Migranti e virus
di Simona Maria Frigerio
Nonostante le difficoltà economiche degli scorsi anni, nonostante la pandemia, nonostante tutto, Collinarea – il piccolo Festival teatrale che si svolge da oltre vent’anni a Lari (in provincia di Pisa) – resiste, giovandosi altresì della posizione panoramica e dei tersi cieli stellati che stanno connotando questo finale di luglio, per proporre spettacoli all’aperto che si godono anche per gli scenari naturali che circondano borgo e castello arroccati su una dolce collina toscana.
In questo quadro decisamente bucolico e piacevole, la prima performance della serata, All’angolo, è firmata da Civilleri / Lo Sicco che, l’anno scorso sempre a Lari, avevamo applaudito per Bianca – ove il confronto si giocava ottimamente sul non verbale, mentre qui è eccessivamente verbale e, a tratti, perfino verboso, con alcuni cliché, quali: «Io non credo in Dio», ma «È lui che crede in te».
La metafora della vita come un ring dove si mette, o si è messi ko funziona fino a un certo punto. Forse perché la boxe, al contrario, non solamente è stata palestra di vita per generazioni di giovani in quartieri disagiati, ma altresì perché film come Million dollar baby ne hanno valorizzato aspetti, come l’autodisciplina, spesso trascurati rispetto a visioni prettamente machiste o violente. E sebbene il finale, quel gorgo nel quale affoghiamo tutti: il Mare Nostrum del migrante, la bottiglia dell’alcolizzato, ma anche e soprattutto la paura – dell’altro da sé, del diverso, del fallimento, della solitudine, del disprezzo altrui, della povertà – risulti pregnante, nel complesso il lavoro appare, in parte, improntato a una retorica buonista un po’ infeltrita e, in parte, ingessato in una dicotomia che vede un Occidente violento e prevaricatore versus un Islam di credenti puri e angelici che, però, vogliono imparare dal primo. Qualcosa non funziona nel ragionamento in parte manicheo, così come nella recitazione (soprattutto di Filippo Farina) troppo enfatica e caricata.
Le parti più interessanti quelle non verbali, gli scontri anche fisici, la gestualità, il tableau vivant del finale.
A seguire il monologo Zona Franca, comicità clownesca con tentativi di virare verso il teatro dell’assurdo à la Beckett. Qui, al centro della follia solitaria di Franca ci sono altre paure: soprattutto la pandemia irrompe prepotentemente – esorcizzata, però, da lampi di coraggiosa umanità. Purtroppo la recitazione macchiettistica (tipica della comicità da strada o televisiva) non giova e, al contrario, è parco l’uso di musica e canto dal vivo – tecniche che Federica Mafucci padroneggia bene. Finale a suo modo geniale.
Il Festival prosegue fino a sabato 1° agosto.
Gli spettacoli sono andati in scena a Collinarea 2020:
Lari, varie location
lunedì 27 luglio, ore 21.00
Cortile del Comune
Civilleri / Lo Sicco presentano:
All’angolo
ideazione e regia di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
liberamente tratto dal romanzo Così in terra di Davide Enia
con Chadli Aloui e Filippo Farina
allestimento scenico Civilleri Lo Sicco
produzione A C Civilleri Lo Sicco in collaborazione con Teatro Ditirammu e Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo
ore 22.15
piazza Matteotti
Teatro C’Art presenta:
Zona Franca
di e con Federica Mafucci
regia André Casaca
In copertina: Collinarea 2020, una scena di Zona Franca. Foto di ©Andrea Casini (tutti i diritti riservati).