giovedì, Dicembre 26, 2024

Cultura, Multimedialità, Teatro & Spettacolo

Il nostro nome è Anna

Prima proiezione pubblica del pluripremiato cortometraggio di Mattia Mura Vannuzzi contro l’indifferenza sociale

di Laura Sestini

La prima proiezione pubblica del premiatissimo cortometraggio che ha fatto il giro d’Europa nei festival, è avvenuta a Cecina, nell’area geografica dove il giovane regista Mattia Mura Vannuzzi non solo è cresciuto come persona, ha iniziato la sua carriera artistica, poiché i primi approcci alla narrazione cinematografica nascono proprio lungo i territori e l’entroterra della Costa Etrusca, in Toscana, un territorio che non manca certo di spunti di ispirazione, fosse anche solo per il maestoso paesaggio.

Breve e conciso – 20 minuti di proiezione – con un cast ricco e variegato, il lavoro del regista Mattia Mura Vannuzzi è considerato da Adelmo Togliani – attore protagonista insieme alla giovanissima Ludovica Nasti, già conosciutissima in ambito cinematografico, e Serena Bilanceri – un’opera d’arte che invia un messaggio diretto.

Alla presentazione, un folto e variegato pubblico di tutte le età, primeggiano curiosi e sorridenti gli amici di infanzia e di mille avventure del regista, nonché una parte dello staff che dietro le quinte ha lavorato all’opera cinematografica.

Il cortometraggio risulta scorrevolissimo, nonostante la tematica importante, prendendo spunto dalla vita di Anna Frank, trasferendola a tempi più contemporanei ed ancora attualissimi, che paiono essere rimasti senza memoria delle atrocità compiute in passato. Entro la trama però non ci si limita alle discriminazioni etnico-religiose subite dall’ebrea Anna Frank, ma si abbracciano più contesti di sopruso ed abuso, dal bullismo sui giovani studenti stranieri, agli homeless che abitano invisibili le nostre città.

Anna frequenta la scuola media, ma è dotata di una sensibilità maggiore verso la società che la circonda, o forse ha solo più coraggio dei suoi coetanei – ed anche degli adulti – nel contestare ciò che le sembra ingiusto, in disaccordo con la famiglia – che le insegna a “non intromettersi negli affari degli altri” – ed anche le istituzioni scolastiche.

Attraenti i punti di ripresa foto-cinematografica, realistici i contesti scenografici e geografici – girato in Toscana – puntuali e credibili le interpretazioni attoriali – dove in cima alla lista mettiamo Ludovica Nasti, per amor della giovane età e le sue capacità interpretative. Ciò non vuole sminuire l’apprezzamento di tutti gli altri attori. Molto apprezzabili i testi, mirati, senza sbavature o derive di parte, il corto focalizza un messaggio sull’indifferenza sociale che tanto caratterizza la società occidentale benestante, di ieri e di oggi.

Un corto sulla memoria, che si è esteso a tutte le idiosincrasie contemporanee.

Molti i riconoscimenti ricevuti dal corto – tra i tanti citiamo il Festival dei Diritti Umani di Napoli – che riteniamo meritatissimi. Un lavoro ben costruito che invia facilmente il messaggio voluto, ovvero che l’indifferenza è la peggiore arma che abbiamo come esseri umani.

La visione del corto ci ha dato modo di riflettere sulla questione, ed ha scaturito una domanda, a cui abbiamo chiesto di rispondere al regista oltre a Federica Pannocchia – colei che ha proposto l’idea ad Helix Pictures, tema ampiamente accolto e poi sviluppato entro l’opera cinematografica.

Ci vorrebbero molte più persone al mondo che avessero la stessa sensibilità ed il coraggio della giovane Anna. L’educazione ai diritti umani e ad una socialità più aperta al prossimo parrebbe facile iniziando dalla scuola, ma ci sbagliamo, poiché anche gli insegnanti non sono tutti uguali. Quindi in definitiva si dovrebbe iniziare prima a ‘formare’ gli adulti? Come avviare un percorso, che pare impossibile, per un mondo più umano?

Mattia Mura Vannuzzi: – “Accidenti che domanda! Diciamo che nelle mie possibilità ho deciso di dedicarmi al cinema documentario proprio per cercare di diffondere quelle realtà che già se ne occupano, a chiunque abbia orecchie e occhi per riconoscerlo. Credo però che il punto sia agire con coscienza in ciò che si fa, indipendentemente dal percorso o dal mestiere che si sceglie. Se ci si accorge che le nostre azioni non contribuiscono, anche in minuscola parte, a formare quell’idea di mondo che abbiamo, allora ci vuole il coraggio di cambiare rotta, perché non possiamo più permetterci di vivere in una società di egoismo, di esclusione e intolleranza, come quella in cui ci siamo ritrovati, ancora una volta, anche nel corso della pandemia. L’altro sei tu. È un messaggio che si ritrova in tutte le culture e le religioni, ma poi all’atto pratico, sparisce dal nostro radar, per qualche ragione. Ecco, non c’è più tempo per permettere che questo accada e tutti dobbiamo contribuire, ognuno a proprio modo, affinché questo messaggio diventi parte integrante del nostro modo di vivere.”

Federica Pannocchia: – “Penso che sia fondamentale avvicinarsi agli adulti per incoraggiarli a non dimenticare ed imparare dagli errori del passato, rispondendo oggi all’odio con il bene. Molto spesso quando lavoro nelle scuole i bambini mi raccontano che a casa nel mondo degli adulti non ritrovano questa sensibilità. Parallelamente penso però che sia molto importante anche rivolgersi alla nuova generazione e far capire ai bambini – un po’ come succede nel cortometraggio “Il nostro nome è Anna” – che possono ragionare con la loro testa, talvolta andando anche contro tutti, ed i loro stessi genitori. E’ fondamentale continuare a credere in se stessi e i loro ideali, per costruire oggi una società migliore. Penso sia importante anche per costruire un percorso per un mondo più umano per far capire a tutti, dai più piccoli ai più grandi, che ognuno di noi può fare la differenza e non l’indifferenza. A volte basta poco, piccoli gesti, un abbraccio, un sorriso, un ‘come stai?’ per cambiare per sempre la giornata di una persona che ha bisogno, se non addirittura la sua vita. Quindi è importante anche cominciare con piccoli passi, perché se ognuno di noi facesse qualcosa, sicuramente vedremmo dei grandi cambiamenti.”

La locandina di “Il nostro nome è Anna”

Dirette:  Mattia Mura Vannuzzi. Produzione: Studio Emme & Helix Pictures. Cast: Ludovica Nasti, Adelmo Togliani, Serena Bilanceri, Claudio Mazzenga, Licia Amendola. Sceneggiatura: Cristiana Bertolotti, Mattia Mura Vannuzzi, Federica Pannocchia. Produttori di linea: Gianluca & Marco Bertogna. Direttore di produzione: Ottavio Mura. Direttore della Fotografia: Stefano Giacomuzzi. Costumista: Cristina Da Rold. Musiche originali: Alberto Martino Sound. Designer:  Alessandro La Spina, Enea Bardi. Impasto:  Loft – Studio di registrazione. Montaggio: Mattia Mura Vannuzzi.

Anno: 2021. Lingua: Italiano. Genere: Drammatico, Fantasy.  Durata: 20′ 

Sabato, 16 aprile 2022 – n° 16/2022

In copertina: fotogramma di “Il nostro nome è Anna” – Produzione Helix Pictures

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