40 anni di Fòrema nella formazione sul lavoro
di Laura Sestini
Pubblicato a dicembre 2023, e realizzato da Matteo Sinigaglia, Direttore Generale di Fòrema, e Roberto Baldo, Responsabile Attività e Progetti Finanziati nella stessa società, il volume Il valore del capitale umano – 40 anni di Fòrema nella formazione e nel lavoro, celebra quattro decadi della nascita, nel 1983, della società di formazione e consulenza di Confindustria Veneto Est.
La società di formazione è nata a Padova, ed ha visto uno sviluppo costante durante gli anni, divenuta punto di riferimento per la crescita delle persone e della competitività delle imprese del territorio veneto compreso tra Padova, Rovigo, Treviso e Venezia, grazie all’incremento di know-how e di servizi innovativi per l’organizzazione delle aziende.
L’ente di formazione propone attività e opportunità dedicate ai giovani e alle persone che desiderano trovare lavoro, conseguire aggiornamenti professionali o migliorare le proprie competenze, con numerosi corsi – anche gratuiti – in presenza e in modalità e-learning.
Secondo indagini dell’OCSE – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – e la programmazione comunitaria europea, si attribuisce notevole importanza al capitale umano ed alla formazione per la crescita sociale ed economica delle comunità, sia ai fini sia della competitività che della riduzione della povertà.
Il volume esplora, quindi, i periodi storici dell’evoluzione industriale del lavoro e in particolare il XX secolo, che in un periodo relativamente breve ha generato sia il boom economico, dopo le due guerre mondiali, nonché la Quarta rivoluzione industriale, con la tecnologia digitale.
Tra le cricità del mondo del lavoro odierno troviamo l’incecchiamento demografico della popolazione, oltre alla carenza di personale competente delle nuove tecnologie informatiche, con la progressione anche dell’Intelligenza artificiale, che già erode la scienza l’informatica di pochi anni orsono. Da non dimenticare l’analfabetismo di ritorno.
Oggi più che mai ci sono grandi sfide in vista proprio per l’arrivo dell’intelligenza artificiale – che accelera ancora più l’evoluzione delle precedenti tecnologie – che si lascia alle spalle la scuola pubblica e la cronica lentezza istituzionale, allargando anche sempre più il divario tra il mondo della formazione scolastica e il mondo del lavoro. Tra i capitoli questa è una tematica di rilievo, poiché i giovani studenti saranno il futuro del lavoro, che gli autori vedono ampiamente trasformato nei prossimi dieci anni.
Il volume ha un capitolo dedicato al sistema educativo e le imprese, la necessità di ricambiare il personale di età pensionabile, quindi di giovani che abbiano competenze specifiche – di formazione adeguata – per un mondo imprenditoriale che guarda appunto al futuro e all’innovazione e l’automazione.
Ora più che mai l’importanza di un capitale umano competente e flessibile, multiskilled, pare di primaria importanza per un’azienda, un vero e proprio asset strategico, in particolare per le piccole e medie imprese attraverso cui si fonda la base dell’economia italiana.
“Inizialmente, l’evoluzione dei sistemi di produzione ha spostato la competizione da un focus sulla produzione su larga scala e basso costo a una competizione basata sulla specializzazione flessibile. Questo ha reso cruciali aspetti come la qualità del prodotto, la diversificazione della produzione e la capacità di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze del mercato. Questa transizione ha richiesto una ristrutturazione dei modelli produttivi, con un’enfasi crescente sullo sviluppo del prodotto come servizio, anziché un prodotto tradizionale. L’adozione di tecnologie innovative, come l’Internet delle cose, il cloud computing, il big data e l’intelligenza artificiale, ha ulteriormente rivoluzionato l’ambiente aziendale, aprendo nuove opportunità per la creazione di nuovi modelli di business basati sulla dematerializzazione e digi-talizzazione dei servizi. L’aspetto umano in questo contesto è diventato cruciale: i knowledge workers, o professionisti della conoscenza, sono diventati il fulcro dello sviluppo delle organizzazioni, con la loro abilità a far fronte a complessità interdisciplinari e ad adattarsi alle nuove tecnologie e modelli organizzativi”.
Tra i modelli di valore nell’organizzazione del lavoro, citato nel volume troviamo Adriano Olivetti, che trasformò la propria industria, acquisita dal padre Camillo, in un laboratorio culturale destinato ad avere grande risonanza nella società italiana, con la sua filosofia imprenditoriale che prevedeva una continua formazione della forza-lavoro. Adriano Olivetti era un uomo di cultura umanista che riuscì ad armonizzare l’organizzazione industriale con l’ambito sociologico, per dare spinta non solo alla produzione, bensì all’evoluzione della società in più aspetti. Due percorsi paralleli, imprenditoriale e sociale, imprescindibili.
“L’adozione di tecnologie e soluzioni innovative come l’Internet delle cose, il cloud computing, il big data, l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e la robotica apre la strada a nuove possibilità organizzative per i processi aziendali e nuovi modelli di business che abbracciano la dematerializzazione e la digitalizzazione dei servizi. […] L’adozione di nuove tecnologie non significa semplicemente acquisire e implementare dispositivi o applicazioni digitali, ma avviare una trasformazione che coinvolga i processi aziendali, le risorse interne e il modo in cui le persone lavorano. In questo contesto, il ruolo delle risorse umane diventa sempre più centrale. I professionisti della conoscenza, noti come “knowledge workers”, guidano lo sviluppo delle organizzazioni. Lavoro intellettuale e nuovi paradigmi organizzativi, insieme ai cambiamenti nei paesaggi competitivi, stanno portando a un aumento delle attività che richiedono competenze intellettuali. Alcuni studi prevedono che entro il 2025, i knowledge workers costituiranno oltre il 60% della forza lavoro a livello globale nelle principali economie industriali” […].
Le competenze del capitale umano saranno quindi indispensabili, non solo per la competitività delle aziende, ma motore stesso delle economie nazionali.
Il volume pare dedicato ai titolari di impresa, ma si dimostra interessante anche per tutti coloro che lavorano nell’indotto della produzione di beni e servizi, oppure studenti che si accingono a scegliere un scuola superiore o un corso universitario, poiché, oltre a fornire degli esempi di percorsi che le politiche aziendali – legate indissolubilmente alle politiche statali educative e del mondo lavoro – dovrebbero perseguire, il volume espone, spesso indirettamente, l’aspetto attuale della condizione delle PMI, che in Italia costituiscono il 75% delle imprese; non ritroviamo nessun giudizio, semmai un incentivo a rimboccarsi le maniche per affrontare il prossimo futuro con mente aperta, ma senza azzardo fai-da-te, che potrebbe avere esiti cruciali.
Il mondo del lavoro è stimato coinvolgere in Italia circa 23 milioni 810 mila occupati (Fonte Istat 2023), più circa due milioni di disoccupati. Informazione, formazione e aggiornamento professionale sono senz’altro aspetti da non poter lasciare al caso.
Sabato, 11 maggio 2024 – Anno IV – n°19/2024
In copertina: immagine di Fauxels/Pexels