La donna più bella del mondo
di Cafe Arte/Ogniam Stamboliev
Chi è la donna più bella del mondo? Domanda difficile.
Nei tempi antichi, questo titolo veniva rivendicato da Nefertiti e Cleopatra, la bella Elena, la regina di Saba, in tempi più recenti: Monna Lisa, Lucrezia Borgia, Madame de Pompadour, Madame Dubarry, Maria Antonietta, Natalia Goncharova-Pushkina, Anna Petrovna Kern, Lina Cavalieri e una serie di altre bellezze.
Ed oggi, tra le contendenti a questo titolo ci sono soprattutto star del cinema: Sofia Loren, Brigitte Bardot, Grace Kelly, Grace Kelly, principessa di Monaco, Romy Schneider, Vivian Leigh, Audrey Hepburn, Catherine Deneuve… L’elenco è lungo piuttosto lungo, ma è come se l’ago della bilancia pendesse verso l’unica, ineguagliabile Gina.
Nel 2017, nel mese di luglio, il mondo intero ha celebrato il 90° compleanno della donna più bella del nostro tempo, Gina Lollobrigida, o Gina, come viene chiamata fuori dall’Italia; ma nella sua terra natale, semplicemente Lollo. E se vediamo le foto dei suoi ultimi anni, rimarremo stupiti. La sua bellezza si era preservata in modo incredibile.
Accenniamo brevemente alla vita e ad alcuni dei suoi film famosi.
Nasce nel comune di Subiaco nel Centro Italia, a 90 chilometri da Roma, il 4 luglio 1927, sotto il sensibile e artistico segno del Cancro. Viene da una famiglia numerosa e piuttosto povera, ha tre sorelle. Suo padre era un falegname-produttore di mobili e sua madre una casalinga. Fin da piccola aveva deciso che sarebbe diventata un’artista, una star del cinema. Ha due doni: disegnare e cantare. Nell’immediato dopoguerra, nel 1945, la famiglia si trasferì presto a Roma in cerca di una vita migliore. Gina ha già diciotto anni e decide di prepararsi per il cinema. Ha studiato in una scuola di teatro e anche di canto lirico. Per non gravare sulla famiglia, lavora disegnando ritratti, fumetti e caricature per strada.
A quel tempo, la cinematografia italiana produceva film in serie e lei entrò nella città del cinema di Cinecittà come comparsa alla produzione di massa, anche se ben presto ottenne i suoi primi piccoli ruoli. Viene notata da registi come Alessandro Blazetti e Pietro Germi, e partecipa ad alcuni film musicali. Nel 1952 arriva il primo momento da star della sua carriera: divieve famosa in tutto il mondo con la sua partecipazione a “Fanfan la Tulip” del regista francese Christian-Jacques.
Nel film, Gina ebbe la fortuna di essere fotografata con il “principe del cinema francese”, l’indimenticabile Gérard Philipe (1922-1959). Il ruolo di Adelina segna l’inizio di una serie di “suoi” ruoli, di giovani donne comuni, affascinanti, naturali, con senso dell’umorismo. Queste sono le eroine dei film “Pane, amore e fantasia”, “Pane, amore e gelosia”, “La donna romana”, “La donna di provincia”. Lavora con i grandi registi italiani Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Vittorio De Sica, Carlo Lizzani, Mario Monicelli. Dopo il successo di “Fanfan la Tulip” viene invitata a Hollywood. Lì le furono offerti principalmente ruoli in costume, in superproduzioni storiche come “La Venere Imperiale” e “Salomone e la regina di Saba”.
Ben presto si rende conto che l’America e Hollywood non fanno per lei e torna in patria. Lavora principalmente per Cinecittà e per produzioni franco-italiane, alcune delle quali negli Anni ’50 e ’60 sono arrivate sui nostri schermi, in Bulgaria, nonostante le restrizioni della censura socialista.
Nel 1957, interpreta uno dei suoi ruoli più famosi, Esmeralda, nel fortunato adattamento di Notre-Dame de Paris di Victor Hugo con Anthony Quinn nel ruolo di Quasimodo. Eccola in cima. Incredibilmente bello, affascinante, plastico e allo stesso tempo emozionante e drammatico.
Alla fine degli anni Sessanta, Gina decise che il cinema non poteva più offrirle buoni ruoli.
Produttori e registi l’hanno accettata prima come bellezza, poi come attrice. In questa occasione ha dichiarato in un’intervista: “Preferisco non fare più foto, perché gli scenari che mi offrono non mi portano nulla di nuovo”. E ogni nuovo ruolo per me dovrebbe essere un passo avanti. Non vorrei ripetermi all’infinito…”
Nel 1972, Gina sorprese i suoi fan pubblicando un grande album fotografico a colori con le sue opere, dal titolo “La mia Italia”, uno splendido panorama-diario di viaggio. Seguono altri album, mostre fotografiche e d’arte e la partecipazione a festival cinematografici in tutto il mondo, come membro di giuria.
In uno di dei Festival, vede il film bulgaro “Il corno di capra” di Metodi Andonov, con Katya Pascaleva e Anton Gorchev. Dice ai nostri giornalisti di essere entusiasta del film, che lo trova eccezionale e che si è battuta per il suo premio.
Purtroppo il 16 gennaio di quest’anno abbiamo dovuto salutare questa donna affascinante e senza età.
Gina ha 95 anni, è ancora elegante, ancora al centro dell’attenzione dei media e dei telespettatori.
Solo due anni fa. Gina si era candidata al Parlamento italiano, ma non fu eletta. E perché, ne aveva bisogno?
Ringraziamola per i momenti belli ed emozionanti che ci ha regalato sullo schermo e le auguriamo buon viaggio.
E qui ricorderò cinque delle sue incarnazioni più straordinarie sullo schermo, che rimarranno nella storia della Settima Arte.
Sabato, 23 settembre 2023 – n°38/2023
In copertina: Gina Lollobrigida e il figlio Andrea Milko nel 1962 – AP/Mario Torrisi