lunedì, Dicembre 23, 2024

Lifestyle, Società

Il segreto dell’amicizia

Frequentare se stessi per godere degli altri

di Giorgio Scroffernecher

«Chi trova un amico trova…» chiunque sa concludere questa frase. Qualcuno ricorda il titolo di un famoso film di Corbucci del 1981 con Bud Spencer e Terence Hill, altri hanno memoria di uno dei più conosciuti e antichi proverbi popolari; i più colti sanno che la corrispondente frase in latino «Qui autem invenit illum invenit thesaurum» è stata pronunciata da Re Salomone come annotato biblicamente nel libro del Siracide (6:14).
Il significato è ovvio, naturale e duplice: l’amicizia è un dono prezioso; l’amicizia vale molto più di qualsiasi bene materiale.

Lo sa bene chi ha pianto sulla spalla di un amico per sopravvivere a un dolore che pareva inestinguibile; chi ha guardato negli occhi un’amica che ancora prima delle parole ha inteso le ragioni di quella gioia luminosa; chi ha telefonato nel cuore della notte per chiedere aiuto sapendo che da lui/lei l’avrebbe ricevuto senza esitazioni. L’amicizia è molto più di un dono, è un prodigio: fuori da ogni logica, oltre qualsiasi limite ragionevole. Come l’amore? Molto di più!
Un innamoramento, un desiderio dell’eros, l’abbaglio innamorante di una bellezza incantevole sono bombe atomiche che tutto sradicano, ma l’amicizia ha, in più, una gratuità che non si spegne con la fine dell’innamoramento. Dunque, l’amicizia è per sempre? Sì ad una sola condizione: che non ci faccia dimenticare che siamo soli.

Manco a dirlo, le donne con l’amicizia se la cavano molto meglio dei maschietti che, anzi, segnano una “recessione dell’amicizia” che con il Covid-19 si è accentuata. Mi sto riferendo a una inchiesta di Catherine Pearson del The New York Times, tradotta e pubblicata in Italia da La Repubblica pochi giorni fa. Su un campione di 2.000 maschi adulti americani, meno della metà si dichiara soddisfatta del numero di amici che ha, mentre il 15% del campione non ha un amico. La ricerca ha confermato che gli uomini – diversamente dalle donne – non si affidano agli amici per ottenere un sostegno emotivo o per condividere i propri sentimenti.
All’indagine, in perfetto american style, è acclusa la ricetta salvifica in quattro punti:
1 – Praticare la vulnerabilità (uscire dagli stereotipi maschili, accedere alle proprie emozioni)
2 – Prendere l’iniziativa (mettersi in gioco per avere l’opportunità di conoscere nuovi amici)
3 – Usare le attività (invitare persone conosciute al lavoro, per esempio, ad unirsi alla propria pratica sportiva, a un concerto, a progettare una nuova iniziativa)
4 – Farsi vivi ogni tanto (inviare brevi messaggi di presenza a persone ritenute interessanti).

Tutto giusto, senz’altro. Io però mi permetto di dare a tutti un consiglio molto italiano. Comprate e leggete subito un piccolo libro scritto da un grande uomo.
Il libro titola “Sull’amicizia” ed è appena stato pubblicato da Raffaello Cortina Editore. L’uomo, l’autore, si chiama Eugenio Borgna, classe 1930, primario emerito di psichiatria dell’ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano. Persona di grande sensibilità ed enorme saggezza che, a proposito della sua ultima pubblicazione dice: «L’amicizia ha in sé il significato di un dialogo infinito che continua anche quando non ci si vede, non ci si incontra e non ci si parla. Quando ci si rivede con una persona amica, si cancella il silenzio e si rimuove l’assenza: si ricostituisce il dialogo solo apparentemente perduto ma in realtà mai interrotto».
L’amicizia può essere solo nella reciprocità, nella simmetria partecipativa alla vita dell’altro: alle sue gioie, attese, speranze. Diversamente non ha senso mantenere in vita una relazione che non è amicizia, non è sincera perché «Si è sinceri solo quando si è capaci di ascoltare il linguaggio delle parole, degli sguardi, dei sorrisi e delle lacrime, che dicono la sincerità o meno dei nostri cuori».

Il libro chiama in soccorso tanti cuori che sanno dire di amicizia, quelli di Friedrich Nietzsche, Emily Dickinson, Rainer Maria Rilke, Thomas Mann, Antonia Pozzi e, fra gli altri, Simon Weil che diceva: «Impara a essere sola, non fosse altro che per meritare la vera amicizia». Suona come la chiave del tutto, infatti Borgna ci invita a coltivare la solitudine, non quella che gli anziani tendono a trasformare in isolamento, piuttosto uno spazio prezioso dedicato a sé stessi con sé stessi «La solitudine è la premessa ad una amicizia che nasca dal cuore e, se non c’è solitudine, non si conoscono non solo i nostri stati d’animo, ma anche quelli delle persone che incontriamo. Conoscere sé stessi è l’unica via per un’amicizia vera».

Sabato, 7 gennaio 2023 – n° 1/2023

In copertina: foto di NikolaPeskova/Pixabay

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