Una riflessione per individuare la giusta direzione della pedagogia
di Elisa Ciulli
Per creazione di valore si intende creazione di felicità. Questa felicità dovrà rispondere a tre criteri ma prima di descriverli vorrei parlare di Tsunesaburo Makiguchi perché a lui mi ispiro per questa teoria della creazione di valore.
Makiguchi è vissuto in Giappone a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, è stato direttore di una scuola elementare e soprattutto, per il tempo in cui è vissuto, un pedagogista all’avanguardia. Questo perché in un momento in cui l’educazione era considerata lo strumento per creare cittadini al servizio di uno stato totalitarista e militarista, lui riteneva invece che il fine ultimo dell’educazione non fosse diverso dal fine ultimo della vita, ovvero la felicità dell’individuo.
Un educazione che potesse favorire lo sviluppo delle potenzialità latenti del bambino, e mirate allo sviluppo della sua creatività intesa in senso lato.
Fondamentalmente per questo motivo Makiguchi è stato incarcerato dalle autorità giapponesi facenti capo all’imperatore Hirohito in carica fino al 1945, ed è morto in carcere per le sue idee il 18 novembre del 1944.
Prima di morire però, dopo essersi convertito nel 1928 al Buddismo di Nichiren Daishonin, sempre il 18 novembre ma del 1930, aveva fondato insieme al suo diretto discepolo Josei Toda quella che oggi è chiamata la Soka Gakkai ovvero società per la creazione di valore. Da questa nasce nel 1975 a Guam, per volere del presidente Daisaku Ikeda, la Soka Gakkai Internazionale (SGI) organizzazione che ad oggi promuove su scala mondiale (è presente in 120 paesi) i valori della pace, della cultura e dell’educazione presenti nell’umanesimo buddista.
Ma veniamo ai tre criteri di cui accennavo all’inizio. In ordine di importanza questi criteri sono: bene, guadagno e bellezza.
- Il bene non può essere solo individuale, ovvero il bene dell’individuo non può essere a discapito delle persone che lo circondano. Come dire che non possiamo essere felici in un mondo di infelici; la nostra felicità è indissolubilmente legata alla felicità delle persone che sono intorno a noi.
- Guadagno è l’aspetto economico della questione. Non può rendermi felice qualcosa che mina la mia situazione economica perché se è vero che i soldi non fanno la felicità è anche vero che per vivere occorre una certa stabilità economica.
- Per bellezza si intende il lato estetico della questione. Un qualcosa che rende felice me e chi mi sta intorno, e in più crea un guadagno, diventa ancora più godibile se è piacevole a livello estetico.
Ma facciamo un esempio pratico: un buon impiego lavorativo dovrebbe essere qualcosa che crea del bene per me e per le persone che mi circondano, crea profitto e dovrebbe essere anche un qualcosa che piace fare.
Dunque se il mio obiettivo è creare valore questo è inteso come creare felicità per me e per le persone che mi circondano, una felicità che non può prescindere dalle questioni materiali perché non si può essere felici a stomaco vuoto. Infine, come ciliegina sulla torta, sicuramente la mia felicità sarà ancora più grande in una situazione esteticamente piacevole.
In conclusione, se il mio obiettivo è creare valore/felicità in qualche modo, dovrò avere attenzione per questi tre aspetti: bene, per me e per chi mi circonda; guadagno, in senso materiale; bello, nel senso che questa cosa, qualunque essa sia, deve piacermi, in modo che il mio impegno sia ancor più motivato
Bibliografia: Tsunesaburo Makiguchi ‘L’educazione creativa’ – ed. La Nuova Italia
Sabato, 27 maggio 2023 – n°21/2023
In copertina: foto di Bess Hamiti/Pixabay