Imprigionato da 1698 giorni alla Belmarsh Prison di Londra
Redazione TheBlackCoffee
Il processo di estradizione contro Julian Assange sta entrando probabilmente nella sua fase finale, con un nuovo dibattito e sentenza che si svolgeranno presso la Royal Courts of Justice di Londra, previsti per il 20-21 febbraio 2024. Una richiesta di appello già era stata respinta dal giudice Jonathan Swift, a giugno.
Il fondatre di WikiLeaks quindi potrebbe essere estradato negli Stati Uniti per un ulteriore processo, accusato di spionaggio.
Julian Assange ha praticato un giornalismo che ha sfidato il potere globale alla ricerca della verità. Nel caso gli venisse applicata la pena in base l’Espionage Act statunitense, ciò costituirebbe un precedente tragico che si ripercuoterebbe non solo sull destino individuale di Assange; mettere a tacere chi cerca la verità invia un messaggio pericoloso, segnalando il declino di una stampa libera contro le forze oscure dell’autoritarismo.
Intanto il momento è molto impegnativo anche per Stella Morris, avvocatessa e consorte di Assange, in viaggio attraverso l’Europa per la campagna per il rilascio del marito. La prima tappa è stata a Napoli, in Italia, la prima grande città al mondo che ha concesso la cittadinanza onoraria al fondatore di WikiLeaks. Stella ha accettato la cittadinanza per conto di Julian presso lo storico Castello dei Baroni a Castel Nuovo.
“È stato un desiderio quasi unanime di tutti i rappresentanti politici in Consiglio Comunale ed è la testimonianza di un impegno per la libertà di informazione. Credo che sia un atto importante… il messaggio che arriva dalla città di Napoli è quello di rispettare il valore della libertà” – ha dichiarato Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli.
La settimana successiva Stella era invitata a Oslo dal PEN Norvegia, che assegna a Julian il Premio Ossietzky per “il suo giornalismo critico che denuncia gravi crimini di guerra e violazioni dei diritti umani”. Il premio annuale onora coloro che hanno dato un contributo significativo alla libertà di espressione, spesso a caro prezzo.
“Il diritto all’informazione dei cittadini è un prerequisito per la democrazia. Senza una democrazia basata su cittadini informati, gli abusi di potere e le violazioni della legge non possono essere corretti e modificati. Julian Assange ha difeso il nucleo della democrazia. Come molti predecessori, Julian Assange ha reso pubblici documenti essenziali in questo settore delicato, un ruolo che viene spesso criticato ma che sarà riconosciuto come altamente significativo quando si dovrà scrivere la storia.“
Dai -7°C di Oslo, Stella è volata direttamente a Lisbona, in Portogallo, dove ha partecipato all’annuale Web Summit. La sua prima sessione di domande e risposte riguardava il percorso di Julian verso una vita di attivismo politico, la persecuzione e le implicazioni globali del caso Assange per la libertà di stampa e la democrazia.
Migliaia di persone hanno assistito alla conversazione di Stella Morris con Andrew Fishman, co-fondatore di Intercept Brasil, al Centre Stage, in cui discuteva del fatto che Julian è in prigione per aver denunciato crimini di guerra e corruzione.
“Il rischio più grande è che i nostri figli crescano senza un padre, e io devo parlare apertamente, devo difendere Julian, non solo per il suo rilascio, ma per informare la gente su cosa c’è in gioco per tutti – ha affermato la Morris. Perché è un diritto del pubblico sapere che in definitiva sono loro l’obiettivo di questo processo.”
Nel frattempo a Victoria, in Australia, il padre di Julian Assange, John Shipton, si è rivolto a migliaia di persone che si sono riunite per una manifestazione pro-Palestina. Durante la manifestazione ha dichiarato: “Il suolo bagnato dal sangue di preziosi bambini negli ultimi 36 giorni: cosa si aspettano che cresca da quel suolo? Posso dirvi: la rabbia, la fame di giustizia che si è diffusa in tutto il mondo e ha abbracciato ogni essere umano sufficientemente senziente da provare simpatia per un altro suo simile.“
Questa dimostrazione di solidarietà mantiene forte lo spirito di Julian mentre combatte una battaglia epica per la sua vita e per il futuro delle nostre libertà.
Il redattore ed editore di WikiLeaks Julian Assange rischia una condanna a 175 anni per aver pubblicato informazioni veritiere nell’interesse pubblico.
Julian Assange è ricercato dall’attuale amministrazione statunitense per aver pubblicato documenti governativi statunitensi che denunciavano crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Le accuse motivate politicamente rappresentano un attacco senza precedenti alla libertà di stampa e al diritto del pubblico di sapere, cercando di criminalizzare l’attività giornalistica di base.
Per approfondire:
Sabato, 9 dicembre 2023 – n°49/2023
In copertina: Julian Assange al balcone dell’Ambasciata dell’Ecuador in Londra nel 2012 – Foto: Snapperjack CC BY-SA 2.0