giovedì, Novembre 21, 2024

Cultura, Letteratura

Jorge Luis Borges. Omero del mondo moderno

“La poesia dovrebbe preservare la parola…”

di Cafe Arte/Ognyan Stamboliev

Jorge Luis Borges adorava la parola, la usava magistralmente per presentarsi e per conoscere gli altri. Del grande letterato argentino, che lasciò il mondo terreno il 15 aprile 1986, si dice che parlare, per lui, fosse qualcosa come una seconda vista. Molte persone cieche si affidano al tatto per “vedere” persone e oggetti. E Borges “vedeva” solo attraverso la parola. Forse è per questo che era così grato e magnanimo, pronto ad accettare chiunque per una conversazione e un’intervista, dal famoso scrittore al giornalista alle prime armi.

Egli ha esortato i suoi interlocutori ad ascoltare con attenzione la “musica della parola”, che, secondo lui, poteva creare un nuovo modello culturale.

Come molti grandi scrittori del secolo XX, Borges non ricevette un Nobel, ma fu definito “l’Omero del mondo moderno”.

Sulla poesia

La poesia non ha alcun rapporto diretto con il tempo. Lo stile “bello” rimarrà tale, non importa se è stata scritta oggi o cento anni fa. La poesia è eterna. Le circostanze saranno contemporanee o storiche. L’influenza del tempo non è decisiva.

Dante, Virgilio e Ariosto scrissero bellissime poesie, che ancora oggi stiamo leggendo, senza pensare che sono state create secoli fa. Una meravigliosa metafora di un poeta persiano medievale mi ha assolutamente stupito: “La luna è uno specchio del tempo”… Si pensa alle cose, a prima vista fragili, spettrali, perse nel tempo. La luna, è il tempo senza inizio e senza fine.

Sì, se qualcosa è bello, rimane tale. Come poeta, percepisco semplicemente le cose e cerco di esprimerle attraverso le mie parole.

Il poeta, l’attore, “sente” le cose e cerca di ripeterle, senza togliere loro nulla, senza modificarle. Personalmente cerco di creare la mia poesia con modestia, con gioia. La poesia è anche chiamata a preservare la lingua.

È triste perdere questa grande risorsa: la lingua, che è anche uno strumento artistico – come scriveva Benedetto Croce. Ma purtroppo oggi la gente difficilmente parla. Le persone guardano la televisione, ascoltano la radio, leggono i giornali.

Sì, nessuno parla. È un peccato che la conversazione – questa meravigliosa scoperta degli antichi greci – cominci a morire. I Greci furono i primi a iniziare a parlare in “conversazioni”. Altre nazioni prima di loro pregarono, forse maledissero, imprecarono anche, borbottarano, ma non parlavano…

Sì, la poesia deve preservare il linguaggio – questa scoperta imperfetta e meravigliosa!

Il sogno è il primo piccolo spettacolo teatrale. Quando sogniamo, siamo entrambi il teatro, l’opera stessa, l’autore e il pubblico. Il senso della vita è soprattutto nel sogno. Sì, esiste una connessione diretta tra il sonno, la vita e la poesia. La vita è anche un modo di essere, e sognare è un modo di vivere… Sognare è la prima attività artistica. Questa è la base della poesia.

Qualcuno dice che non esistono più poeti al mondo. Ma forse sono qui tra noi ma non possiamo vederli.

Difficile vedere il presente, mentre pensiamo di conoscere il passato. Il tempo fa la sua selezione – l’antologia – ma non l’ha ancora realizzata del presente, quindi saremo giudicati nel tempo che verrà. Adesso siamo in tanti e siamo un po’ persi. Il tempo, il momento, è l’unica cosa. E solo lui può selezionare e realizzare antologie.

