redazione di TheBlackCoffee
La CEDU – Corte europea dei diritti dell’uomo – ha condannato la Francia per non aver adeguatamente studiato le richieste di rimpatrio delle famiglie dei jihadisti di nazionalità francese ancora in Siria, richieste che Parigi dovrà riesaminare quanto prima.
In esecuzione della sua sentenza, la Grande Camera della Corte EDU precisa che “spetta al governo francese riprendere quanto prima l’esame delle richieste dei ricorrenti circondandolo di adeguate garanzie contro l’arbitrarietà”, ha indicato
Questa attesissima sentenza è stata pronunciata a Strasburgo alla presenza di Marie Fontanel, ambasciatrice francese presso il Consiglio d’Europa, nonché di rappresentanti di diversi altri paesi – Danimarca, Svezia, Regno Unito, Spagna, ecc. – i cui cittadini sono ancora detenuti in Siria.
La Corte era stata occupata da due coppie francesi che avevano chiesto invano alle autorità il rimpatrio delle loro figlie, due giovani donne compagne di jihadisti, e dei loro tre figli.
“L’esame delle richieste di rimpatrio avanzate dai ricorrenti per conto dei loro parenti non è stato esaminato con adeguate garanzie contro l’arbitrarietà”, rileva la Corte EDU in un giudizio molto tecnico.
“L’assenza di una decisione formale da parte delle autorità competenti di rifiuto di accogliere le richieste dei ricorrenti […] li ha privati di ogni possibilità di contestare efficacemente le ragioni addotte da tali autorità” – prosegue il Tribunale. Ciò conclude che la Francia ha violato l’articolo 3.2 del Protocollo n. 4 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Oltre al riesame delle richieste di rimpatrio, Parigi dovrà versare alle due famiglie richiedenti 18.000 Euro per la violazione dei diritti e 13.200 Euro le per spese.
Sabato, 17 settembre 2022 – n° 38/2022