giovedì, Novembre 21, 2024

Lifestyle, Società

Evasione dalla Terra

2052, l’ultima generazione in viaggio verso il futuro

di Giorgio Scroffernecher

I ragazzi di “Ultima Generazione”, tutti incarcerati per le loro azioni di imbrattamento delle opere più famose nei musei, infine furono condannati all’ergastolo dopo la sottrazione della Pietà di Michelangelo dalla Basilica di San Pietro, e il suo posizionamento in Groenlandia – in diretta Facebook – tra i cadaveri delle ultime orse morte di fame con i loro cuccioli. Passati 30 anni dalle loro ‘performance’ artistiche, hanno assistito attraverso le TV delle loro celle al disfacimento del Pianeta Terra, da loro tanto paventato in anticipo. La Terra, ben oltre le più pessimistiche previsioni, aveva cresciuto le temperature medie di oltre cinque gradi. La calamità imminente si trasformò in catastrofe totale avvenuta nello spazio di un mattino che il meteo prevedeva piovoso.

Era proprio l’inizio del 2052 quando gli attivisti detenuti appresero che il nipote di Elon Musk, Silver, 15 anni di età, si era impossessato dell’ultimo progetto del nonno per la transizione verso il Pianeta Rosso. Silver, con l’obiettivo di trasferire su Marte 1.000 persone scelte tra i giovanissimi più ricchi della Terra, organizzò anche la sparizione dei parenti più anziani che pretendevano la loro inclusione.

I militanti di “Ultima Generazione” scelsero tra loro un gruppo di adulti con le competenze adatte alla missione in accompagnamento a una comitiva composta da tutti i loro figli: bambini e ragazzi tra i 3 e i 18 anni, nati e cresciuti in carcere. Evadere non sarebbe stato un problema e non lo fu. Dopo un viaggio a bordo di una nave che tanti anni prima faceva servizio di soccorso nel Mediterraneo con a prua, sbiadito dalla ruggine, il nome della ONG proprietaria “Hope”, raggiunsero le coste meridionali di Formentera dove era pronta per partire l’astronave “Elon’s Dream”. Con un piano che si rivelò perfetto in tutti i dettagli anche militari, presero immediatamente possesso del veicolo spaziale e, ignorando il countdown, alle 12.00 del primo giorno di primavera la navicella decollò alla volta del Pianeta Rosso con a bordo i figli dell’ultima generazione.

L’ultimo giorno della stessa primavera, la navicella si posò su Marte accompagnata dal canto della Marsigliese ma con parole diverse. Con tutto il necessario pronto nelle stive, presto questo piccolo popolo si organizzò in cupole e piramidi trasparenti e solidissime, ben piantate nelle rocce vermiglie.

Dopo le prime esplorazioni, gli scout della giovane nazione trovarono i segni di una civiltà lì residente migliaia di anni prima. Scoprirono anche i segni inequivocabili di un abbandono frettoloso. La ricerca portò a una sommità rocciosa esposta al cielo, dove una sorta di grande telescopio puntava proprio sul luogo della destinazione dei marziani in fuga da qualcosa di molto distruttivo, si capiva, causato da loro stessi.
La squadra di ricognizione di giovanissimi neo-marziani, si dispose a semicerchio intorno al punto in cui si poneva l’occhio per osservare, poi, uno dopo l’altro, guardarono dentro quell’aggeggio ottico preistorico perfettamente funzionante.

In mezzo al cielo nero e la luminescenza meravigliosa della stelle più lontane, si inquadrava un pianeta affascinante, di un blu intenso e invitante. Forse scelto per questo come nuova abitazione per i fuggitivi di un tempo.

I giovani si guardarono negli occhi oltre le visiere dei loro scafandri. Nessuno disse parola. Neppure ai famigliari e gli amici che raggiunsero alla base all’ora di cena. La Terra per loro era un ricordo, non una destinazione.

Piccola narrazione ispirata a: “Squadra di ricognizione – Le formiche elettriche e altri racconti” di Philip K. Dick pubblicato nel 1954, già citato in precedente articolo:
https://www.theblackcoffee.eu/il-tempo-sta-per-scadere/

Sabato, 3 dicembre 2022 – n° 49/2022

In copertina: immagine di Steve Bidmead/Pixabay

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