Gli Zapatisti inviano un nuovo messaggio al mondo
di Nancy Drew
Gli zapatisti sono un movimento armato di resistenza degli abitanti indigeni dei villaggi delle montagne e delle giungle del Chiapas, lo stato più povero e meridionale del Messico.
Il movimento zapatista nasce all’inizio del XX secolo, intorno al 1910, durante la rivoluzione messicana, prendendo nome dai uno dei suoi più noti comandanti, Emiliano Zapata, che guidò l’Esercito di Liberazione del Sud contro l’esproprio delle terre ai contadini da parte delle élite terriere messicane; quindi un movimento rurale, dal basso, che tutt’oggi perdura contro il potere politico messicano nella regione ai confini con il Guatemala. Il motto di Emiliano Zapata era “preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio” . Il comandante rivoluzionario Zapata fu tradito e ucciso da uno dei suoi alleati nel 1919, ma rimane un grande mito ed eroe della storia moderna messicana.
Il 1° gennaio 1994 l’EZLN – Ejército Zapatista de Liberación Nacional – lanciò un’insurrezione armata in Chiapas contro lo Stato messicano e l’Accordo di libero scambio NAFTA – North American Free Trade Agreement siglato tra Messico, Canada e Usa – contro la globalizzazione del mercato neoliberista e lo sfruttamento dei territori appartenenti ai gruppi indigeni messicani.
Il movimento zapatista odierno è stato rappresentato fino al 2014 dal subcomandante Marcos, che ha lasciato l’incarico volontariamente e poi ha preso il nome di subcomandante Galeano. I principi di lotta del movimento zapatista si rifanno tutt’ora all’anarchia e all’anticapitalismo.
Ci sono persone così…
In vari angoli del mondo e in tutto il pianeta, nelle parti e nel tutto, capita che ci siano persone così…
Che dicono “NO”, quando la maggioranza annuisce con rassegnato disinteresse.
Che alzano la testa, quando la maggioranza la abbassa.
Che smettono di credere, quando il credo ufficiale si impone sulla maggioranza.
Che hanno dei principi, quando la maggioranza inventa alibi.
Che cercano la verità e la giustizia, mentre la maggioranza si perde.
Che camminano per scoprire, quando la maggioranza siede ad aspettare.
Che lottano, quando la maggior parte si arrende.
Che dicono qualcosa quando parlano, anche se la maggioranza ripete.
Che, guardandosi allo specchio, si ritrovano, mentre le maggioranze gli chiedono di diperdersi in esse.
Che vegliano, anche se la maggioranza dorme.
Che si donano, mentre la maggioranza viene amministrata.
Che si ribellano, quando la maggioranza obbedisce.
Che si distinguono, mentre la maggioranza si assomiglia.
Che ascoltano oggi il suono cupo del domani, anche se i più sentono solo il rumore del falso passato.
Che si trasformano, mentre la maggioranza si rassegna.
Che aprono gli occhi, quando la maggioranza li chiude.
Che gridano, mentre la maggioranza si stordisce con gli slogan.
Che si fanno strada lottando tra macerie, sangue, ossa, fango e merda, scegliendo destino, ritmo e compagnia, mentre la maggioranza inghiotte i rospi che compaiono sulla strada battuta della menzogna.
Che non perdonano né dimenticano, anche se la maggioranza professa la religione dell’apatia.
Che pensano in modo critico, mentre la maggioranza consulta il dogma alla moda.
Che lottano perché è loro dovere e non per essere parte della maggioranza.
Che sono solo una crepa, quando la maggioranza si fa muro.
Queste persone. Così piccole. Così distinte. Così diverse. Così minoritarie. Così necessarie. Queste persone ci sono. Anche se non sono nominate, anche se lo sguardo del Potere non le prende in considerazione, anche se lassù non vengono ascoltate, anche se non appaiono nei sondaggi e nelle statistiche.
Queste persone…
Per loro il nostro cuore.
Il nostro ascolto attento al loro sguardo.
La nostra parola le cerca.
Il nostro abbraccio comune nonostante geografie e calendari.
Per loro, e con loro, il festival degli incontri…
Dalle montagne del Sudest Messicano.
El Capitán
Messico, ottobre 2024
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Sabato, 12 ottobre 2024 – Anno IV – n°41/2024
In copertina: Emiliano Zapata Salazar – murale in un villaggio del Chiapas