lunedì, Settembre 16, 2024

Letteratura

Guarire la democrazia

Per un nuovo paradigma politico ed economico

di Giuseppe Gallelli

Leonardo Becchetti, docente di Economia politica presso l’Università Tor Vergata di Roma, propone un metodo civico e generativo di produzione economica, che oltre a creare buona economia, fa nascere nel cittadino capacità di intessere relazioni e di costruire una vita personale, sociale ed economica completa e appagante.

L’autore coglie le contraddizioni e i problemi del mondo contemporaneo, le gravi patologie del sistema economico neoliberista che ha creato sì beni e servizi ma li ha «distribuiti malissimo» diffondendo disuguaglianze e povertà, insostenibilità ambientale ed emergenza climatica e impoverendo “le radici del senso del vivere, creando fenomeni diffusi di depressione e ignorando che gli esseri umani sono soprattutto cercatori di senso”.

Propone, quindi, una visione d’impresa più ambiziosa, che va oltre il PIL e oltre l’obiettivo unico del massimo profitto, per abbracciare quello più vasto dell’impatto sociale e ambientale.

E’ un modello economico che ci porta alla transizione ecologica, in modo da ridurre le emissioni climalteranti, e a una economia circolare che ci dia la possibilità di “creare valore economico sostenibile per l’ambiente”, attraverso le buone pratiche delle comunità d’innovazione sociale e una politica attenta alle virtù civiche e relazionali, che sono il cardine della democrazia.

Ecco la strategia utile da seguire: accrescere quelle virtù civiche di cittadinanza attiva, democrazia e partecipazione che alimentano la ricchezza di senso della nostra vita e “sono fondamentali per la tenuta dei sistemi sociali ed economici”.

Cambiare sistema economico dipende dalla nostra forza di volontà e dalla capacità di aggregare molti altri che sono convinti e operano per diffondere la propria persuasione che sia urgente scegliere, nelle decisioni di consumo e di risparmio, beni e servizi di aziende leader nella capacità di dare dignità al lavoro, di avere come obiettivo la sostenibilità ambientale e la produzione di prodotti di buona qualità.

L’autore definisce «voto col portafoglio», l’autodeterminazione, la capacità di scelta del consumatore, metodo che produrrà, se ben utilizzato, una società migliore, un ambiente di lavoro umano, più appagante e più ricco di senso sia per i lavoratori che per i consumatori.

Fa notare come “il voto col portafoglio ha fatto passi da gigante nella finanza green, mentre è molto più indietro nel consumo, sui temi sociali e del lavoro” e indica interessanti soluzioni per migliorare e ampliare questo metodo in questi settori.

Edizione Minimum Fax (2024)

Cita come esempio di buona economia, la nascita di Next – Nuova economia per tutti – un’associazione di promozione sociale che unisce 45 realtà rappresentative del Paese: sindacati nazionali, associazioni di consumatori e imprenditoriali, le grandi centrali del mondo cooperativo, Banca Etica, le banche di credito cooperativo e molti altri.

Anche sui social si è sviluppato una nuova modalità di consumo: a partire da Next è stata costruita una piattaforma online di consumo responsabile (Gioosto): una vetrina di prodotti di tutte le aree del nostro Paese e La Marca del consumatore, nata in Francia, e ora anche in Italia, un’associazione di produttori e consumatori che valorizzano le risorse locali, la sostenibilità ambientale e l’equa remunerazione dei lavoratori di quelle aziende.

La rivoluzione «del voto col portafoglio» sta avanzando, determinando interventi istituzionali nell’Unione Europea che per le imprese oltre una soglia dimensionale di 250 addetti, propone, ad esempio, l’obiettivo di indicatori finanziari e indicatori di sostenibilità ambientale e sociale.

L’autore indica il percorso per cambiare paradigma economico.

