venerdì, Novembre 22, 2024

Notizie dal mondo

La Bielorussia e le armi nucleari

Un referendum per revocare lo status di territorio libero da armi nucleari

di Laura Sestini

Oggi ci sono circa 13.000 le armi nucleari nel mondo, suddivise tra nove paesi. Il rischio di
uso di armi nucleari è alto tanto oggi, così come in qualsiasi momento lo è stato durante la Guerra Fredda. La detonazione anche solo di un’arma nucleare su una grande città ucciderebbe o ferirebbe centinaia di migliaia se non milioni di persone – e non esisterebbe un’adeguata capacità di risposta sanitaria. Le catastrofiche conseguenze delle armi nucleari non possono essere gestite puntualmente, poiché trascendono i confini nazionali, pongono gravi problemi e implicazioni per la sopravvivenza umana, l’ambiente, lo sviluppo socioeconomico, l’economia in generale, la sicurezza alimentare e la salute delle generazioni attuali e future, ed ha un forte impatto soprattutto su donne e ragazze, a causa dalle radiazioni ionizzanti.

Immagine: Nuke Map

Quando l’Unione Sovietica si dissolse nel 1991, c’erano migliaia di testate nucleari ex sovietiche, oltre a centinaia di missili balistici intercontinentali e bombardieri, posizionati in Bielorussia, Ucraina e Kazakistan, i cui Governi decisero di trasferirli Russia e smantellarli. La Bielorussia non aveva mai avuto un arsenale o il controllo di armi nucleari indipendente, ma accettò di rimuovere le armi ex sovietiche di stanza sul suo territorio.
In seguito, nel 1992, Bielorussia, Ucraina e Kazakistan aderirono al Protocollo di Lisbona, accettando di firmare il prima possibile per il Trattato di non proliferazione nucleare – TPNW – come Stati non dotati di armi nucleari. La Bielorussia ha successivamente firmato il Trattato di non proliferazione nucleare nel 1994.


Nel 1994 è stata adottata anche la Costituzione della Bielorussia post unione sovietica, compreso l’articolo 18 che sancisce lo status di esenzione da armi nucleari, citando testualmente: “La Repubblica di Bielorussia mira a rendere il proprio territorio zona priva di armi nucleari e Stato neutrale.”


Di anni ne son passati e la Costituzione bielorussa nel frattempo è stata cambiata già due volte, tramite approvazione referendaria, e si appresta per la terza volta a modificare qualche articolo, continuando ad accentrare il potere presidenziale. Lo spunto per questa nuova tornata popolare giunge a novembre scorso, quando il nuovo Governo tedesco di coalizione prende in considerazione di rimuovere le armi nucleari statunitensi dal suo territorio, e contemporaneamente il Segretario generale della NATO Stoltenberg suggerisce che le stesse potrebbero essere posizionate ‘più ad Est’. A questo proposito il presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko, in un’intervista, replica subito alla proposta, spiegando che se le armi nucleari statunitensi fossero state dispiegate in Europa orientale, lui avrebbe invitato armi nucleari russe a posizionarsi in Bielorussia.


In pratica, Lukašenko adesso potrebbe attuare la sua promessa. Infatti, il 27 febbraio, la Bielorussia voterà un referendum per modifiche radicali alla sua Costituzione, che includeranno la rimozione dell’impegno del Paese quale zona neutrale e priva di armi nucleari, aprendo potenzialmente alla possibilità di ospitare veramente in futuro le armi nucleari russe. In particolare, l’emendamento modificherebbe l’articolo 18 della Costituzione in sostituzione alla frase: “La Repubblica di Bielorussia mira a rendere il suo territorio una zona denuclearizzata e uno Stato neutrale” con “La Repubblica di Bielorussia esclude l’aggressione militare dal suo territorio contro altri Stati.


Numerosi accordi regionali – i Nuclear-weapons-free zones, (Nwfz) – e il trattato internazionale TPNW vietano il dispiegamento di armi nucleari nella maggior parte dei Paesi del mondo al di fuori dell’Europa. Il Trattato sul Divieto delle armi nucleari è il primo Accordo internazionale a vietare il dispiegamento di armi nucleari per i Paesi che vi hanno aderito, la cui cinquantesima firma di ratifica dell’Honduras ad ottobre 2020 ne ha decretato l’entrata in vigore. L’articolo 1(g) del Trattato vieta agli aderenti di “Consentire a qualsiasi stazionamento, installazione o dispiegamento di armi nucleari o altri ordigni esplosivi nucleari nel proprio territorio o in qualsiasi luogo sotto la sua giurisdizione o controllo”. Ciò si complementa e si basa sui sei accordi regionali di zona franca per le armi nucleari che vietano lo stazionamento di armi nucleari nei territori degli aderenti: Antartide, l’America latina, il Pacifico del Sud e il Sudest asiatico e l’Africa.

Il Kazakistan, dove erano schierate armi nucleari sovietiche durante la Guerra Fredda insieme
alla Bielorussia, non può prendere in considerazione il loro reimpiego perché è parte del TPNW e della Zona franca Centrale asiatica per le armi nucleari. La Bielorussia, tuttavia, non è parte di nessun trattato regionale, e nemmeno definitivamente del TPNW.


Contemporaneamente il sostegno dei cittadini al disarmo nucleare è alto in tutta Europa. Sondaggi di opinione condotti in 11 Stati NATO: Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna e Regno Unito hanno mostrato un sostegno pubblico schiacciante per l’adesione al TPNW, con poche persone contrarie. Dalle capitali europee, da Parigi a Berlino, a Roma, l’opinione pubblica sostiene i Paesi che aderiscono al TPNW.

Come possiamo vedere dal grafico lo schieramento di armi nucleari è molto impopolare. La maggioranza dei cittadini, nei quattro stati che ospitano armi nucleari statunitensi – Belgio, Germania, Italia e Paesi Bassi – le vorrebbero rimuovere. Alcuni stati della NATO – Danimarca, Norvegia e Spagna – vietano lo stazionamento di armi nucleari nel loro territorio in tempo di pace, mentre altri, come Islanda e Lituania, ne vietano il loro stazionamento in qualsiasi momento.

In Bielorussia la leader di opposizione Svjatlana Cichanoŭskaja ha fortemente criticato i commenti di Lukašenko che accolgono con favore le armi nucleari russe, sottolineando che ciò va contro l’opinione pubblica, che è a favore della neutralità, e che qualsiasi decisione di aumentare il dispiegamento di armi nucleari in Europa contraddice la volontà pubblica ed i valori democratici.

Trattato per la proibizione delle armi nucleari: https://undocs.org/en/A/CONF.229/2017/8

NukeMap: https://nuclearsecrecy.com/nukemap

Sabato, 26 febbraio 2022 – n° 9/2022

In copertina: missile balistico nucleare intercontinentale russo R-36M (NATO reporting name: SS-18 Satan) – Foto: Vadim Tolbatov – CC BY-SA 4.0

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