martedì, Dicembre 24, 2024

Teatro & Spettacolo

Concrete Utopia

Il cinema sudcoreano sugli schermi del Florence Korea Film Fest

di Laura Sestini

Campione di incassi in patria, nel 2023, e proiettato in prima nazionale italiana, Concrete Utopia, un thriller diretto dal regista Um Tae-hwa, è stato il film di apertura per la 22° edizione del Florence Korea Film Fest, una rassegna cinematografica conosciuta e seguita anche in Europa, che permette la reciproca conoscenza tra Sud Corea e Toscana, nonché sostenuta da 140 anni di relazioni diplomatiche con l’Italia.

Attraverso l’opera cinematografica, lo spettatore viene trasferito direttamente in Estremo oriente, catapultato dentro gli aspetti di una differente organizzazione sociale, le sue filosofie e ideologie, tradizioni e superstizioni, la sonorità della lingua originale in cui vengono proiettati i film.

Il regista Um Tae-hwa, classe 1980, presente alla inaugurazione del Festival, colloquia con il pubblico e confessa di essere emozionato per la sua prima volta in visita a Firenze, città che apprezza molto, enfatizzandone le storiche architetture.

Del suo paese, e in particolare della capitale Seul, egli racconta che il 60% dei cittadini vive in condomini giganteschi, quasi dei grattaceli, e che in Corea del Sud c’è una specie di mania del distruggere e ricostruire. La Corea del Sud, in effettti, è un quarto del territorio italiano, ma ha 51 milioni di abitanti: ciò avvalorerebbe quanto detto dal regista, e anche probabile causa perché si costruiscano i quartieri popolari verso l’alto – forse distruggendo qualcosa di più tradizionale, identitario – tutti identici l’uno all’altro, mostrati in una veduta aerea proprio all’inizio del film e su cui gli occidentali, abituati alle antichità, potrebbero rimanere esterefatti, non propriamente in maniera positiva. L’autore si chiede, infatti, in una domanda rivolta anche al pubblico, cosa significhi “abitazione” per i coreani, che, probabilmente, sono obbligati a trasferirsi più facilmente di quanto facciano altri popoli, in virtù dei futuristici piani urbanistici governativi. E’ d’obbligo ricordare che la Corea del Sud è tra i paesi al mondo più avanzati tecnologicamente, e punta molto anche alla trasmissione della propria cultura, per cui la cinematografia risulta un medium ad ampio raggio, non solo drammaturgico, ma anche geografico, un linguaggio globale.

Una scena del film
Foto:courtesy Florence Korea Film Fest 2024

Selezionato nella categoria Miglior film internazionale per la 96ª edizione degli Academy Awards, Concrete Utopia, si ispira alla seconda parte del webtoon “Pleasant Outcast” di Kim Soongnyung. Ambientato a Seul, città distrutta da un devastante terremoto, il film narra dei superstiti che lottano per la propria sopravvivenza.

Sul palco del Teatro della Compagnia, il regista sottolinea che il suo obiettivo erano le storie dei singoli esseri umani (il film è uscito nel 2023), in cui ogni spettatore avrebbe potuto riconoscersi, ma durante lo svolgersi della trama, anche dissociarsene. Come dire, per salvarsi la pelle si potrebbe anche non più controllare aspetti della propria personalità che in tempi di pace e benessere non hanno necessità di essere attivati, e potenzialmente trasformarsi in un altro sé.

Locandina originale di Concrete Utopia di Um Tae-hwa

Nell’unico megacondominio rimasto in piedi dal catastrofico evento naturale, i proprietari rimangono aggrappati ai loro averi; i sopravvissuti esterni a quell’edificio diventano improvvisamente nemici, gli esseri umani divisi in due nette categorie: Noi e Loro, una rappresentazione dell’altro equivalente per entrambe le fazioni.

Cibo e acqua scarseggiano, i condomini cercano una soluzione e si organizzano in squadre, in comunità gerarchicamente strutturata, votata democraticamente ma dalle linee serrate, come un esercito. E come in ambito militare, in caso di necessità non si elude la violenza.

