Oltre 80 opere tra le più famose provenienti da differenti collezioni
di Laura Sestini
Dopo la serie di lockdown per le zone arancioni e rosse dovute alla pandemia, finalmente in Toscana- regione gialla – riaprono musei e mostre lasciate in sospeso.
La mostra antologica De Chirico e la Metafisica, allestita a Pisa nelle sale di Palazzo Blu, quindi, la cui chiusura era prevista per domenica 9 maggio 2021, viene prorogata fino a domenica 5 settembre 2021.
Un’ulteriore grande occasione per i visitatori che non avevano avuto ancora modo di visitarla per magnificarsi delle oltre 80 opere esposte al museo cittadino di Pisa – sul Lungarno Gambacorti – a pochi passi dalla celeberrima Piazza dei Miracoli.
Giorgio de Chirico, scrittore e padre della corrente pittorica ‘Metafisica’, inizia il suo percorso artistico ‘oltre la realtà’ intorno al 1910, dopo una visione-riflessione in piazza Santa Croce a Firenze sulle ombre delle statue, ‘doppi’ della realtà materiale.
Sarà proprio da questa scoperta – o illuminazione – che nascerà Enigma di un pomeriggio d’autunno, dove compare al centro una statua di spalle, priva della testa, e la sua inscindibile ombra.
L’ombra è un altro sé, una differente o ulteriore dimensione della realtà, si chiede De Chirico? Le risposte sull’enigma a cui giunge – da cui prendono nome alcune opere di quei primi passi lungo l’analisi metafisica – lo spingono ad intraprende un cammino artistico-pittorico e filosofico esplorativo, sui legami che hanno gli oggetti tra loro e nei loro contesti.
Percepire la realtà oltre la tangibilità è anche motivo – lungo tutta la carriera artistica del pittore – degli oltre 100 autoritratti inseriti entro tutta la produzione delle sue opere, di cui alcuni esposti all’esposizione pisana – tra cui un ritratto, Autoritratto nudo, del 1945.
Gli autoritratti hanno la peculiarità di esibizione dell’autore in abiti di differenti epoche e provenienze geografiche, in una sorta di esplorazione di sé stessi, e di quante altre personalità potrebbero albergare entro un solo corpo, rifacendosi anche alle medesime elucubrazioni filosofiche e psicoanalitiche dello scrittore e poeta portoghese Fernando Pessoa, suo contemporaneo, e al filosofo Friedrich Nietzsche.
Arruolatosi volontario con il fratello Alberto Savinio (pseudonimo da scrittore) per la Grande guerra, da Firenze si ritrova a Ferrara dove, nel 1917, conoscerà il futurista Carlo Carrà, attraverso il quale lo scambio dialogico porterà a compimento la sua visione più integra della pittura metafisica. A Ferrara conoscerà anche la prima moglie di origine ucraina – Raissa Calza (pseudonimo), archeologa e studiosa di arte classica, con la quale si trasferirà a Parigi, dove si metterà in contatto con Picasso, Apollinaire – suo primo critico – e il movimento dei Surrealisti.
Famoso per le figure dei manichini – uomini senza volto, talvolta automi, in altre ciechi che percepiscono in modo diverso le vibrazioni del mondo e trasmettono saggezza – il manichino sarà il soggetto più volte replicato sulle opere nella fase artistica metafisica principale di De Chirico, tale Le muse inquietanti del 1925, ovvero fino al ritorno allo stile artistico più classico, che riporterà all’ordine, dettato dal nuovo movimento fascista che si sta delineando in Europa.
De Chirico trova quindi una nuova personale mediazione artistica, armonizzando nei suoi dipinti le linee architettoniche classiche – sospese in una dimensione atemporale – con manichini ‘alieni’ dalle linee inanimate, accompagnati da elementi stilistici completamente contrapposti.
L’esibizione pisana di De Chirico, la prima in assoluto nell’attività del museo, si compone di opere trasversali, in senso stilistico, ma anche temporale, del pittore nato in Grecia nel 1888 da genitori italiani; dalla Lotta dei centauri, realizzata poco dopo la frequentazione dell’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera, nel 1909, alle conclusive – dopo gli anni ’60 del 1900 – rivisitate con una nuova appassionata visione Neo-metafisica.
Come afferma la comunicazione ufficiale di Palazzo Blu: “Uno degli elementi principali del progetto è la scoperta della collezione personale dell’artista, fulcro della mostra, composta soprattutto da un grande numero di opere provenienti dalla Galleria Nazionale di Roma – donate nel 1987 dalla moglie del pittore, Isabella – e dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.“
Giorgio de Chirico – contrariamente alla sua carriera pittorica – impossibile da non identificare immediatamente – è poco conosciuto per le doti di scrittore, sulla traccia del fratello Alberto Savinio, anch’egli drammaturgo e scrittore, ma anche autore di opere pittoriche trans-avanguardistiche – di stilepersonale indefinibile tra Bosch e il Surrealismo – di cui alcune esposte a Palazzo Blu, insieme alle più note del fratello Giorgio.
De Chirico scrive numerose opere letterarie, tra cui ‘Hebdomeros’ – una sorta di romanzo senza personaggi principali ma intriso delle visioni ambientate nei suoi quadri che – sembrano rimandare ancora una volta a Fernando Pessoa de Il libro delle inquietudini.
Nel saggio ‘Statues, meubles et généraux‘ del 1927 a conferma della visione metafisica scriverà: “Una profonda impressione ci possono suscitare anche dei mobili disposti in un paesaggio deserto. Immaginiamoci una poltrona, un divano, delle seggiole, radunate in una piana della Grecia, deserta e ricoperta di rovine, oppure nelle praterie anonime della lontana America. Per contrasto anche l’ambiente naturale tutt’intorno assume un aspetto prima sconosciuto.” Un esempio pittorico di tale visione e affermazione – opera presente alla mostra – si materializza attraverso ‘Mobili nella valle‘ del 1968.
Sito web
http://www.dechiricopisa.it/
Giorgio de Chirico e la pittura metafisica
BLU | Palazzo d’arte e cultura
Lungarno Gambacorti 9
Tel. 050.2204650
Mail: info@palazzoblu.it
Date della mostra:
7 novembre 2020 – 5 settembre 2021
Orari
Palazzo Blu sarà aperto dal lunedì alla domenica con orario 10-20.
Dal lunedì al venerdì con prenotazione consigliata.
Il sabato e la domenica la prenotazione è obbligatoria con almeno un giorno d’anticipo rispetto all’ingresso in mostra.
Sabato, 8 maggio 2021 – n°15/2021
In copertina: Giorgio de Chirico ‘Ritorno di Ulisse’ – 1968, olio su tela, 59.9 x 80 cm. Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma © Giorgio De Chirico by SIAE 2020