domenica, Dicembre 22, 2024

Arte

Fernando Botero

“La Grande Mostra”

di Laura Sestini

Entrare nel mondo colorato di Fernando Botero è come intraprendere un suggestivo viaggio intorno alla Terra in una dimensione immaginaria, ma caratterizzata da simboli riconoscibili universalmente, ed esaltati dalla percezione di una miriade di sensazioni trasversali.

Nato nel 1932 a Medellin, scomparso nel settembre 2023, Fernando Botero è considerato tra i più grandi artisti del XX secolo, e senz’altro il più importante della sua amata Colombia. Il suo stile unico e inconfondibile, tra il naïf e il fumetto, denominato “boterismo” ha attratto naturalmente il grande pubblico, che lo ha molto amato a tutte le latitudini, persino in ambienti culturali molto differenti dal suo, come quello cinese, dove lui ha esposto una grande varietà delle sue opere, nel 2015, a 83 anni.

Il talento artistico di Botero è stato evidente fin dalla giovanissima età, prima sviluppatosi negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio, e al MoMA poi, che acquisì nel 1961 la sua giocosa, eccedente e curiosa Monna Lisa all’età di dodici anni, dipinta nel1959. Artista poliedrico, che ha utilizzato più media creativi, Botero ha risieduto in più città, Madrid, Londra, finché si è fermato a lavorare anche per molti anni in Italia, stringendo un forte legame con Pietrasanta, in Toscana, dove anche risiede una delle fonderie artistiche tra più apprezzate dagli scultori internazionali, e dove sono state realizzate le sue uniche statue in bronzo, ormai diffuse in molte piazze del mondo.

Il bagno, 1989
Olio su tela, 249×205 cm
Collezione privata

La mostra, ospitata nel Palazzo Bonaparte a Roma, è la prima antologica dopo la scomparsa dell’artista e ospita 120 sue opere, tra pitture, disegni esculture, di cui alcune inedite, divisa per argomento e periodi temporali. La più grande esposizione su Botero mai realizzata in Italia. Un bagno di colore che lascia nel visitatore un senso di allegria e di leggerezza, seppur di grande riflessione, poiché le tematiche non sono affatto superficiali, nonostante i colori accesi.

Le pitture di Fernando Botero, racchiudono una sottile linea ironica, senza essere offensive né giudicanti. Eppure le forme abbondanti dei personaggi ritratti, reali, immaginari o simbolici, potrebbero indurre a farsi beffa di queste mastodontiche forme, in particolare sui soggetti femminili, che la moda contemporanea vorrebbe filiformi fino all’anoressia.

Botero, invece, festeggia l’abbondanza, che di per sé ha un’accezione intrensicamente positiva, ma che usata con vocaboli negativi ne centuplica la forza. Tra le opere esposte, infatti, troviamo la serie-denuncia che evidenzia l’abbondanza di violenza perpretata sui detenuti iracheni dai militari statunitensi nella prigione di Abu Ghraib a Baghdad, durante la seconda guerra del Golfo.

Nella maggioranza dei personaggi dipinti, che siano essi presidenti di Stato o ballerine, si intravedono espressioni di indefinita tristezza, di velato smarrimento, sguardi lontani che cercano l’orizzonte. In definitiva, le opere di Botero maggiormente conosciute al grande pubblico sono quelle che inducono, attraverso l’insieme delle linee formose e i colori vivaci, quel senso di leggerezza già attribuito alle tante cromie presenti, eventualmente alla ricchezza della vegetazione che descrive l’ambiente culturale e naturale colombiano. Allo stesso tempo si percepisce un sentimento rassegnazione, ma anche di persistenza e di resistenza. Sono enigmatici i personaggi di Botero, non potremmo affermare con certezza il loro stato d’animo.

La mostra delle opere di Fernando Botero è curata dalla figlia Lina insieme a Cristina Carrillo de Albornoz, grande conoscitrice della sua poetica. Tra le opere esposte, Omaggio a Mantegna, del 1958, un dipinto di grandi dimensioni appartenente ad una collezione privata statunitense, dato per perduto e poi ritrovato tramite Christie’s.

“In Italia, a 20 anni, quando si confrontò con i capolavori del Rinascimento italiano, in particolare Piero della Francesca, Paolo Uccello e Masaccio, con forme massicce e colori straordinari, avvenne la sua “metamorfosi”. Botero si è sempre interessato al volume, fin dai suoi inizi, in modo inconsapevole, ma ha capito la sua trascendenza nell’arte studiando i maestri del Quattrocento italiano” – afferma Cristina Carrillo de Albornoz.

Lina Botero aggiunge che l’esposizione antologica è il migliore modo per ricordare suo padre, ad un anno dalla morte.

Botero descriveva così la sua arte: “La mia ambizione era di essere un pittore, e soltanto un pittore. Ho cominciato a dipingere a quattordici anni e da allora non c’è stato nulla che sia riuscito a farmi smettere. Vivo con una costante fame d’arte. Aspiro a esplorare i problemi fondamentali della pittura. Non ho mai trovato altro nella vita che mi causi altrettanto piacere.”

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Fernando Botero La Grande Mostra

esposizione in corso fino al 19 gennaio 2025

Palazzo Bonaparte – Piazza Venezia – Roma

https://www.arthemisia.it/it/mostra-botero-roma/

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Sabato, 21 dicembre 2024 – Anno IV – n°51/2024

In copertina: Bagno del Vaticano, 2006 Olio su tela, 147×205 cm – Collezione privata

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