venerdì, Novembre 22, 2024

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Il riarmo della Germania

100 miliardi di fondo speciale Bundeswehr

di Laura Sestini

Bundeswehr in tedesco significa Difesa federale ed è proprio a questo comparto che entrambe le camere del Parlamento tedesco recentemente hanno approvato il “Fondo speciale Bundeswehr” di oltre 100 miliardi di Euro, fornendo un enorme impulso alla spinta al riarmo del Paese.

Il Sozialistische Gleichheitspartei – Partito Socialista per l’Uguaglianza, SGP – pare l’unica parte politica tedesca che condanna l’offensiva bellica, cercando di dare voce alla massiccia opposizione tra i lavoratori, contro la follia della guerra, che anche cercano un’alternativa di prospettiva socialista per la lotta contro di essa.

Con questa decisione, la classe dirigente ha messo in moto la più grande spirale di riarmo dalla caduta del regime nazista, le cui implicazioni sociali e politiche saranno enormi. La Germania è già il quinto Paese con il budget militare tra più elevati in Europa – nelle stesse parole del Cancelliere Olaf Scholz del Partito socialdemocratico – SPD – ma con la votazione del Fondo speciale per il riarmo, in futuro diverrà di gran lunga il più grande esercito convenzionale dell’Unione Europea.

Unità di carri armati da combattimento tedeschi Leopard 2 A5 in dotazione alle Forze Armate
Foto: High Contrast/Flickr – Licenza CC BY 2.0

Durante la pandemia – come è accaduto in altri Paesi europei – anche in Germania ospedali, scuole e asili nido sono stati sull’orlo del collasso e miliardi sono stati tagliati all’istruzione e ai servizi sociali, mentre adesso, ugualmente ad altri Stati membri, si dedicano enormi importi agli armamenti, con la giustificazione del doversi difendere dalla Russia di Putin e l’invasione dell’Ucraina. Relativamente alla Germania il bilancio sugli armamenti dovrebbe aumentare ogni anno qualcosa in più del 2 per cento del prodotto interno lordo, quindi un’escalation di riarmo enorme, considerando il PIL della Repubblica Federale tedesca. L’obiettivo del 2% significa che la spesa per la difesa aumenterà da poco meno di 50 miliardi di Euro a più di 70 miliardi solo nel 2022. Ciò rappresenta un aumento superiore al 40 per cento. Il Fondo Bundeswehr, paragonandolo ad altri fondi statali tedeschi vale cinque volte il bilancio federale del 2022 per l’istruzione e la ricerca.

In realtà i socialisti SGP propongono altre modalità di utilizzo dei 100 miliardi che verranno investiti in armamenti. La somma sarebbe più necessaria per sostenere le famiglie con 5.000 Euro per figlio e contestualmente versare 360 mila Euro a titolo di risarcimento del dolore e della sofferenza ai parenti di tutti coloro che ufficialmente sono morti di Coronavirus. In alternativa, l’importo potrebbe essere utilizzato nei prossimi cinque anni per raddoppiare il numero degli infermieri ed elargire un bonus di 1.400 Euro ai lavoratori della Sanità più anziani. Un solo miliardo potrebbe essere indirizzato all’installazione di filtri per l’aria contro il Coronavirus in tutte le aule scolastiche.

Al contrario quell’immenso mucchio di Euro va alle sole Forze Armate. I piani del ministero della Difesa – oltre alle capacità cibernetiche e ai sistemi spaziali – richiedono 41 miliardi di Euro per
l’Aviazione, 19 miliardi per la Marina e 16 miliardi per l’Esercito. In futuro altre quote di Fondo saranno dedicate a nuovi bombardieri nucleari, navi da guerra e carri armati. Il materiale bellico è destinato alla Difesa per consentire ai militari di condurre ancora una volta operazioni militari di grande portata e altamente intensive, secondo il “concetto Bundeswehr” emesso nel 2018.
Anche in termini interni – per i socialisti – la decisione di riarmo è considerata una dichiarazione di guerra alla popolazione. Inserendo il Fondo speciale nella Costituzione teutonica e mantenendo il cosiddetto “freno all’indebitamento”, la classe politica sta già creando condizioni per ‘recuperare’ dalla classe operaia ogni centesimo del budget destinato al bellicismo. Parallelamente, qualsiasi critica al riarmo deve essere fatta tacere e resa illecita.

Già una risoluzione del 2014 – alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco con l’allora presidente Joachim Gauck e i rappresentanti del Governo – aveva annunciato il ritorno della Germania ad una aggressiva politica estera. Il Sozialistische Gleichheitspartei con l’occasione aveva avvertito sulle conseguenze di vasta portata di questo futuro sviluppo: «La propaganda del dopoguerra, per cui la Germania aveva imparato dai terribili crimini nazisti, era “arrivata ​​in Occidente”, aveva abbracciato una politica estera pacifista e aveva sviluppato una democrazia stabile, in realtà viene smascherata come una menzogna. L’imperialismo tedesco ancora una volta sta mostrando i suoi colori reali – come è emerso storicamente – con tutta la sua aggressività interna e verso l’estero».

Il riarmo della Bundeswehr che è stato deciso è senza precedenti nella storia della Germania del dopoguerra. Ha parallelismi inconfondibili al “riarmo” di Hitler degli Anni ’30, quando la classe dirigente insediò la dittatura fascista e riarmò il Paese in brevissimo tempo, preparandolo alla Seconda guerra mondiale. I documenti di strategia militare e i discorsi di guerra dei principali gruppi politici non lasciano dubbi sul fatto che il Governo sta perseguendo ancora una volta i vecchi obiettivi del “grande potere”.