Alla radice della fertilità economica e sociale colloca «il dono» cioè “la capacità di fare qualcosa più di quanto gli altri si aspettano da noi, perché genera gratitudine, stimola reciprocità, innescando il meccanismo della cooperazione”. L’arte delle relazioni, dello scambio di doni e della cooperazione è, infatti, fondamentale in tutte le organizzazioni, a partire dalle aziende.

Il «dono», così inteso, ci aiuta a costruire relazioni profonde su cui è possibile costruire fiducia e cooperazione e ottenere importanti risultati economici. Viene migliorata la domanda di senso nell’operare sia a livello personale, dato che migliora l’apprendimento, la partecipazione e il coinvolgimento nelle decisioni, che nella vita d’impresa, dato che il personale si prende cura dei problemi di gestione e partecipa alla loro risoluzione.

La seconda risorsa utile al cambio di paradigma riguarda l’impresa che non concentra l’obiettivo solo sul profitto ma anche sull’impatto sociale, dando maggiore importanza al tema della responsabilità sociale e, attraverso la promozione della biodiversità organizzativa d’impresa, genera un mondo molto più ricco di senso e di soddisfazione nell’operare.

La terza risorsa dell’economia civile riguarda la concezione del valore economico e degli indicatori di benessere. Ricorda che recentemente sono stati elaborati moltissimi indici di benessere multidimensionale, tra cui il Benessere Equo e Sostenibile, su cui sono stati identificati dalle parti sociali 12 domini di benessere (salute, istruzione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, benessere soggettivo, ricerca e innovazione, paesaggio e patrimonio culturale, qualità dei servizi, sicurezza, ambiente) e sono stati stabiliti indicatori per misurare ognuna di queste dimensioni.

Fa notare che felicità e benessere sono indotti soprattutto dalla capacità di metterci in moto per un fine che ci appassiona. E’ la combinazione di creatività e passione per gli altri che misura la generatività, che incide positivamente sulla soddisfazione di vita, oltre che sulla resilienza e sul capitale sociale.

Ci invita, quindi, ad approfondire la conoscenza e la pratica di economia civile, cioè di quel tipo di economia che contribuisce allo sviluppo di un territorio ed è ad esso legata in modo indissolubile.

L’ultimo elemento che differenzia l’economia civile da quella tradizionale è l’approccio alla politica economica. Per l’economia civile, infatti, i problemi vanno risolti non dall’alto, ma a quattro mani (meccanismi di mercato, istituzioni, cittadinanza attiva individuale e in forme organizzate, imprese responsabili). In quest’ottica cambia profondamente il ruolo delle istituzioni che da una posizione dirigistica, diventano “levatrici delle energie della società civile”.

La politica, di conseguenza, non prende le decisioni da sola, ma riunisce le parti sociali ed economiche, in un percorso che corrisponde alle aspettative dei partecipanti, e vara leggi in grado di mettere in moto generatività e cittadinanza attiva, realizzando buona politica, prestando attenzione, ascolto e collaborando con persone capaci di intessere relazioni costruttive e dotate di razionalità sociale e imprese ambiziose che guardano all’impatto e a biodiversità organizzata, non solo al profitto.

Il percorso verso la felicità individuale e collettiva è faticoso, ma realizzabile.

L’autore dà alcuni piccoli consigli pratici per realizzarla, tra cui centrale, è la generatività, cioè “quella specie di contatore” – scrive l’autore – che ci dice quale può essere “l’impatto atteso di una nostra azione (molto utile per gli altri, poco utile, neutrale, dannosa) e questa percezione determina molta della felicità/ infelicità associata a quell’azione […] al contrario, la mancanza di generatività e la povertà di senso del vivere possono produrre esiti molto negativi”.

Potremo essere felici se riusciremo a rendere la nostra vita autenticamente soddisfacente e ricca di senso.

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Sabato, 7 settembre 2024 – Anno IV – n°36/2024

In copertina: Il seminatore – Vincent Van Gogh (1888)

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