martedì, Dicembre 03, 2024

Italia

Il tutore volontario di minore straniero non accompagnato

La società civile che accoglie

di Lucy Mitchell Pole

Il tutore/la tutrice volontaria è una figura istituita dalla legge Zampa nel 2017, per dare un sostegno ai minori stranieri non accompagnati (MNSA) in arrivo in Italia, oltre i servizi istituzionali previsti per l’accoglienza e l’integrazione. Per diventare tutore, in carico al Tribunale dei Minori della Regione di riferimento, bisogna fare un corso della durata di un fine settimana, in presenza e online. Il corso fornisce molti elementi che riguardano la posizione giuridica del tutore e del minore; i compiti e i confini da rispettare; altri operatori e professionisti con i quali relazionare e, soprattutto, come rapportarsi al minore, tenendo sempre presente il suo bene superiore come priorità.

I minori non sono ospitati dai tutori: sono alloggiati in case e strutture private gestiti da organizzazioni riconosciute, tramite bandi pubblici, come previsto dal progetto d’accoglienza della Rete SAI.

I compiti più comuni sono quelli burocratici, da firmare l’autorizzazione per le visite mediche, per varie procedure burocratiche, la scuola, eventualmente accompagnarlo in Questura per il permesso di soggiorno e la domanda d’asilo. Inoltre il tutore può dare consigli, indicazioni, sostegno morale, anche per questioni riguardanti la sfera personale.

Come tutori è importante essere presenti, anche online con messaggi – meglio di persona quando possibile – per ascoltare quando il ragazzo nelle sue necessità. Ascoltare anche il suo silenzio. Camminare insieme, fianco a fianco, fino al compimento della sua maggiore età, e se aggrada ad entrambi, anche oltre.

Allo scopo di conoscere meglio il tutore abbiamo chiesto direttamente ad uno di loro, una donna, che preferisce rimanere in anonimato.

Abbiamo tutti duemila cose da fare tra gli impegni, la famiglia e tutto il resto, le 24 ore sembrano non bastare mai. Che cosa l’ha spinta a cercare un incarico in più, tra l’altro un incarico così particolare?

Tutrice: – Ho sempre avuto la voglia di andare oltre le politiche istituzionali. Sentivo che si potesse fare di meglio, volevo fare qualcosa di più. Era l’epoca dei famigerati decreti sicurezza di Salvini, con tutti quei tagli ai fondi e ai servizi. Poi, per caso, sono venuta a conoscenza del corso per tutori. Era la nuova figura prevista dalla legge Zampa, la figura del tutore/tutrice per minori stranieri non accompagnati (MNSA). Mi sono iscritta subito, senza pensarci due volte.

Da quanto tempo fa la tutrice e per quanti minori ha avuto l’incarico?

T: – Faccio la tutrice dal 2018 e ho avuto 10 minori, di cui ho ancora quattro in carica. Generalmente hanno 16 o 17 anni quando arrivano in Italia.

Che tipo di attività fa generalmente insieme al minore, oltre alle procedure burocratiche previste?

T: – Vado a trovarli, si va al bar, o nell’estate troviamo un posto all’aperto e si parla di tutto. A volte li ho portati a casa mia, a volte andiamo al mare, a volte siamo andati a mangiare una pizza. Ma non è sempre facile trovare il tempo per essere liberi insieme.

Trova utile l’accesso ad un gruppo informale di tutori locali, oltre al sostegno da parte dell’organizzazione riconosciuta che gestisce il progetto di accoglienza?

T: – È utilissimo frequentare il piccolo gruppo locale, anche su Whatsapp. Scambiare le difficoltà e le esperienze con altre persone con cui condividiamo intenti e valori, lo trovo molto utile. Ci troviamo a volte insieme alle assistenti sociali che possono dare anche loro un contributo importante.

Ha potuto seguire i progressi di un minore già diventato maggiorenne, per sapere se ha trovato casa e lavoro, magari in altro luogo?

T: – Generalmente lo faccio, sì. Ci siamo sentiti e visti qualche volta con alcuni, ho seguito anche la formazione professionale di uno di loro. Vorrei pensare di aver lasciato qualcosa nel loro bagaglio personale.

Ha avuto difficoltà nel comunicare con un tuo minorenne, sia linguistiche che culturali?

T: – Un po’ di difficoltà linguistica, sì. Qualcuno del Bangladesh non parlava per niente l’italiano. Oppure con chi non era mai andato a scuola, nemmeno nel suo paese, per esempio. Poi io non parlo né l’inglese né francese, quindi ci ha salvati Google translate! Ma non ho mai avuto problemi con differenze di cultura. Ho sempre accettato le loro usanze, le preghiere, il cibo, i loro orari, tutto. Trovo normale che ci siano differenze di abitudini, no problem.

