La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento
di Elisa Ciulli
E là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio. Là è la mia terra… chi parla è il Buddha.
Questo è uno dei versi più belli del Sutra del Loto, l’insegnamento supremo lasciato dal Buddha Siddharta Shakyamuni, fondatore del Buddismo.
‘E tu sei ovviamente incluso tra gli esseri viventi’ – dice Nichiren Daishonin, fondatore del Buddismo giapponese, al discepolo Shijo Kingo, che rappresenta tutti noi persone comuni.
Ancora dal Sutra del Loto: Quando gli esseri viventi assistono alla fine di un kalpa (termine sanscrito che indica un ciclo cosmico) e tutto arde in un grande fuoco questa, la mia terra, rimane salva e illesa, costantemente popolata di esseri celesti e umani. Le sale e i palazzi nei suoi giardini e nei suoi boschi sono adornati di gemme di varia natura. Alberi preziosi sono carichi di fiori e di frutti e là gli esseri viventi sono felici e a proprio agio. Gli dèi suonano tamburi celesti creando un incessante sinfonia di suoni. Boccioli di mandarava piovono dal cielo posandosi sul Buddha e sulla moltitudine. La mia pura terra non viene distrutta, eppure gli uomini la vedono consumarsi nel fuoco: ansia, paura e altre sofferenze predominano ovunque.
Cosa sta cercando di farci capire il Buddha?
Noi vediamo il mondo consumarsi nel fuoco; ansia, paura e altre sofferenze predominano ovunque, e tutto arde in un grande fuoco…
Ma sembra che tutto questo sia frutto della nostra illusione, della nostra natura oscura.
Quando cerchiamo di far emergere da dentro la nostra vita la parte più bella, la cosiddetta Buddità, allora possiamo vedere che la terra del Buddha rimane salva e illesa, sale e palazzi adornati di gioielli, alberi carichi di fiori e frutti, nell’aria un incessante sinfonia di suoni e fiori piovono dal cielo.
Eppure sembra impossibile.
Lo sforzo di chi pratica il Buddismo è proprio quello di manifestare la parte migliore e aiutare gli altri a fare lo stesso, e anche di trovare la bellezza in ogni persona, in ogni situazione.
Uno dei principi fondamentali del buddismo è l’unicità (funi = due ma non due) della vita individuale e del suo ambiente (esho, e = ambiente, sho = individuo).
Ciò significa che l’ambiente riflette lo stato vitale dell’individuo come uno specchio.
E infatti è facile capire come l’ambiente di un individuo che vive in preda ai suoi istinti sia diverso da quello di un’altra persona che vive nel mondo di studio dove per mondo si intende stato vitale.
Gli stati vitali per il Buddismo sono dieci: inferno, animalità, avidità collera, tranquillità o umanità, estasi, studio, illuminazione parziale, bodhisattva e buddità.
Approfondiremo questo argomento una delle prossime volte.
Qui mi preme sottolineare il fatto che se vogliamo un mondo migliore dobbiamo prima di tutto partire da noi stessi, dal miglioramento personale e delle nostre relazioni.
Il Buddismo ci promette il cambiamento della nostra vita e il cambiamento del nostro ambiente.
Qualcuno penserà: “Ehi bella, svegliati! Il mondo va a rotoli e tu pensi di sistemare tutto cercando di vedere il bello?”
La mia risposta è: e qual’è l’alternativa? Cedere alla disperazione e al pessimismo e lamentarsi continuamente che il mondo è pieno di delinquenti?
O forse cercare di stare dalla parte dei “poteri forti”, quelli che ci stanno manipolando e ci schiacceranno come formiche?
Preferisco vedere più lontano (approfittando del mio lungo collo) e continuare a nutrire il mio ottimismo e la speranza, anzi la certezza di un mondo migliore.
“La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità” (Daisaku Ikeda).
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Sabato, 8 giugno 2024 – Anno IV – n°23/2024
In copertina: immagine da Piqsels