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Iran: Biden annuncia lo sblocco di sei miliardi di dollari iraniani e scambio di ostaggi

Luci ed ombre dell’accordo

Il momento dell’annuncio, e la scelta dell’11 settembre come data, sono emblematici. Ancora una volta quel giorno tanto caro agli Stati Uniti, nel bello e cattivo tempo, torna alla ribalta.

Nei giorni precedenti a tale data, si era parlato di miliardi di dollari per aiuti alla popolazione iraniana, contestati pure dalle organizzazioni umanitarie, per il timore che rimanessero in tasca al regime dei mullah. Infine, nella versione definitiva, l’accordo prevede uno scambio di prigionieri, e lo sblocco di sei miliardi di dollari dei fondi iraniani congelati. Il patto prevede una deroga totale al trasferimento dell’importo del denaro iraniano, congelato dalla Corea del Sud al Qatar, senza possibilità di violare le sanzioni statunitensi.

Secondo l’accordo, l’Iran rilascerà cinque cittadini americani detenuti in Iran e gli Stati Uniti rilasceranno cinque cittadini iraniani detenuti negli Stati Uniti.

L’amministrazione Biden si affretta a confermare che il denaro non verrà inviato direttamente allo Stato Iraniano e non verranno utilizzati i fondi dei contribuenti statunitensi, poiché gli Stati Uniti classificano l’Iran come una nazione sponsorizzatrice del terrorismo.

Il Segretario di Stato Antony Blinken ha firmato l’accordo la scorsa settimana, ma il Congresso non è stato informato della decisione fino a lunedì 11 settembre, il 22esimo anniversario degli attacchi terroristici alle Torri Gemelle.

Già nel mese scorso quattro dei cinque detenuti americani erano stati trasferiti dalle carceri iraniane agli arresti domiciliari, mentre il quinto detenuto era già agli arresti domiciliari. Le identità dei cinque americani inclusi nello scambio non sono state ancora confermate dal Dipartimento di Stato, a causa della delicatezza del processo in corso. E chissà se queste verranno mai rivelate in futuro.

Al contrario, Ali Karimi Magham, portavoce della missione iraniana presso le Nazioni Unite a New York, ha annunciato l’identità dei prigionieri iraniani, in una dichiarazione alla stampa.

I cinque iraniani detenuti negli Stati Uniti, che verranno liberati in base all’accordo tra Iran e l’amministrazione Biden, sono Kaveh Lotfolah Afrasiabi, Mehrdad Ansari, Sarhangpour Kafrani, Amin Hasanzadeh e Kambiz Attar Kashani.

Chi sono quindi i prigionieri iraniani che rilasceranno gli Stati Uniti??

Kaveh Lotfolah Afrasiabi, è stato accusato nel 2021 di non essersi registrato come agente straniero per conto dell’Iran mentre esercitava pressioni sui funzionari statunitensi su questioni come la politica nucleare.

Mehrdad Ansari, è stato condannato a 63 mesi di reclusione nel 2021 per aver ottenuto attrezzature che potrebbero essere utilizzate in missili, guerra elettronica, armi nucleari e altri equipaggiamenti militari.

Reza Sarhangpour Kafrani, accusato nel 2021 per aver presumibilmente esportato illegalmente apparecchiature di laboratorio in Iran, ma non è rivelato il settore di utilizzo.

Amin Hasanzadeh, un iraniano con residenza permanente negli Stati Uniti, fu accusato nel 2019 di aver presumibilmente rubato progetti di ingegneria dal suo datore di lavoro e di averli inviati in Iran.

L’iraniano-americano Kambiz Attar Kashani, è stato condannato a 30 mesi di carcere nel febbraio scorso per aver acquistato “apparecchiature elettroniche e sofisticati software statunitensi di alto livello” attraverso una società di copertura negli Emirati Arabi.

Ma ecco che rispuntano gli scopi umanitari per cui dovrebbero essere utilizzati i fondi scongelati.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, in una intervista ad una tv statunitense, ha affermato che il governo iraniano spenderà il denaro guadagnato “ovunque ne avremo bisogno”.

«Questo denaro appartiene al popolo iraniano, al governo iraniano, quindi la Repubblica islamica dell’Iran deciderà cosa fare con questo denaro – ha annunciato Raisi. “Umanitario significa tutto ciò di cui il popolo iraniano ha bisogno, quindi questo denaro sarà stanziato per tali bisogni e i bisogni del popolo iraniano saranno decisi e determinati dal governo iraniano». Le affermazioni di Raisi non coincidono in nessun modo con quanto fatto intendere dal presidente Biden.

Secondo l’accordo, l’Iran avrà accesso ai fondi solo attraverso la banca centrale del Qatar. Funzionari statunitensi hanno affermato che la banca garantirà che l’Iran utilizzi i fondi solo per scopi umanitari, ma le organizzazioni locali non sono così ottimiste, anzi c’è forte timore che lo scambio possa dare maggiore stimolo al regime di catturare altri ostaggi e che i miliardi previsti nell’accordo vengano spesi per tutt’altro scopo.

Nei mesi scorsi anche il Belgio aveva patteggiato con il regime iraniano lo scambio di alcuni ostaggi.

L’ultimo in ordine cronologico – rivelato nei giorni scorsi dal NYTimes – è lo svedese Johan Floderus, incarcerato in Iran da oltre un anno, per cui il Ministero degli Affari Esteri e l’Ambasciata di Svezia stanno trattando la liberazione.

Sabato, 16 settembre 2021 – n°37/2023

In copertina: Joe Biden – Foto: Gage Skidmore – CC BY-SA 2.0

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