Riflessioni di Domenico Lucano
Redazione TheBlackCoffee
Ho passato una notte insonne, questa mattina aspettavo con ansia la luce del nuovo giorno.
Ieri a Crotone ho preso parte ad un dibattito pubblico “Il giorno della memoria”; a circa un anno dalla strage di Cutro, a quel drammatico 26 febbraio in cui 94 esseri umani innocenti vittime sacrificali di un mondo ingiusto hanno perso la vita.
Il mare di nuovo davanti a noi con il suo intenso colore viola, un senso di vuoto, di forte tristezza.
Ho sentito sullo sfondo dei miei pensieri le urla dei naufragi che lottavano disperatamente per non morire soffocati dalle onde.
L’attesa di soccorsi che non arrivavano mai, la propaganda dell’odio otteneva la sua vittoria.
La camera ardente.
Le celebrazioni ipocrite, ciniche di istituzioni distratte altrove a festeggiare un compleanno di uno di loro.
Questa si chiama Italia, questo si chiama progresso.
Che senso ha il nostro impegno?
È un periodo drammatico della nostra storia e sovente i nostri sforzi appaiono impossibili.
Cosa è cambiato dalla strage di Lampedusa a quella di Cutro?
Niente.
Anzi, è tutto peggiorato.
La destra del governo italiano, la destra del governo Israeliano, la fortezza Europa.
Il cielo sopra Gaza è attraversato dagli orrori della guerra.
Per il popolo palestinese è un massacro senza fine.
Quali sono le nostre possibilità? Le nostre alternative?
Forse è una lotta impari.
Quante volte sono tornate nei miei pensieri alcune riflessioni di Franco Basaglia che dopo avere speso la vita all’interno dei lager psichiatrici diceva: “il potere è una piovra quasi invincibile.”
Noi non possiamo vincere, ma convincere, anche uno alla volta.
Questa la nostra unica speranza, la nostra unica vittoria.
Hasta siempre.
Domenico Lucano
Sabato, 24 febbraio 2024 – Anno IV – n°8/2024
In copertina: Foto: M.Salvatore (tutti i diritti riservati)