Si arricchisce l’Olanda e i narcotrafficanti
di Ettore Vittorini
Molti anni fa fui inviato dal Corriere della Sera in Olanda per occuparmi del principe Bernardo – consorte della regina Giuliana – coinvolto nello scandalo Lockheed, l’industria aeronautica statunitense che aveva distribuito tangenti a mezza Europa. Rimasi sbalordito per quello scandalo scoppiato in un Paese democratico, efficiente, ben organizzato e apparentemente non corrotto. In cambio molti colleghi locali parlavano male dell’Italia, affermando che noi avremmo avuto bisogno di un nuovo Mussolini. Rimasi indeciso se arrabbiarmi o manifestare sensi di colpa come italiano. Intanto loro erano stati colpiti da uno scandalo ‘reale’ nella ‘onesta’ Olanda.
Dopo tanto tempo, Roberto Saviano ha scritto giorni fa un lungo articolo intitolato “Le colpe dell’Olanda, paradiso dei narcos” pubblicato dal giornale olandese “NRC” e dal Corriere della Sera. E’ un j’accuse del giornalista-scrittore contro una nazione che possiede una struttura istituzionale forte, una polizia sostanzialmente sana, dove si rispettano i diritti umani e sociali. “Eppure rimane uno dei Paesi più criminali del mondo – scrive Saviano – e non intendo i crimini da strada”. Si riferisce al meccanismo economico e finanziario derivato dal sistema offshore che accoglie le aziende straniere permettendo loro di evadere il fisco dei rispettivi Paesi di provenienza, chiedendo in cambio una minima percentuale. Tra queste ci sono le italiane Fiat, Ferrari, Mediaset; tra le altre società straniere Google, Nike, Netflix e tante ancora.
“Vi arriva una ricchezza gratis– dice Saviano – ma che ha un prezzo”. Questo consiste in una malavita gestita dai narcotrafficanti che ad Amsterdam si arricchiscono col riciclaggio di denaro sporco permesso proprio dal sistema finanziario olandese.
E per difendere il loro potere uccidono. Il 6 luglio hanno assassinato il giornalista Peter de Vries nel pieno centro della città. Questi doveva testimoniare al processo contro Ridouan Taghi, un grosso trafficante marocchino attualmente agli arresti, capo della Mocro Maffia, la mafia marocchina.
De Vries sapeva molte cose e con la sua testimonianza avrebbe potuto accelerare i tempi del processo contro il marocchino – che va a rilento. E per lo stesso motivo era stato ucciso nel 2019 l’avvocato Derek Wiersum e l’anno prima un altro giornalista, Martin Cook.
La maggior parte dell’opinione pubblica olandese – tutta gente per bene – non fa autocritica ma attribuisce lo spaccio di droga, gli omicidi, il riciclo del denaro sporco soltanto all’immigrazione. I responsabili sarebbero i marocchini, gli albanesi, gli italiani, i russi. Non il sistema statale che ha permesso i loro loschi traffici.
All’interno dell’Unione Europea l’Olanda si pone tra i Paesi cosiddetti frugali – insieme ad Austria e Svezia – contro il Recovery Found e in particolare contro il finanziamento a fondo perduto per l’emergenza Covid. L’anno scorso durante un incontro col premier olandese Mark Rutte, ripreso dalla Televisione, alcuni camionisti di Amsterdam gli raccomandarono: “Non date i soldi agli italiani e agli spagnoli”. E lui assentì sorridendo.
Di fronte all’offshore olandese – al quale aggiungiamo anche quello della Repubblica d’ Irlanda e i paradisi fiscali del Lussemburgo – l’Unione Europea tace, mentre quei governi perseverano nelle loro politiche economiche antieuropee. La politica olandese, ipocritamente, ignora il problema della mafia marocchina: non ci sono mai stati dibattiti in Parlamento, né prese di posizione incisive da parte dell’opposizione e dei media. Gli omicidi dei due giornalisti e dell’avvocato sono stati rubricati come delitti commessi da delinquenti comuni.
A questo punto mi sento di rivalutare l’Italia con i suoi gravi problemi, ma con un dibattito interno sempre acceso.
Sabato, 7 agosto 2021 – n° 28/2021
In copertina: Il ‘Cambiavalute e sua moglie’ del pittore fiammingo Quentin Metsys (Museo del Louvre)