Allora, come oggi, l’imperialismo tedesco aspirava a portare l’Europa sotto il proprio dominio ed emergere come una delle principali potenze militari mondiali. “Il destino della Germania
è guidare l’Europa per guidare il mondo”
– era il titolo di una pubblicazione su un sito web ufficiale del Ministero degli Esteri nel 2014.

Ora questi piani sono in corso, messi in atto, con tutte le loro conseguenze.
Secondo i socialisti tedeschi, questo modello politico lo stanno già chiedendo i media guerrafondai e gli strateghi di politica estera. Armi nucleari tedesche ed europee sembrano necessarie per “contenere” la Russia e per poter combattere futuri conflitti di interessi accanto alla principale potenza occidentale, gli Stati Uniti. Un commento sul Frankfurter Allgemeine Zeitung avverte che “i cento miliardi di Euro dovrebbero essere solo un inizio” – per conciliare la responsabilità sulla sicurezza in Europa della Germania.

Questo riarmo è diretto contro la Russia. Ottantuno anni dopo la guerra di sterminio tedesca contro l’Unione Sovietica, che rivendicava quasi 30 milioni di vittime, le truppe da combattimento tedesche sono di nuovo in marcia verso l’Europa orientale. Allo stesso tempo, la Germania sta armando l’esercito ucraino fino ai denti, che pullula di forze di estrema destra, obiettivo di annientamento dichiarato dalla Russia.

Contrariamente alla propaganda ufficiale – affermano i socialisti tedeschi – la cosiddetta “svolta dei tempi” non è la reazione all’attacco russo sull’Ucraina. La classe politica dirigente strumentalizza l’invasione reazionaria russa – sistematicamente ‘spinta’ dalla NATO (lo sostiene pure Papa Francesco) – per agire i propri piani di riarmo e di guerra. Come nelle due Guerre Mondiali non si tratta esattamente di diritti umani e di democrazia ​​ma, al contrario, di conquista di sfere di influenza e di risorse. Allo stesso tempo, internamente alla Germania, la politica bellica serve a contenere le tensioni di classe. A differenza dei politici borghesi – che si ‘gasano’ e traggono profitto dal militarismo, la guerra e la dittatura sono profondamente odiate dai lavoratori, sia Germania che in Europa. La politica ufficiale – date le condizioni – assume la forma di una vera e propria cospirazione verso il popolo.

Il ritorno del militarismo tedesco, che alimenta enormemente il pericolo di una Terza guerra mondiale, viene spinto in avanti, entro il Bundestag – Parlamento tedesco – soprattutto dai partiti di sinistra. L’SPD, con Scholz, guida il Governo federale e quindi anche l’offensiva contro la Russia. I Verdi, che entrarono in Parlamento nel 1998-99 insieme all’SPD, hanno organizzato la guerra di aggressione contro la Jugoslavia, in violazione del diritto internazionale, ed ha al suo interno tra i più aggressivi agitatori e bellicisti (i Verdi tedeschi che avevano aperto un varco europeo sulla sostenibilità ambientale tre decadi fa!). E’ proprio dalla leader verde Annalena Baerbock – ministra degli Esteri tedesca, che arriva un forte sostegno alle armi pesanti da inviare all’Ucraina, già ad aprile. (Siamo sicuri che ella possa legittimamente rappresentare ancora il Partito dei Verdi, quello ecologista, femminista e progressista? Green non è sinonimo di pacifismo?)

La Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock con il Segretario di Stato Antony Blinken a Liverpool il 10 dicembre 2021
Foto: U.S. Department of State

Anche il Partito della Sinistra – Die Linke – e i sindacati hanno entrambi i piedi piantati nel imperialismo tedesco. Al Bundestag, il Partito della Sinistra ha votato contro il Fondo speciale perché i suoi voti non avevano nessun potere, poiché tutti gli altri partiti hanno votato all’unanimità. Politicamente, invece, è d’accordo con la narrativa sulla guerra. I principali rappresentanti dei partiti sostengono le sanzioni contro la Russia e le armi consegnate all’Ucraina, e persino viene chiesta la reintroduzione del servizio militare obbligatorio.

In un recente comunicato il sindacato dei Verdi – che ha imposto il blocco degli stipendi
e i tagli ai salari per infermieri, educatori e insegnanti – ha richiesto un “miglioramento sostenibile della Bundeswehr” e un “miglioramento della cybersecurity” delle Forze armate. La Federazione tedesca dei sindacati (DGB) ha anche richiesto un contributo sostanziale della Germania alla forza militare della NATO e dell’UE.

L’unico partito che si oppone alla politica militarista e bellicista della borghesia tedesca è il SGP, che si espone con questa sintesi di intenti: «Insieme ai nostri partiti gemelli del Comitato della Quarta Internazionale, intensificheremo la lotta per costruire un potente movimento socialista contro la guerra. In tal modo, attingiamo dall’enorme opposizione entro la classe operaia che sta entrando apertamente in lotta di classe a livello globale dopo 30 anni di guerra e austerità sociale. Se la classe dirigente in Germania, e di tutti i Paesi, pensa di poter conquistare il potere sul mondo una terza volta dopo i crimini storici di due guerre mondiali, ha fatto i suoi calcoli senza tener conto della classe operaia e della sua leadership politica che ora dovrà essere riunita come un partito di massa».

Sabato, 18 giugno 2022 – n° 25/2022

In copertina: aerei da combattimento Eurofighter e IDS Interdiction Strike Tornado -Foto:Bundeswehr/Stefan Petersen

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