La raffinata arte della xilografia
di Laura Sestini
Fino al 25 febbraio 2025 sarà visibile a Palazzo Blu di Pisa una ampia esposizione di opere silografiche del maestro giapponese Katsushika Hokusai (1760 -1849), attraverso oltre 200 opere provenienti dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e dal Museo d’Arte Orientale di Venezia, oltre che da collezioni private italiane e giapponesi.
La mostra si dipana nei due piani del Palazzo articolandosi in più sezioni: Vedute celebri del Giappone; Vedute del monte Fuji; Manga e manuali; Rappresentazione di poeti e poesie; Surimono: biglietti e inviti; La libertà di dipingere; Hokusai e il giapponismo; Hokusai pop.
La xilografia è una tecnica di incisione di lastre di legno che, scavate del loro materiale in eccesso, lasciano in rilievo solo i disegni che poi vengono riprodotti per stampa su carta pregiata lavorata a mano dalle fibre naturali di alcuni alberi. In particolare il legno di ciliegio è tra i più apprezzati. In realtà la tecnica della silografia è di origine cinese, nata nell’VIII secolo d.C., segnando invece l’apice della versione giapponese delle operazioni artistiche, a partire dal 1600, in epoca Edo.
Le stampe silografe di Hokusai, che di se stesso narrava di aver iniziato a copiare oggetti fin da giovanissima età, sono eleganti e minuziose, dimostrando che il maestro giapponese avesse un grande talento sia estetico che come incisore. Con poche linee Hokusai riesce a dar vita a personaggi, abiti tradizionali, ambienti senza tempo in maniera sobria ed attraente, molto raffinata, secondo il filone artistico denominato ukiyo-e (trad. “immagini del Mondo Fluttuante”). Infatti, il suo tratto attrasse anche molti artisti europei suoi contemporanei di fine Ottocento, tra i quali Van Gogh, Toulouse Lautrec, Manet e Monet, che furono i protagonisti del movimento del Japanisme.
La silografia più nota di Hokusai, “La grande onda presso la costa di Kanagawa”, anche opera-manifesto per presentare l’artista giapponese al pubblico italiano, e per cui deve anche la sua fama mondiale, fa parte di una serie di “Trentasei vedute del Monte Fuji“, la montagna più alta del Giappone che nell’opera rimane sullo sfondo, un vulcano alto 3776 metri situato sull’isola di Honshū, una delle tre “montagne sacre” del Paese dove gli shintoisti considerano doveroso recarsi in pellegrinaggio almeno una volta nella vita.
Maestro eccentrico, la sua imponente opera include anche una produzione artistica esclusiva e poco conosciuta dal pubblico: i surimono, biglietti e inviti di massima raffinatezza tecnica, concepiti per una committenza colta ed elitaria. La sezione include opere rare conservate in centinaia di esemplari presso il Museo Chiossone, mai esposte prima in modo compatto e comprende biglietti augurali, d’invito e pubblicitari creati per eventi, ristoranti, incontri letterari, prodotti in edizioni limitate, caratterizzati da illustrazioni di grande eleganza, arricchite da pigmenti d’argento e oro, o da varianti di colore, che includono testi e poesie calligrafate esplicitando il loro scopo.
La grande influenza che genera tutt’oggi lo stile di Hokusai è messa in evidenza nel percorso espositivo, attraverso una selezione di opere dei più noti artisti contemporanei del pop giapponese, come Yoshitomo Nara (1959-), famoso per le figure di bambine dai volti spaventosi e arrabbiati, che dedicò a Hokusai disegni e citazioni ironiche incorporandovi messaggi sociali e ambientali; il gruppo TeamLab, fondato nel 2011 e rinomato per il museo d’arte digitale immersiva a Tokyo, che crea installazioni interattive e video che traggono ispirazione dalla natura, dai paesaggi e dalle stagioni tipiche dell’arte classica; il disegnatore Manabu Ikeda, che lavora in punta di penna realizzando disegni affollati di minuti particolari, tra cui l’opera Foretoken in cui ha ripreso la “Grande Onda” di Hokusai in una immagine apocalittica e un omaggio dell’artista italiano Simone Legno che sempre alla Grande Onda ha dedicato un’opera pittorica appositamente per la mostra.
“Dall’età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dal mezzo centinaio in poi ho pubblicato molti disegni, però tra quello che ho raffigurato in questi settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatre ho un po’ intuito l’essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Prego quelli tra loro signori che godranno di lunga vita di controllare se e quanto sostengo si rivelerà infondato”. Katsushika Hokusai
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HOKUSAI
24 ottobre 2024 – 23 febbraio 2025 – Palazzo Blu (Pisa) https://palazzoblu.it
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Sabato, 7 dicembre 2024 – Anno IV – n°49/2024
In copertina: silografia “La grande onda presso la costa di Kanagawa” – (1830-31) Katsushika Hokusai