La strana storia di un miracolo in trasferta
di Samanta Giannini
Anni fa un fidanzato mi disse “sei noiosa, fattelo dire, pensi sempre a cose strane ed inutili”.
Lo piantai. Tediare una mente brillante, ricca di pensieri da fondo campo e fermiane riflessioni sul cubetto accendifuoco, mi avrebbe fatto sentire troppo una brutta persona.
Durante un afosissimo dopo cena di luglio, pensando come sempre a cose inutili, mi imbatto in questa singolare cittadina del Maryland. Invece di appuntarmi su un foglio volante due, tre parole, autoavvolgendomi in un “ci penserò”, faccio invece le 2 e mezza del mattino.
Alla terza o quarta lettura in ordine sparso sulle singolarità di questa sconosciuta località, forse anche agli stessi Marylandesi, mi salgono i brividi.
Caldi come una Stube della Val di Fiemme ?
No, “diacci marmati” – tradotto per i non toscani “di un freddo intenso” – come una “Levissima”, di messneriana memoria, dimenticata in quota nel lontano 1987.
Bethesda: 55.000 abitanti, meno popolata di Viareggio il 2 di novembre. A soli 12 chilometri da Washington D.C. .
Che? 12 km ? Dov’é ‘sta cittadella ? Il navigatore la segnala a 9 minuti in auto (9 MINUTI) dal centro città. Più o meno il tempo che impiego io per andare a comprare la ricotta di alpeggio al mercato del paese, il venerdì.
La Bethesda Presbyterian Church, è l’ ottocentesca chiesetta da cui questa cittadina bonbon a stelle e strisce prende il nome. Di nomi strani al mondo ce ne sono tanti, per carità, ma questo ed i suoi “casuali” intrecci con la storia dell’umanità, travalica la più becera casualità. Toh, una rima!
“Bethesda” è l’americanizzazione linguistica di ben più doverosa notorietà cristiana: Betzaeta in Gerusalemme. Gerusalemme: capitale di Israele (e qui …se non casca l’asino, si invochi almeno la mela dal melo).
Non so perché ma la cosa mi si fa già molto interessante e “perplessamente” mi interrogo: ma può essere che con tutti i nomi da dare ad una chiesetta presbiteriana e di conseguenza, ad una minuscola nonché dimenticata da Dio (decisamente) cittadina americana, si sia usato proprio quello di una piscina a Gerusalemme, oramai chiusa da almeno un paio di migliaia di anni?
A quanto pare così è andata.
Giovanni, che non è il mio carrozziere (eh anche lui ha chiuso ed è andato in pensione), ma il ben più noto evangelista, ci racconta di un miracolo accaduto ai bordi di una piscina probatica:
«V’è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto» Giovanni 5,2-4.
Si narrava che Dio esprimesse la sua “misericordia” inviando un Angelo ad agitare le acque e che quelle acque fossero guaritrici per il primo che vi si immergeva.
Nella piscina gremita di infermi uno sconosciuto Gesù si ferma e chiede ad uno di questi: «Vuoi guarire?»
L’infermo: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me» Giovanni 5,7 . «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina» Giovanni 5,8.
L’uomo fu guarito all’istante, prese il suo lettuccio e si mise a camminare.
Ecco, ora che abbiamo fatto il ripassino di catechesi e filosofia basica, abbiamo imparato che la piscina di Gerusalemme è esistita veramente, che a quella piscina si erano nel tempo attribuite proprietà sacre, provenienti dal culto del lavaggio degli agnelli prima del loro sacrificio al tempio, già prima della venuta di Cristo in terra, ce la facciamo a constatare che sia alquanto singolare chiamare una piccola cittadina della periferia di Washington D.C. , con il nome della piscina più famosa della Bibbia?
Ancor più singolare, atipico, anomalo è che in quella piccola città, che si porta dietro la nomea di un miracolo biblico e della Misericordia di Dio, al numero civico 9.000 di Rockville Pike ci sia la sede della… udite udite… (rombo di tamburi e tonfo con botto a terra) del principale Ente governativo di riferimento per quanto riguarda la ricerca biomedica americana in primis e mondiale in secundis: il National Institutes of Health, l‘Istituto Nazionale della Salute, americana in teoria, in pratica anche no. Gli scettici verifichino al https://www.nih.gov/.
Traducendo sommariamente, dal sito NIH.gov, si evince che questo istituto sia l’agenzia di ricerca biomedica più grande del mondo. Ma senti, senti…
La più grande agenzia di ricerca biomedica al mondo, con un Campus, con 27 Istituti, centri di specialità, migliaia di impiegati e ricercatori.
