiche antidemocratiche, sprecando tempo e soldi, intasando gli Uffici pubblici con le proprie ideologie misantrope.
Un tipo di politica, non solo italiana, amplificata dalla Comunità Europea – le cui pratiche quotidiane spesso non coincidono con i principi fissati sulle relative Costituzioni; una politica fatta di silenzi, mezze verità, distorsioni narrative, maschere, finzioni, arroganza (sul caso Cutro si andrà avanti anni prima di avere uno straccio di verità sulle responsabilità del naufragio), che non persegue il bene comune di cui tutti, migranti, autoctoni, la società intera potrebbe benecifiare.
Tentativi politici di criminalizzazione – tutti coloro presi di mira vengono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – imputazioni che poi si vanificano nelle aule dei Tribunali, fortunatamente, perché i fatti non sussistono, come è accaduto anche per il processo a Domenico Lucano che, dopo un pressante “infangamento” della persona, alla fine, è stato assolto. Ci sono voluti anni anche per l’ex-sindaco di Riace, prima che la verità si facesse strada, nel frattempo, era stato devastato, sempre per la stessa volontà politica, anche il progetto di accoglienza del Villaggio Globale, che aveva ridato vita al paesino semi-abbandonato della Calabria, dove il processo di socializzazione delle persone fuggite da contesti di guerra e povertà funzionava. Sì, funzionava.
Una delle fissazioni di questo tipo di politica nazionalista e razzista, palesemente evidente, sono le persone migranti, che vengono lasciano morire in mare per propaganda, ma poi a centinaia di migliaia si fanno entrare senza troppo clamore dalla porta di servizio, perché l’agricoltura italiana senza il loro lavoro di braccianti, spesso in clandestinità, non andrebbe avanti; perché senza le famiglie straniere la natalità in Italia rimane un miraggio; perché centinaia di migliaia di lavoratori extracomunitari che pagano regolarmente le tasse fanno comodo all’Erario, che in un futuro prossimo, se non si adotteranno politiche serie e mirate, finirà in bancarotta.
Tre milioni di Euro sono stati spesi per le indagini del processo Iuventa; tre milioni di soldi pubblici sprecati per un’ideologia politica, i cui conti “etici” non tornano mai. E’ noto che per favoreggiamento all’immigrazione clandestina andrebbero – piuttosto che i minori spacciati per scafisti – additati i libici, le tante milizie libiche operative nel contesto dei flussi migratori. Soggetti come il Comandante Bija, da un lato vengono addestrati dalla Guardia Finanza per diventare operatori della Guardia Costiera libica, finanziati e forniti di mezzi dai vari governi italiani che si succedono, mentre altri soggetti degli stessi clan gestiscono i lager dove sono detenute le persone migranti, che vengono poi spinte nel Mediterraneo appena saldato il “biglietto” per l’Europa. Organizzazioni a delinquere con cui l’Europa è collusa, al solo scopo di esternalizzare le proprie frontiere.
“Il caso IUVENTA ha segnato l’inizio di una campagna diffamatoria pubblica contro il salvataggio civile in mare, volta a legittimare la repressione degli sforzi di salvataggio – pubblica Iuventa-Crew. Queste misure repressive continuano ancora oggi, concentrandosi ora sull’ostruzione amministrativa come nel caso del Decreto Piantedosi, confermando la persistenza dello Stato italiano nell’embargo sul salvataggio marittimo e la sua responsabilità nell’omicidio di migliaia di persone.”
Il processo si è finalmente concluso scagionando tutti gli imputati, ma non avrebbe mai dovuto essere avviato.
Nell’enfasi delle accuse contro gli equipaggi di salvataggio, nell’aprile del 2017 il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio definì per la prima volta le Ong “taxi del Mediterraneo“, organizzazioni che favorivano le stesse migrazioni. Alla luce della sentenza appena pronunciata dal Tribunale di Trapani, Di Maio dovrebbe includere le sue scuse per le sprezzanti e calunnianti parole indirizzate alle Ong. Ma la lista dei politici ch dovrebbero delle scuse sarebbe ben più lunga.
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Sabato, 20 aprile 2024 – Anno IV – n° 16/2024
In copertina: la nave Iuventa al porto di Trapani – Foto: M. Salvatore