Panoramica esistenziale sulle ‘donne’ dei detenuti
di Laura Sestini
Appena gli applausi hanno riempito di sonoro consenso lo spazio del Piccolo del Teatro Bellini di Napoli – a spettacolo concluso – la prima impressione consapevolmente percepita è stata di aver assistito ad un’opera teatrale ‘intelligente’.
Una scelta coraggiosa, quella di esprimersi in dialetto partenopeo – che potrebbe essere limitante in qualche maniera verso un pubblico meno avvezzo – ma anche azzeccata, poichè la lingua napoletana pervade l’atmosfera maggiormente in profondità e l’italiano non avrebbe restituito realisticamente il contesto, l’atmosfera su cui si voleva attrarre l’attenzione.
Sul palcoscenico tre interpreti maschili, ‘agghindati da donne’, di cui ne hanno imitato le movenze e il modo di pensare ed esprimersi, per una performance equilibrata ed ironica che ha suscitato l’ilarità del paradosso, su una tematica poco conosciuta e discussa, ma dolorosamente e solidamente attuale.
La trama riprende dalla vita reale, da interviste concesse alla Compagnia da donne legate a uomini che scontano anni di carcere per reati grandi e piccoli – o solo perchè tossicodipendenti – nell’istituto di pena napoletano di Poggioreale, ed anche altrove. Vite di donne ‘incatenate’ come i loro compagni, sottoposte a ritmi e contesti fuori dall’ordinario, talvolta surreali, tristi, di incredulità e stoicismo, di tradizione patriarcale, di pazienza e rabbia, di malcelata sfiducia, e di imperturbabile orgoglio.
Le mogli, madri, sorelle, compagne dei detenuti sopportano una vita di infinita attesa dai confini sfumati ed incerti, allevando figli, nel tentativo di dare qualche sollievo emotivo agli uomini che per scelta o per ‘malasorte’ si sono trovate accanto. La vita è sorprendentemente ed inaspettatamente fantasiosa per tutti, e non sempre – sappiamo – riesce ad infilarsi nella stretta strada della felicità.
Tre personaggi femminili, tre differenti personalità, plasmate in base agli anni di attesa trascorsi tra la routine quotidiana del lavoro, della casa e dei figli – spesso da crescere da sole – ed i brevi colloqui con i mariti entro le mura del carcere, per dialogare sulle necessità prioritare della famiglia e del detenuto, per raccontarsi cosa succede entro e fuori quel perimetro, per creare una parvenza di vita condivisa – illudendosi – ed eludendo l’esistenza reale, quella che credeva nei sogni, nell’amore e nella banalità di una vita ‘normale’.
Tre donne che difendono i loro spazi vitali anche con violenza, ma che infine troverrano tutte riparo sotto uno stesso piccolo ombrello per – metaforicamente – ripararsi dalla pioggia che arriva sempre improvvisa.
Bravi gli attori – credibili nelle loro parti al femminile, con tanto di rossetto nelle sporte della spesa che celano i doni da portare ai loro ‘carcerieri’. Sì, avere un compagno detenuto include essere altrettanto imprigionate, cambia solo la modalità.
Molto interessante il testo, ‘intelligente’, come già sottolineato, privo di eccessi, che esprime la realtà del carcere senza forzature, anzi ne sottolinea in maniera leggera le distorsioni burocratiche della quotidianità tangibile, rivelando la ‘scappatoia’ che quelle donne – compagne di uomini detenuti – cercano per loro stesse ed i loro figli dai padri ‘assenti’, figure ingombranti seppur simil-virtuali.
‘Il colloquio’, sostenuto dalla regia del giovane Eduardo Di Pietro, ha ricevuto il premio Scenario Periferie nel 2019, il premio Fersen alla regia 2021 ed è stato finalista In-Box nello stesso anno.
‘Il colloquio’ è un inaspettato inno alla libertà.
E non sempre agli spettatori viene concessa tanta piacevolezza.
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Lo spettacolo è andato in scena martedì 24 maggio 2022 al Teatro Bellini, Via Conte di Ruvo, 14 – Napoli
IL COLLOQUIO
progetto e regia Eduardo Di Pietro
con Renato Bisogni, Alessandro Errico, Marco Montecatino
aiuto regia Cecilia Lupoli
costumi Federica Del Gaudio
organizzazione Martina Di Leva
Residenza per artisti nei territori – Teatro Due Mondi, Faenza
Collettivo lunAzione
Sabato, 28 maggio 2022 – n° 22/2022
In copertina: una scena de ‘Il Colloquio’ – Foto: Malì Erotico (tutti i diritti riservati)