Perdincibaccolina tutto sto ben di “Dio” concentrato in questo villaggetto? Eh, così dice.
Tra i 27 istituti che compongono il NIH ce n’è uno di una certa notorietà: il NIAID – Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive.
Questo ha – cito dal sito – “un mandato unico, che richiede all’Istituto di rispondere alle minacce emergenti per la salute pubblica.”
Il NIAID “conduce e supporta la ricerca di base e la sua applicazione, per meglio comprendere, trattare ed infine prevenire malattie infettive, immunologiche ed allergiche”.
Chi dirige quell’istituto ? Chi ne è il Deus ex machina ? Chi ne è a capo dal 1984 attraversando la storia e ben sette presidenti?
Lui, il Tony internazionale. Manero? No, Anthony Fauci.
Ciaccia di qui, ciaccia di là – dal toscano stretto ciacciare equivale a curiosare – mi appare il blog del “mega direttore” dell’NIH, Mister Francis Collins (www.directorsblog.nhi.gov), il quale ci rende noto che, l’11 Dicembre 2018, Bill e Melinda Gates – in nome e per conto della loro fondazione – partecipano ad un workshop proprio al NIH.
In verità, detto tra noi, non è la prima volta che i signori Gates scroccano il coffee break a Bethesda; di media, due volte all’anno si strafogano di bignolini e caffè espresso. Anyway, il focus delle dissertazioni nel 2018, fu “IL” vaccino universale per, in ordine di nomina : influenza, tubercolosi, hiv, aids, malaria. A latere, ma non meno importante, un confronto a più voci sulla salute delle gestanti e dei loro bambini.
Una bella foto ritrae Bill Gates ed Anthony Fauci a passeggio con il direttore dell’NIH, dottor Francis S. Collins.
Ma già nel 2014 Bill Gates – con e senza Melinda – visita più volte, il campus per definire le sinergie sui vaccini di cui sopra (rigorosamente a DNA; RNA, e a vettore virale), nonché per illustrarci la sua più grande ambizione . «Voglio sconfiggere la polio entro il 2018” ,dice con piglio e fermezza, mentre il direttore Collins, proprio nella tappa del Bill Tour 2014, lo ribattezza ( ..) : «Uno dei creatori del mondo moderno».
Mi viene da dire che Dio stia diventando un po’ obsoletino.
Continua Collins – parlando di Gates – entusiasta come un bimbo a Disneyland: «un visionario della salute globale. Bill vede cosa manca e cosa dovrebbe esistere. In quello spazio lui vede soluzioni dal micro al macro che nessuno aveva ancora individuato; ma cosa più importante, lui ha la perseveranza di dare forma concreta alle sue visioni e di conseguenza trasformare il mondo».
L’abbiamo già detto che Dio onnipotente è obsoleto? Si . Già detto.
Ma le sirene della neuro le sento suonare solo io?
Bill il nuovo “creatore” interviene e dice: «Vogliamo avere il maggior impatto possibile nel mondo. I vaccini per i bambini costeranno pochi centesimi». E dopo aver sentenziato che molti “ non “investono” come lui nella salute mondiale aggiunge: «Sono un ottimista, penso che saremo in grado di convincere le persone (quelle giuste) che quegli investimenti “should be refound and grow”, possano essere recuperati e pure crescere.»
Gli investimenti, cioè quel cospicuo gruzzolo di milioni, ma che dico milioni, miliardi che all’inizio si spendono per poi averne indietro il doppio? In quel caso, sì proprio quelli.
A poche ore dal discorso di Bill the new creator, al Campus dell’NIH nel Febbraio del 2014 Obama, presidente in carica che fa ? lo invita a bere un Mojito? A sgranocchiare due burritos? A guardare il tramonto dal patio sul retro della Casa Bianca?
NO. Annuncia con malcelato orgoglio ed entusiasmo, una nuova iniziativa del NIH “ to seek an Hiv cure – parole sue – per cercare una cura all’Hiv, con una mancetta da 100 milioni di dollari e promettendone altri 500 nei tre anni a venire, per cercare la soluzione anche ad Aids, Tubercolosi e Malaria. In verità il totale complessivo per queste ricerchine ammonta a ben 5 miliardi di dollari. Al che Bill dice: «Tranqui Bro’ io e la Melly, ‘sto giro ci mettiamo almeno 500 milioni, che, ricordati però, si aggiungono a quel miliardo e quattrocentomila che già abbiamo versato qua e là».
