Le origini di HTS e le sue relazioni con ISIS e al-Qaeda
Redazione TheBlackCoffee
Di seguito una sintesi di un report sul movimento Hayat Tahrir al-Sham (HTS), pubblicato nel giugno 2023 dal Rojava Information Center (RIC) situato in Siria di Nord-Est e diretto dai media curdi, volontari e giornalisti internazionali.
Hayat Tahrir al-Sham (HTS) è un’organizzazione militare e politica appartenente al movimento salafita sunnita. Ha una gerarchia autoritaria ed è designata come organizzazione terroristica dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dagli Stati Uniti, Russia,Turchia, dall’Unione europea.
È ampiamente considerata jihadista, ma in un modo “politico” inedito. Ciò la distingue da al-Qaeda e dall’ISIS.
L’attuale legame di HTS con i due gruppi salafiti-jihadisti è dibattuto. HTS amministra di fatto uno stato islamico nella regione di Idlib, nella Siria nord-occidentale, governando la sua popolazione di 4,5 milioni di persone tramite il cosiddetto Governo di salvezza siriano. Secondo i discorsi pubblici della sua leadership, mira a rovesciare il governo del presidente siriano Bashar al-Assad e a stabilire uno Stato islamico in tutta la Siria. Nell’ultimo anno , ha iniziato a svolgere un ruolo sempre più determinante anche nei territori della Siria settentrionale occupati dai turchi.
HTS è stata fondata nel gennaio 2017. Le sue origini, tuttavia, risalgono al 2012, quando il suo attuale leader, Abu Muhammad al-Jawlani, fu inviato in Siria dal leader dello Stato islamico in Iraq (ISI) Abu Bakr al-Baghdadi per organizzare la propaggine siriana dell’ISI. Lì, al-Jawlani riuscì a creare la milizia islamista Jabhat al-Nusra (Fronte al Nusra) e iniziò a combattere nella guerra civile siriana.
Fin dal suo inizio, tuttavia, al-Nusra mostrò due caratteristiche che la distinguevano da un canonico gruppo di guerriglia salafita-jihadista: prese parte attiva all’amministrazione delle aree ribelli fornendo servizi sociali e accettò alleanze con altri gruppi di insorti, anche quelli non ideologicamente allineati. Le tattiche della milizia si dimostrarono efficaci e, a novembre 2012, il WashingtonPost lo descriveva come “il più aggressivo e di successo” tra le forze ribelli siriane. Ad aprile 2013 al-Baghdadi, per prendersi il merito dell’espansione di al-Nusra, annunciava l’evoluzione da ISI a ISIS (lo Stato islamico in Iraq e Siria), aspettandosi che al-Nusra venisse incorporata.
Al contrario, al-Jawlani colse l’opportunità di spostare la fedeltà al leader di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri. L’approvazione di al-Zawahiri tagliò il legame di al-Nusra con l’ISIS. Questo fu un evento importante all’interno del movimento radicalista islamico, come dimostrato dagli scontri tra ISIS e al-Nusra che seguirono. Nel marzo 2015, al-Nusra e altri gruppi di insorti si unirono per ottenere il controllo su Idlib, che a quel tempo era diventato uno dei nuclei principali della ribellione siriana. Tuttavia, la sua affiliazione ad al-Qaeda gli impediva di unirsi
correttamente con i suoi alleati sul campo. Questo, presumibilmente, ha motivato la mossa successiva di al-Jawlani: ribattezzando al-Nusra come Jabhat Fatah al-Sham (Fronte aperto del Levante), ha abbandonato al-Qaeda senza prima consultare al-Zawahiri.
Ufficialmente, questo non fu accettato da al- Zawahiri e spinse alcuni veterani di al-Qaeda ad abbandonare JabhatFatah al-Sham. Ciò non fu sufficiente, tuttavia, per escludere la possibilità che le due leadership mantenessero comunicazioni segrete. Infatti, nel 2018, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riferiva che i contatti tra i due leader erano ancora in corso. In relazione a ciò, all’epoca l’organizzazione si sarebbe anche basata su donazioni da parte di cittadini privati provenienti da Arabia Saudita, Turchia, Qatar e Kuwait: il distacco da al-Qaeda avrebbe quindi consentito a tali donatori di continuare in sicurezza la loro attività.
Quindi, nel gennaio 2017, Jabhat Fatah al-Sham si è unita a Jaysh al-Ahrar (Esercito dei Liberi), una scissione di Harakat Ahrar al-Sham al-Islamiyah (Movineto islamico volontario del Levante) – una fazione islamista e salafita a cui al-Nusra era alleata – così come ad alcune altre fazioni minori, per formare Hayat Tahrir al-Sham. Ciò ha portato altri comandanti fedeli ad al-Qaeda a dimettersi e a ristrutturarsi all’interno dell’organizzazione Hurras al-Din (HD) alla fine del 2017. Da quel momento in poi, HD è diventato il rappresentante ufficiale di al-Qaeda in Siria.
Gli eventi che seguirono diedero peso all’affermazione che HTS avesse veramente rotto i suoi legami con al-Qaeda.
Nel giugno 2020, HD formò una nuova sala operativa, la cosiddetta “Fathbutu”, che attirò più miliziani dai ranghi di HTS, iniziando a minare l’egemonia di HTS nella regione. In risposta, HTS arrestò alcuni dei leader disertori, che scatenarono alcuni giorni di combattimenti tra HTS e la coalizione guidata da HD, dove quest’ultima venne sconfitta.
HTS ha perseguitato attivamente i gruppi affiliati ad al-Qaeda nei suoi territori. Da un lato, questo induce a pensare ad un vero distacco tra le due organizzazioni, e da un altro punto di vista è necessario considerare la volontà di HTS di rimanere l’unico attore forte nella regione.
Questa tattica di smantellamento delle fazioni non allineate era già stata adottata da HTS e al-Nusra diverse volte in passato, ad esempio nel 2014 contro il Fronte rivoluzionario siriano, e tra il 2017 e il 2019 contro Ahrar al-Sham e Nour al-Din al-Zinki.
In effetti, questa strategia sembra essere un punto di forza dell’organizzazione.
In conclusione, sebbene ex comandanti e membri dell’ISIS siano stati verificati tra gli attuali ranghi di HTS, il distacco tra le due organizzazioni è definitivo. Tuttavia, rimane un dibattito sulla natura e la forza dei legami che rimangono tra HTS e al-Qaeda. Il fatto che HTS abbia combattuto contro fazioni che erano apertamente
affiliate ad al-Qaeda potrebbe non essere sufficiente per escludere un potenziale attuale legame segreto tra HTS e l’organizzazione fondata da Osama bin Laden.