Forse adesso, in questo momento, lì in fondo alla strada, qualcuno crea una meravigliosa poesia e non lo sappiamo, non lo sospettiamo nemmeno…

L’Aleph è tra le raccolte di racconti più famosi di Borges

La poesia è senza tempo, il futuro invece è sempre incerto. Tutti pensano ad un futuro diverso, ma l’unica cosa che sappiamo è che il futuro sarà diverso da noi. Si possono rilevare solo alcune piccole somiglianze, niente di più. In questo mondo tutto è imprevedibile. Anche gli individui. Anche i poeti! Nessuno avrebbe potuto prevedere la comparsa dell’Ariosto, soprattutto perché c’era già stato e c’era ancora “vivo” un poeta – nelle sue opere – come Dante.

Personalmente ho sperimentato di più nel presente, e quello che pensavo era piuttosto fantasticare sul passato… Mi viene in mente il meraviglioso verso di Elizabeth Browning: “Invecchia con me, il meglio deve ancora venire!” Che speranza! Pensare al futuro anche quando si sarà vecchi.

I giovani hanno l’abitudine di fingere di essere sfortunati, originali, eroi. Al contrario, la vecchiaia è qualcosa di sereno, di bello, più calmo della giovinezza. Ogni giovane vuole essere Byron, Baudelaire, Pushkin, Amleto, Raskolnikov. Alla mia età sono semplicemente Borges e questo a volte mi rende le cose difficili. Ho già dimenticato quasi tutta la mia vita. Ricordo solo quello che ho letto. Infatti ho sempre vissuto solo di poesia…

E’ necessario affrontare le situazioni a testa alta e con gli occhi ben aperti, imparare a costruire i percorsi “oggi” e “adesso”, non “domani”, perché questo “domani” può essere troppo incerto; il futuro ci offre sempre innumerevoli opzioni, e può fermarci anche in mezzo alla strada…

Quindi, dopo un certo tempo si capisce che se la luce del sole “vivificante” risulta essere troppo forte può bruciarci e persino ridurci in cenere…

Sul tempo

Dopo un certo tempo, con l’esperienza, si comincia a vedere la linea sottile tra “tenersi per mano” e il “legame dell’anima” e discernere la verità; che l’amore non significa solo fare sesso con qualcuno o semplicemente stare con qualcuno. Si comincia a capire che i baci non sono un contratto, che i regali non sono promesse.

Col tempo impariamo che solo chi è capace di amarci insieme ai nostri difetti, senza volerli cambiare ad ogni costo, può darci la felicità, quello che abbiamo sognato

Col tempo impariamo che se fossimo al fianco di qualcuno, semplicemente per condividere con lui la nostra solitudine, arriveremo prima o poi a non accorgercene più...

Col tempo impariamo che i nostri veri amici si contano sulle dita, e chi non combatte per loro, prima o poi si vedrà circondato solo da falsi amici…

Col tempo impariamo che quelle parole pronunciate in un impeto di rabbia possono continuare a suonare per tutta la nostra vita e anche diventare una ferita viva…

Col tempo impariamo che tutti possano scusarsi, ma perdonare veramente solo gli esaltati nello spirito sono capaci di…

Col tempo impariamo che se feriamo gravemente un amico, poi nell’amicizia non saremo mai più gli stessi…

Col tempo impariamo che anche se sei felice con i tuoi amici, un giorno sentirai il dolore della solitudine quando se ne saranno andati…

Col tempo impariamo che chi disprezza o umilia gli altri, col tempo soffrirà allo stesso modo, anche il doppio…

Col tempo impariamo che qualsiasi esperienza vissuta con una persona vivente, può darti qualcosa cosa che non accadrà mai più...

Col tempo impariamo che se affrettiamo e forziamo le cose e gli eventi, la fine che ci aspettiamo non sarà quella che desideriamo…

Col tempo impariamo che quando proviamo a perdonare o chiedere perdono, dire che amiamo, che siamo tristi, di cosa abbiamo bisogno, che ci sentiamo soli – davanti ad una tomba ciò non avrà più alcun senso e non si potranno cambiare le cose…

Col tempo impariamo che la cosa migliore nella vita non è il futuro che ci aspettiamo, e quel momento in cui abbiamo pensato e sognato questo futuro…

Sì, purtroppo, tutto questo si impara con il Tempo!

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Sabato, 22 giugno 2024 – Anno IV – n°25/2024

In copertina: Jorge Luis Borges circondato da alcune fans



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