Bill conclude dicendo: «A volte la tecnologia che vuoi utilizzare non è così ovvia…..per cui abbiamo bisogno di “challenge people from different realms». Insomma c’è da “convincere” un po’ tutti a buttare il cuore oltre l’ostacolo.
Ad ottobre 2019, in coro, Gates Foundation e la NIAID (quella di Tony Fauci per capirsi) dichiarano un obiettivo: “in 4 anni sviluppiamo” terapie geniche per Aids e Anemia falciforme. Oh che belle notizie! Era l’ora, ne state a parlare da anni. Beh, diteci Vossignorie, dov’è che le vorreste sviluppare, chiediamo noi plebei della scienza? A Cabot Cove nel Maine? Dalla Signora Fletcher ? No,no, lì muoiono in troppi già da soli, avete ragione, meglio puntare all’Africa, là c’è pieno zipillo (termine livornese che sta per “pieno zeppo”) di questi malanni. Quei poveri disgraziati non hanno acqua, vino pane e chi non sta sulla costa, manco i pesci, ma Bill garantisce che per il vitto, se ci sarà bisogno, farà come ha già fatto a Canaan ma di certo è impensabile lasciarli morire così senza nemmeno provare a curarli.
Ah no, non si tratta di curarli ? Eh no, abbiamo detto sperimentazione, caso mai la cura verrà, forse, se siamo fortunati. Eh, la scienza ha una sua velocità e va rispettata.
Intanto “hann ‘a passà sti 4 anni”. Intanto arriviamoci al 2023. Ah, ci siamo? Come vola il tempo!
In più, perché mai limitarsi alla sperimentazione in vitro? Facciamolo in vivo, sulle persone, la nostra è una Mission, con un po’ di fortuna anche possible . E’ (ovvero) “a major step forward from the current treatments wich apply genetic therapies to cells token outside the body for reinfusion ( …) to one day deliver a cure and end the goal hiv “pandemic”.
Pandemic? Ehi Bill, ma parli di “pandemia”? A ottobre del 2019? Pandemia da HIV? Già che sentire parlare te (che facevi finta di crea’ software in un garage) di malattie, cure e scienza, ci fa strano come il nuoto sincronizzato di Aldo Giovanni e Giacomo, se poi ci dici senza mezzi termini che c’è una “pandemia” da HIV, capisci che ci straniamo?
Bill: «No no, non l’ho detto io, l’ha detto Antony (Fauci)».
Ah! Beh! Allora stiamo a mollo e al caldo come la ciccia nel brodo!
Il presidente del programma globale della Bill & Belinda Gates foundation, Signor Trevor Mundel, in quegli stessi giorni, gioca il jolly, cala la scala, chiude a 40 e annuncia : «Lavorando con il NIH e gli scienziati tutti sparsi in Africa” (..) “.. questi approcci miglioreranno le vite di coloro che ne sono più in bisogno, portando avanti l’incredibile promessa dei trattamenti genici al mondo della salute pubblica».
Certo, tutto ‘sto impegno per salvare l’umanità non solo è ammirevole, ma caritatevole, misericordioso e senza ombra di dubbio a questo punto pure “divino”.
L’umanità è un guazzabuglio di anime irriconoscenti, fortemente impattanti sul clima, sull’energia e sulle risorse alimentari. Non di meno, stante le continue critiche a lei rivolte dai maggiori “esperti” mondiali, ha pure una bella dose di ignoranza. Per iniziare a contenere questo suo devastante impatto occorrerebbero miliardi e miliardi di investimenti, mentre questi 7 miliardi di bipedi fagocitatori hanno pure il portafoglio vuoto.
Parliamoci chiaro, a questo punto se non sei il Dio 3.0 non fai nulla ! Ma forse Dio 3.0 c’è e che parli in prima persona ne è la prova . No?
L’umanità, poi, è troppo abbondante, non ci sta tutta su questa Terra, come farà Bill a salvarla ed allo stesso tempo diminuirla?
Magia!
Anthony, ugola d’oro, ci rassicura canticchiando: “Salagadula megicabula, dal grano Bill separa la pula, bidibibodibibu, vai, Lockheed Martin vai, che a Bethesda c’hai la sede anche tu!”
Le sento solo io le trombe dell’Apocalisse di Giovanni?
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Per approfondire: https://directorsblog.nih.gov/2018/12/14/workshop-on-global-health/
https://www.fic.nih.gov/News/Pages/2013-bill-gates-nih-barmes-global-health-lecture.aspx
https://www.lockheedmartin.com/
Sabato, 29 ottobre 2022 – n° 44/2022
In copertina: Tintoretto “La guarigione del paralitico” – 1559