Qual è stato il momento più difficile che ha dovuto affrontare e come è stato superato?

T: – Quando ho sentito la fatica e di non aver saputo dare al minore il tipo di sostegno che necessitava, anche perché non si fidava di me o di nessuno. Un altro ragazzo era difficile, non rispettava le regole a scuola, della casa, dell’accoglienza. È stato difficile essere sempre presente e cercare di convincerlo che le procedure burocratiche erano necessarie. Può servire la presenza anche nei momenti con i medici, le assistenti sociali, la scuola, a volte anche con la polizia.

E il momento più bello di appagamento e soddisfazione?

T: – Sì, ci sono anche i momenti di soddisfazione: quando mi sono sentita accettata, senza pregiudizi, dalla comunità per mamme sole. Quando si crea una relazione positiva, si trasmette loro la speranza; si riesce a fargli sentire che valgono e meritano, ovviamente senza pretendere nulla in cambio. Oppure quando vedi che riconoscono che hai fatto qualcosa di speciale per loro. Mi dà il senso di fare parte del cerchio del bene, nel passare il testimone che hai ricevuto da altri nella vita. Fare qualcosa per un qualche popolo che ha subito il saccheggio dell’imperialismo occidentale da secoli. Qualcosa per un ragazzo che cerca di avviare una vita nuova, sana e in pace, in un mondo a lui totalmente estraneo.

Foto: Kathy Bugajsky/Pixabay

Per par condicio abbiamo incontrato anche un minore straniero non accompagnato

Come ti trovi nel progetto di accoglienza, con gli altri ragazzi, nell’appartamento, nella città?

MSNA: – Bene, bene, sì, tutto benissimo. Stiamo bene nell’appartamento. Ci aiutiamo. Quando sono stato male mi hanno aiutato tutti. Anche questa città mi piace, c’è tutto qui, la scuola, l’ospedale, la casa, il lavoro.

Stai studiando l’italiano?

M.: – Sì, vado al corso d’italiano la mattina e quando non c’è il corso, studio a casa per conto mio. Ora è iniziata anche la scuola d’italiano il pomeriggio. Mi piace parlare con persone in italiano perché mi piace imparare parole nuove.

Di dove sei? Da dove vieni?

M.: – Sono della Somalia. Vengo dalla Somalia. Vuol dire lo stesso, vero?

Hai ancora famiglia e genitori a casa tua?

M.: – Sì, ho la mamma e i miei fratelli e sorelle. Mio papà è morto.

Cosa intendi fare/dove intendi andare quando diventerai maggiorenne?

M.: – Voglio imparare un lavoro, come il meccanico o il muratore. Perché al ristorante il lavoro finisce quando non ci sono più i turisti. Mi piacerebbe fare anche il pizzaiolo o il cuoco perché ho già visto come si fa al ristorante dove ho lavorato. Voglio rimanere qui in questa città. Mi trovo bene perché ormai conosco tutto qui e non voglio ricominciare daccapo in un posto nuovo.

La tutrice/il tutore ti è stata di sostegno? Conforto? Incoraggiamento?

M.: – Sì, certo. Io so che posso parlare con lei se ho un problema e lei mi spiega cosa è giusto e cosa è sbagliato. Prima ero solo e non avevo nessuno. E’ diverso ora.

Hai avuto molta difficoltà a comunicare con il tutore?

M.: – No, mai avuto problemi. Quando mi parla o scrive capisco sempre perché ho anche il traduttore Google. Poi possiamo capirci anche in inglese. Se c’è molto bisogno, c’è anche la mediatrice culturale che è bravissima.

In quale occasione sei stato veramente grato di avere un tutore?

M.: – La prima volta che ho mandato i soldi ai miei genitori. Lei mi ha aiutato. Ho fornito l’Iban e chiesto alla donna nel negozio di inviare i miei soldi. Quando mia mamma li ha ricevuti ha detto “Preghiamo” perché non lo credeva possibile. Mi aiuta per tutto, i documenti, il permesso di soggiorno, anche all’ospedale quando sono andato. Tutto.

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Se ti riconosci in questi valori, visita il link qui sotto per diventare tutore volontario di minore straniero non accompagnato: https://www.consiglio.regione.toscana.it/garante-infanzia/

https://www.consiglio.regione.toscana.it/garanteinfanzia/default.aspx?idc=69&nome=tutori

https://www.retesai.it

Sabato, 23 settembre 2023 – n°38/2023

In copertina: foto di Cottonbro Studio/Pexels

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