Il film è altamente emozionale, talvolta disturbante per sopruso morale ed anche fisico, per il ribaltamento dell’etica umana. Rarefatte le scenografie, un mondo di lutto e distruzione su cui spiccano tonalità grigie, colori freddi e musiche drammaticamente potenti. L’atmosfera surreale e silenziosa, di ritmo contenuto, eppure dinamica.

Un cast prettamente maschile, focalizzato sulle interpretazioni più importanti degli attori Lee Byung-hun e Park Seo-joon, ma i personaggi chiave, risolutivi, che faranno cadere le maschere, saranno due figure femminili, l’attrice Park Bo-young e la giovanissima Park Ji-hu.

In un contesto di emergenza fisica e psicologica gli esseri umani riemergono dallo shock con i loro difetti, segreti/tabù e psicosi moltiplicati. Che futuro ci attende? Tuttavia, nonostante la dimostrazione delle bestialità umana, si scorgono anche la delicatezza nei modi e la riservatezza tipica dei popoli dell’Estremo Oriente. Forse non tutto è perduto.

In tempi di conflitto come quelli attuali, sul film è facile fare un accostamento e immaginare, nelle pieghe della sua architettura, anche una guerra nucleare, tanto potrebbe essere potente la natura nelle sue manifestazioni, seppur in epoca antropocenica, gli uomini, illudendosi, pensano di poterla addomesticare.

Un futuro spaventoso potrebbe affacciarsi alle porte della cosiddetta civiltà. E’ davvero così che vogliamo vivere?

Um Tae-hwa sembra mirare ad un esperimento sociale, ed anzi esprime pubblicamente il desiderio che gli spettatori si pongano delle domande sul messaggio del suo lavoro drammaturgico: un obiettivo che sentiamo di considerare interamente centrato.

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La manifestazione è ideata e diretta da Riccardo Gelli dell’associazione Taegukgi e organizzata con il contributo di Fondazione Sistema Toscana, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, KOFIC – Korean Film Council e Ambasciata della Repubblica della Corea e Istituito culturale della Corea. Anche quest’anno il festival vede il supporto del Consorzio Vino Chianti Classico; dell’azienda Arrighi – per i vini bianchi – con sede all’Isola d’Elba  all’interno del Parco dell’Arcipelago Toscano; del Grand Hotel Baglioni – Carattere Toscano Hotels & Resorts e Helvetia & Bristol Firenze – Starhotels Collezione. Il festival si inserisce nell’anniversario dei 140 anni delle relazioni tra Italia e Corea del Sud.

Sponsor: Asiana Airlines, Nongshim, Hite Jinro, PAC Prodotti Alimentari Coreani, Conad, Consorzio Vino Chianti Classico, Arrighi Viticoltori all’isola d’Elba, Helvetia & Bristol Firenze – Starhotels Collezione, Hotel Bernini Place, Grand Hotel Baglioni – Carattere Toscano Hotels & Resorts, Antica Torre di Via Tornabuoni 1, Grand Hotel Mediterraneo, Hotel Santa Maria Novella, Hotel Indigo, The Mall, Marvis, Hyundai-Brandini, Hallasan, Bondi, Hotel Indigo, Ristorante Nuti, Ristorante Coreano Gangnam, Trattoria Dall’Oste, Ristorante Boccanegra, Ristorante Paoli, Ristorante Acqua al 2, Publiacqua.

In collaborazione con: Mymovies, Arci, Nemo Academy, Orchestra da Camera Fiorentina, Istituto alberghiero Aurelio Saffi, Chungkang Università.

Media Partner: AsianFeast.org, Asianworld, Firenze Spettacolo, Comunità  coreana in Italia, K-Tiger, Movieplayer, Mugunghwa Dream, Novaradio, Radio Toscana, TaxiDrivers.

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Sabato, 30 marzo 2024 – Anno IV – n°13/2024

In copertina: una scena del film – Foto courtesy Florence Korea Film Fest 2024

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