venerdì, Dicembre 27, 2024

Italia

Fedez vuole entrare in politica ? Verrà certamente eletto

La ‘neo-plebe’ italiana accetta tutti

di Elio Sgandurra

Il signor Federico Lucia, 32 anni, sembra essere deciso ad entrare in politica e a presentarsi alle elezioni del 2023. La notizia potrebbe passare inosservata, ma il caso è diverso perché dietro quel nome e cognome c’è Fedez, il più illustre rapper italiano e marito dell’altrettanto nota influencer Chiara Ferragni.

Per adesso non c’è alcuna conferma ufficiale su questo passaggio alla politica militante anche se il cantante da un po’ di tempo lancia frecciate contro Salvini, Renzi, gli affossatori della Legge Zan e altro. E viene seguito da 13 milioni di follower, oltre ad aver aperto da poco il dominio chiamato “Fedezelezioni 2023.”

Non sarebbe il primo cittadino “laico” che scopre la politica: Grillo sino a 10 anni fa noto come comico-satirico, ha creato un movimento che nel 2018 è diventato il primo partito d’Italia con parlamentari eletti via Internet con alcune centinaia di voti di ‘preferenza’. Non è da dimenticare Ilona Staller – pornostar detta Cicciolina – eletta deputata alla Camera nel 1987 per il Partito Radicale. E poi c’è Silvio Berlusconi, di professione imprenditore, eletto a furor di popolo, che ha governato l’Italia per circa un ventennio.

Quello che stupisce è che ormai è facile per un semplice cittadino – che ne ha i mezzi – entrare in politica da un giorno all’altro senza averne un’esperienza ottenuta con lo studio, la preparazione, l‘attività nel partito di appartenenza, partendo dal basso. Un tempo non era così: il traguardo della elezione in Parlamento era riservato a pochi e per raggiungerlo dovevano avere ottenuto grandi meriti. Però non era necessario esser ricchi o già noti in altri settori delle attività per entrare alla Camera o al Senato.

Per esempio Giuseppe Di Vittorio, nel dopo guerra sindacalista, segretario della CGIL e deputato del PCI, ai primi del secolo scorso era un giovane bracciante di Cerignola, in Puglia, analfabeta e sfruttato come tante altre migliaia dai latifondisti. Imparò da solo a leggere e scrivere creandosi le basi politiche per lottare contro i padroni, per subire con coraggio le persecuzioni dei fascisti ed emergere lentamente nel mondo della politica.

Vorrei anche raccontare la storia dimenticata di Domenico Borraccino, anche lui giovane bracciante pugliese analfabeta. Nel 1948 si presentò alla sezione del PCI di Barletta dove era stato organizzato un corso di preparazione per ottenere la licenza elementare. La ottenne l’anno successivo, due anni dopo superò gli esami di terza media e altri due quelli della scuola superiore. Nel frattempo aveva continuato a lavorare come bracciante ed a militare in seno al PCI in favore della sua categoria.

Ebbene, la sua carriera politica nelle Istituzioni è iniziata prima come consigliere del Comune di Barletta, poi come sindaco e infine nel 1972 è stato eletto deputato la prima volta e senatore per altre quattro legislature. E’ sempre rimasto attaccato alla sua terra ed ha lottato per la sua gente senza costruirsi mai una immagine nazionale attraverso i media.

Erano altri tempi, quando la politica veniva presa sul serio. Allora esisteva un popolo pensante – progressista o conservatore – che credeva nelle Istituzioni e le rispettava. Oggi non c’è un popolo, ma una “neo-plebe” – come la definisce il filosofo Pietro Rossi sulla rivista Il Mulino – volutamente ignorante, ma preparata sui media tecnologici, avversa nei confronti dello studio e della conoscenza. Questa plebe si entusiasma per le poche frasi lanciate da qualche politico dalla tribuna di una discoteca o se un comico crea il partito dei “waffa”. Pertanto si può essere quasi certi che un cantante rapper possa prendere molti voti come politico.

Sabato, 13 novembre 2021 – n° 42/2021

In copertina: Federico Lucia, in arte Fedez – Foto: Greta/GG Photography.it/CC BY-SA 2.0 licence

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