domenica, Dicembre 22, 2024

Le riflessioni della giraffa

I 10 Mondi

Il mutuo possesso degli “stati vitali”

di Elisa Ciulli

Nel Buddismo di Nichiren Daishonin, monaco vissuto in Giappone nel 1200 e fondatore del Buddismo di Nam Myoho Renge Kyo, i Dieci Mondi sono 10 Stati Vitali:

  1. L’inferno è la condizione di massima sofferenza e disperazione
  2. L’avidità è lo stato vitale di chi desidera continuamente qualcosa e non è mai soddisfatto anche quando realizza ciò che desidera
  3. L’animalità è lo stato di chi vive la sua vita in preda all’istinto
  4. La collera è lo stato vitale in cui predomina l’arroganza ovvero il senso di superiorità rispetto agli altri anche se si può manifestare con servilismo
  5. L’umanità o tranquillità è lo stato di chi vive in base alla ragione
  6. L’estasi è la felicità temporanea ovvero relativa ad un qualcosa di piacevole che si è realizzato ma destinata a durare poco
  7. Studio o apprendimento è lo stato vitale di chi aspira a migliorarsi attraverso lo studio
  8. Realizzazione o illuminazione parziale è il mondo degli artisti e degli scienziati. A differenza del precedente non si basa sullo studio di opere altrui ma su intuizioni personali
  9. Bodhisattva è lo stato di chi si dedica alla felicità degli altri
  10. Buddità è la perfezione o assoluta libertà, lo stato in cui ci si sente connessi a tutti i fenomeni dell’universo, in cui si percepisce che ogni situazione è un’occasione per entrare in contatto con la vita universale.

Ho fatto questa descrizione in maniera veloce e superficiale (per approfondire sgi-italia.org) per arrivare al concetto più importante che è ‘il mutuo possesso dei Dieci Mondi’: ogni stato vitale contiene in sé gli altri nove. L’importanza di questo concetto sta nel fatto che accorcia del tutto la distanza tra il comune mortale e il Buddha. Anche il Buddha può vivere lo stato vitale dell’inferno perché il Buddha soffre quando vede la sofferenza negli altri esseri umani.

Proprio da qui nasce la compassione del Buddha, dove per compassione si intende proprio il sentire insieme.

Ma è vero anche il contrario: gli esseri dei nove mondi, ovvero i comuni mortali, sono tutti potenzialmente dei Buddha a partire da coloro che vivono la sofferenza più disarmante dell’inferno fino al bodhisattva che si realizza aiutando gli altri.

Ed è proprio questo che rende il Buddismo di Nichiren Daishonin rivoluzionario, perché riconosce nella vita di ogni essere umano una potenzialità alta che è quella del Buddha.

Ma proviamo a trovare la Buddità in ogni stato vitale:

  1. L’inferno, la sofferenza più nera; più giù non si può andare ma a volte toccando il fondo si ha la possibilità di darsi una spinta verso l’alto;
  2. L’avidità, il non essere mai soddisfatti, e compiaciuti aggiungerei, del proprio miglioramento;
  3. L’animalità e tutto ciò che è legato all’istinto: la riproduzione per esempio, e difendere il proprio branco inteso come umanità;
  4. La collera, superando il proprio ego, può diventare la spinta a “primeggiare” come essere umano;
  5. L’umanità o tranquillità potrebbe sembrare un ottimo obiettivo, se non fosse così fragile e dipendente dagli accadimenti esterni. Riuscire ad essere sereni nonostante le sofferenze della vita, questo ci porta a cercare qualcosa di più profondo;
  6. L’estasi o felicità temporanea, essere felici e un attimo dopo sprofondare nella sofferenza più nera, ci fa capire quanto è fragile questa condizione e ci induce a cercare qualcosa di più stabile;
  7. L’apprendimento o mondo di studio; non si finisce mai di imparare ma può essere così limitante e alla fine può sorgere il desiderio di condividere con gli altri e di “sporcarsi” nel mondo dei comuni mortali;
  8. Realizzazione o illuminazione parziale; siamo su un livello alto, e come per quanto riguarda il mondo precedente quello di apprendimento, scatta facilmente l’arroganza, il sentirsi un passo avanti. Infatti negli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto gli uomini dei due veicoli, apprendimento e realizzazione, erano esclusi dall’ottenimento della Buddità. Allo stesso tempo può scattare anche un senso di solitudine e allora di qui la voglia di immergersi nella meravigliosa confusione del mondo dei comuni mortali, del confrontarsi e del migliorarsi ancora di più come esseri umani
  9. Bodhisattva è la persona che si realizza aiutando gli altri. Siamo molto vicini alla Buddità. In effetti il comportamento del Buddha è come quello del bodhisattva. Stando a contatto con le sofferenze della gente può nascere il desiderio di scoprire la possibilità di essere felici nonostante le sofferenze inevitabili della vita.
  10. Conclusione: Perché, se è possibile vivere la condizione del Buddha, non aspirare a questa?

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Sabato, 27 luglio 2024 – Anno IV – n°30/2024

In copertina: immagine di Kar3nt/Pixabay

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