Il desiderio dell’immortalità
di Laura Sestini
Fin dal più remoto passato l’essere umano ha desiderato l’immortalità, per non affrontare un aspetto della vita, il più temibile, ovvero la paura della morte. La mitologia greca è traboccante di dèi vaganti tra vita terrena e aldilà a proprio desiderio, o resi immortali per qualche azione di altri dèi a loro benevoli.
Anche nella società contemporanea l’idea dell’immortalità rimane attualissima, tantoché, seppur impossibile da realizzare, in alcune parti del mondo occidentale, per esempio negli Stati Uniti, chi può permetterselo, economicamente e simbolicamente, può scegliere di far semi-imbalsamare i propri cari, per far sì che la decomposizione della materia venga ritardata il più a lungo possibile. E su questa pratica, l’Antico Egitto è stato in assoluto un precursore tecnologico, fin dal IV millennio a.C., è innegabile.
In lingua Malayalam, l’idioma parlato maggiormente nello Stato del Kerala, in India, ennennum significa “in eterno”, e da questo vocabolo, nella propria madrelingua, la regista Shalini Ushadevi ha preso spunto per titolare il suo nuovo lavoro cinematografico, iniziato nel 2011, proiettato in prima visione nazionale alla 24a edizione del River to River Florence Indian Film Festival.
Il film affronta la tematica dell’immortalità attraverso la vita di una giovane e benestante coppia indiana, Devi e Ouso, in una modalità tra surreale e fantascientifico, ma nemmeno troppo, considerando il sopraggiungere dell’intelligenza artificiale, di cui fanno ampio uso i protagonisti durante il dipanarsi della trama.
Il film, scritto dalla regista stessa, è catalogato come science fiction e rivela un ottimo intreccio tra antichi desideri terreni e supertecnologia informatica.
La coppia, una volta deciso di intraprendere una vita matrimoniale “perpetua”, naturalmente a pagamento, ché nell’era neoliberista tutto si può acquistare, si troverà però a dover riflettere su questioni che per i comuni mortali non sussistono, quindi a percepirsi e percepire la dolce metà in una visione mai immaginata prima, e non propriamente tutta rose e fiori.
La regista, presente al festival, ha ricevuto molte domande dagli spettatori, tutti curiosi e forse anche timorosi che ciò possa davvero accadere in futuro, pratica di cui si può anche distorcerne l’uso a proprio piacimento, secondi i desideri personali, in maniera non democratica, per il controllo del partner, scivolando su tutt’altra dimensione che l’amore eterno.
Il lavoro di Ushadevi è cinematograficamente interessante, decisamente intelligente, con un attento sguardo di genere, ben girato; semplice nell’ambientazione, nelle scene e nei dialoghi, mette in evidenza anche il ceto ricco e meno conosciuto della società indiana, sebbene apra ad un mondo tanto affascinante quanto sconosciuto e straniante. Non più l’India della spiritualità superiore, dell’immortalità buddista o hindu, ma l’indistruttibilità tecnologica della vita, che meglio si adatta all’esperienza virtuale a cui induce la società contemporanea.
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Ennennum (Now and forever)
Regia di Shalini Ushadevi
con Santhy Balachandran, Gibin Gopinath, Adil Ibrahim, Anoop Mohandas,
Anumol, Ajithlal Sivalal, Sudip Joshy, Sithara Vijayan
Genere: drammatico
India, 2023, 89’
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Sabato, 14 dicembre 2024 – Anno IV – n°50/2024
In copertina: una scena del film