domenica, Settembre 08, 2024

Teatro & Spettacolo

Dario Fo e Franca Rame

Un piccolo trattato sull’Arte di recitare

di Cafe Arte/Ognian Stamboliev

Dario Fo (1926 – 2016), non ha bisogno di presentazioni. Autore di più di 50 opere teatrali e diverse decine di libri di prosa, vincitore del “Nobel nel 1997, è da tempo conosciuto e ammirato dal nostro pubblico. Ma il suo libro “Un piccolo trattato sull’arte della recitazione”, pubblicato grazie agli sforzi di sua moglie, l’attrice Franca Rame, sulla base degli appunti delle sue lezioni, non è stato ancora tradotto in bulgaro. Eccone una piccola parte.

Commedia dell’Arte
Un giorno, non so in quale occasione, Carmelo Bene esclamò: “Commedia dell’arte, lì? Siamo seri. Non è mai esistita!…”. Con il suo gusto familiare per le iperbole e i paradossi, Carmelo Bene mette il dito nella piaga… E si dimentica di finire la frase, cioè dire: “Non è mai esistita, come hanno sostenuto finora…”.

Ugonotti e…terroristi
Molti ritengono che gli attori della commedia dell’Arte siano solo dilettanti ignoranti, senza alcuna formazione e cultura, persone frivole che vivono vuote, giorno dopo giorno.
Sì, devono essercene stati alcuni. Se passiamo alla storia del teatro, anche nei grandi centri culturali c’erano parecchie compagnie di terz’ordine. Ma la vera commedia dell’Arte, che esisteva per tre secoli in Europa occidentale, era rappresentata da artisti molto preparati, con gusto e cultura elevati.

A questo proposito, vorrei raccontare una storia interessante e istruttiva. Fu pubblicata da Vito Pandolfi nella sua famosa “Cronaca della Commedia dell’arte”. Questo è un ricordo autentico scritto da uno dei primi artisti della famosa Compagnia italiana dei Gelosi. Enrico III, re di Francia, una volta era di passaggio a Venezia, dove vide uno spettacolo di questi brillanti attori. Tornò a Parigi e ordinò immediatamente, tramite l’ambasciatore veneziano , che la troupe in questione gli fosse inviata in tournée. Lo stesso Doge della Repubblica di Venezia organizzò il tour e a questo scopo inviò un’intera carovana composta da numerosi vagoni merci.

La Compagnia itinerante riuscì ad attraversare in sicurezza le Alpi e raggiungere Lione. Da lì gli attori hanno dovuto percorrere circa 500 km fino a Parigi. Ma in mezzo alla strada successe qualcosa di inaspettato. Una banda di Ugonotti/protestanti/ fermò e trattenne la carovana di automobili con tutta la troupe.
Probabilmente sai quali conflitti esistevano in Francia a metà del XIV secolo: i cattolici, associati a Roma, combatterono con i protestanti francesi. Ci fu perfino spargimento di sangue: ricordiamo la famosa Notte di Bartolomeo, durante la quale furono trucidati gli Ugonotti.

Così, poco dopo questo genocidio, una banda di Ugonotti cercò di ricattare il re e di inscenare questo colpo di stato – oggi li chiameremmo terroristi, per rapire un’intera compagnia teatrale! Inviarono subito una lettera al re: “Se vuoi che liberiamo i tuoi attori, libera tutti i nostri fratelli Ugonotti imprigionati in Francia, pagaci 10.000 fiorini d’oro e 50.000 fiorini d’argento, altrimenti riceverai solo una parte dei tuoi attori”. , cioè, solo la testa!”…

Dopo quindici giorni di intense trattative, tutti i prigionieri Ugonotti furono rilasciati, il denaro consegnato e gli attori poterono proseguire il loro viaggio verso Parigi. Un cronista dell’epoca riporta: “Se avesse desiderato un primo ministro, quattro consoli e tre marescialli di Francia, Enrico III non avrebbe certo esitato e avrebbe subito lasciato che fossero gli Ugonotti a decapitarli. Poi avrebbe dato loro un sontuoso funerale! Ma in questo caso si trattava di uno spettacolo brillante, di un galà che il monarca francese si preparava a mostrare a tanti ospiti stranieri. Era annunciato, questa esibizione, come “il gala del secolo”. Quindi non voleva mostrare un sacco di teste mozzate di attori…

Davvero, è possibile che un attore sia così apprezzato oggi? Forse: un attore una volta era il presidente degli Stati Uniti…
C’è di più su questa storia. Isabella Andreini, una delle star dei “Gelosi”, era incinta di otto mesi, abortì e morì. Il suo funerale a Parigi, secondo le cronache, fu degno di una regina. Principi, poeti, artisti, diplomatici e un’enorme folla di cittadini hanno inseguito la bara piena dei fiori più costosi. Dobbiamo ricordare che Isabella Andreini era così riconosciuta e famosa che durante la sua vita fu accettata come unica donna e artista in quattro accademie europee! Non solo per il suo straordinario talento drammatico, ma anche per il suo indubbio dono poetico. Ma non fu l’unica figura culturale della Commedia dell’arte italiana. Tra gli attori in quel periodo c’erano parecchi scrittori di talento, autori di testi per il palcoscenico. Non dimentichiamo che al teatro si interessarono anche i grandi personaggi dell’epoca: Galileo Galilei, Ariosto, Michelangelo, Raffaello, il famoso architetto Pallavicini…

“L’attore dene venire!…”
Dobbiamo notare che se alcune compagnie indipendenti godevano di riconoscimento e successo, altre dipendevano interamente dal favore dei signori mecenati. Molti attori e musicisti erano una sorta di “proprietà personale” dei principi e dei duchi, che ne gestivano il destino, così come oggi alcuni club e associazioni gestiscono il destino dei calciatori. Ma per quanto riguarda i kicker, non dovremmo sentirci così dispiaciuti per loro: sono dorati! , mentre gli attori sono sempre stati mal pagati e poco rispettati….

Allora i costumi erano ancora più rozzi di oggi. Ad esempio, se un attore della corte medicea osava rifiutare un fidanzamento, un ruolo, veniva mandato in prigione a tempo indeterminato! Riusciamo a immaginare?! A causa di un ruolo rifiutato – in prigione! Dove poteva anche morire, perché in passato le carceri facevano molta paura.
In questa occasione mi sono ricordato della storia di Tessari, che avevo letto in un vecchio libro. Quando leggo dello straordinario talento di questo vecchio attore della compagnia del Duca di Mantova, ricordiamoci di Rigoletto!

Il re francese chiese che gli fosse inviato Tessari a Parigi. Ma il comico in questione era gravemente malato. Tuttavia, il re ordinò che fosse rimesso in piedi e preparato per il viaggio. Il medico tentò invano di contrastare questo folle progetto. Disse al duca: “Questo disgraziato è mortalmente malato e può rendere l’anima a Dio durante il viaggio!…” E il duca rispose: “Non posso rifiutare questo favore al re di Francia. Anche se dovesse rompersi, l’attore deve arrivare a Parigi!”. Con una forte febbre, il vecchio Tessari partì e morì a San Bernardino. La cortesia ha vinto. Il re di Francia rimase molto colpito dal gesto del suo vassallo, il duca di Mantova, valente quanto la vita di un grande attore.

Sabato, 13 luglio 2024 – Anno IV – n°28/2024

In copertina: Dario Fo e Franca Rame

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