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Italia, Politica

Contro la caccia riparte la raccolta firme

Dopo il 1990 si ritenta con il referendum popolare

di Nancy Drew

Dal 1° luglio 2021 è ufficialmente aperta la raccolta firme per i due referendum popolari per l’abolizione della pratica della caccia sul territorio italiano, attività ritenuta non più legittimata dalla necessità di procurarsi cibo per la sopravvivenza.

Due le organizzazioni che promuovono la raccolta firme per rendere valida l’attivazione del voto popolare, ovvero il Comitato Sì Aboliamo la Caccia che lancia la campagna con questo appello: “La caccia è un’attività violenta, cruenta, sanguinaria  e provoca ingenti danni ambientali per i milioni di pallini di piombo e cartucce che vengono abbandonate sul terreno dai cacciatori ed inquinano campagne e falde acquifere; è responsabile di uno sperpero di decine di milioni di euro di denaro pubblico per il ripopolamento degli animali selvatici; alla fine della stagione di caccia, nel mese di febbraio si verifica un ingente abbandono di cani utilizzati dai cacciatori, come registrato dalle Regioni; le stesse federazioni sportive di tiro (al volo, carabina, pistola, arco, balestra) rifiutano la presenza e la partecipazione di cacciatori o anche di persone che abbiano ucciso un solo animale”.

L’altro ente propositore animalista è ORA Rispetto per tutti gli animali, sul cui sito esprime le proprie finalità: “La decisione non è più rinviabile: il Movimento “Ora Rispetto per tutti gli animali” propone cinque referendum in materia animalista ed ambientale; in primis la richiesta dell’ABOLIZIONE DELLA CACCIA, quale esito conclusivo di un lungo lavoro, protratto per anni, di approfondimento delle problematiche che interessano la tutela di animali e natura e di elaborazione di soluzioni che devono passare inevitabilmente attraverso una chiamata referendaria”.

Già nel 1990 era stato istituito in Italia un referendum abrogativo sulla caccia – cui il voto si tenne il 3 giugno – ed ebbe due distinti quesiti: sulla disciplina della caccia e sull’accesso dei cacciatori ai terreni privati. Per la prima volta nel nostro Paese non si raggiunse il quorum sulla percentuale dei votanti, nonostante la vittoria del Sì fosse del 92,2%. Allora il referendum fu promosso dalla Lega Italiana della protezione uccelli, dal WWF, Partito Radicale, Verdi, Comunisti e Democrazia Proletaria, oltre a molti intellettuali e personaggi dello spettacolo.

Paolo Bernini, Presidente DPA Onlus Associazione Difesa Protezione Animali – ricorda che se è vero che tantissime vittime sono animali, inoltre ci sono anche molte perdite tra i cacciatori. La maggior parte degli adolescenti non vorrebbero che i loro padri praticassero questa attività così violenta.

Per aderire alla raccolta firme ci si potrà recare presso gli uffici elettorali dei propri Comuni per la compilazione dei moduli. La raccolta firme terminerà il 15 settembre 2021 e necessita almeno 500 mila sottoscrittori.

Altri enti sostenitori per la campagna referendaria di raccolta firme: Animal Aid Italia, Animal Save Italia, AVI – Associazione Vegani Internazionale, AVI – Associazione Vegani Umbria, DPA – Difesa Protezione Animali, Iene Vegane, Irriducibili Liberazione Animale, Leal – Lega Antivivisezionista – META Movimento Etico Tutela Animali.

Sabato, 24 luglio 2021 – n°26/2021

In copertina: ritratto di una cacciatrice – Foto Klimkin

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