giovedì, Novembre 21, 2024

Italia, Politica

La legge sulla cittadinanza

Ragazze e ragazzi: italiani di fatto ma non di diritto – seconda parte

di Lucy M. Pole

Questo articolo fa seguito ad una prima parte, che tratta la legge attuale e le proposte in discussione per quanto riguarda il diritto ai ragazzi/e alla cittadinanza italiana.

Riassumendo

Lo ius soli, è quel principio di diritto secondo cui è cittadino di uno Stato, chi nasce all’interno del suo territorio. Mentre lo ius sanguinis permette di ottenere la cittadinanza di uno o entrambi i genitori, nel caso italiano, anche dei bisnonni, quindi il diritto si ottiene per discendenza.

È bene ricordare, però, che ius soli e ius sanguinis non si escludono a vicenda. Anzi, generalmente gli Stati adottano una normativa ‘temperata’, cioè condizionata: ad esempio, con la richiesta che almeno uno dei genitori risieda nel territorio dello Stato da un certo numero di anni.

L’ordinamento italiano è quindi uno dei più rigidi nell’escludere (quasi) ogni forma di ius soli, o diritto di nascita, come per la vigente legge n. 91 del 1992.

Attualmente, una proposta di referendum per facilitare l’ottenimento della cittadinanza per gli adulti, è stata depositata in Cassazione.

Come funziona in altri paesi

Lo ius soli “temperato” vige in Belgio, Germania, Irlanda e Portogallo dove la norma prevede che si acquisisca la cittadinanza alla nascita, se i genitori, seppur stranieri, hanno avuto legale residenza nel Paese per un certo periodo di tempo.

È particolare la normativa scelta dal Portogallo. Qui, il diritto alla cittadinanza fin dalla nascita di coloro che hanno entrambi i genitori stranieri si ottiene:

se almeno uno dei genitori è nato in Portogallo e lì risiede;

previo rilascio, da parte di madre e padre, di una semplice dichiarazione in cui affermano di volere essere cittadini portoghesi;

a condizione che uno dei due risieda in territorio portoghese da almeno 2 anni. 

In Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Spagna è prevista il “doppio ius soli”, ossia che si ha la cittadinanza alla nascita se almeno uno dei genitori è nato nel Paese in questione.

Chi nasce sul territorio francese, da genitori stranieri nati all’estero, può fare domanda per la cittadinanza al compimento della maggiore età.

I bambini nati in Grecia da genitori stranieri, ottengono la cittadinanza se uno dei genitori ha vissuto nel Paese per almeno 5 anni.

In Gran Bretagna vige lo ius soli “temperato”. Le condizioni richieste per riconoscere la cittadinanza ai figli degli stranieri sono: che almeno uno dei genitori sia già in possesso della cittadinanza britannica, o che abbia un permesso di soggiorno a tempo indeterminato.

Lo ius soli puro è invece molto diffuso nel Nord, Sud e Centroamerica, dove esiste nell’83% degli Stati. 

Negli Stati Uniti la legge sulla cittadinanza prevede che chi nasce nel territorio statunitense, ne è automaticamente cittadino, fatta eccezione per il personale diplomatico. lo ius soli è sancito dal XIV emendamento della Costituzione ed è determinato dalla storia e dall’identità dell’America come nazione di immigrati, anche se Trump vorrebbe apportare delle modifiche per restringere tale diritto.

Altri Stati che adottano lo stesso ius soli sono: Canada, Messico, Giamaica, Argentina, Brasile, Paraguay, Perù, Ecuador, Honduras e Nicaragua.

In quasi tutti i Paesi di Europa, Africa, Asia e Oceania, vige lo ius sanguinis, benché in qualche modo “temperato”.

Nel continente asiatico, nel 69% dei Paesi è previsto lo ius sanguinis puro, nel 29% dei Paesi, lo ius soli “temperato e nel restante 2% esiste lo ius soli illimitato.  In India era in vigore lo ius soli dal 1950 al 1987, successivamente è stato cambiato, per frenare l’immigrazione dal Bangladesh.

Nel continente africano il principio della stirpe è quasi sempre presente, fanno eccezione solo il 4% degli Stati africani con il diritto di nascita puro e il 31% in versione limitata.

Come la pensano in Italia

In linea di massima le Destre tendono a favorire il diritto della stirpe – per privilegiare il legame di sangue – e le Sinistre tendono a sostenere il diritto del suolo, per il valore dell’inclusione.

Infatti, la premier Giorgia Meloni e il suo partito, Fratelli d’Italia, reputano la legge attuale già ottima e non vedono nessun bisogno di modificarla.

Per la Lega la questione “non è una priorità e non è nell’agenda di governo”.

Diversa è la posizione di Forza Italia )che, con la proposta di Antonio Tajani (Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale dell’Italia, punta a rendere possibile l’acquisizione della cittadinanza dopo aver completato un ciclo scolastico, cosiddetto ius scholae

Il Pd ha avanzato varie proposte di ius soli limitato, compreso una per unire lo ius soli con lo ius scholae, estendendo l’acquisizione della cittadinanza anche a chi arriva dopo aver compiuto i 12 anni, ma a condizione che abbia completato un ciclo scolastico.

D’altronde, lo ius scholae potrebbe essere il minimo comune denominatore per unire le sei proposte di legge approdate in Commissione, tutte presentate in questa legislatura dall’opposizione. 

Il M5S da tempo lavora per l’introduzione di una riforma basata sullo ius scholae, che condiziona l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per quei bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età.

Il commento

Per la legge italiana, il paradosso è lampante: basta avere un bis-bisnonno paterno italiano per poter chiedere la cittadinanza, anche se il/la bambino/a nasce all’estero, non parla l’italiano e non sia mai stato/a in Italia. Quindi, a 18 anni potrebbe anche votare per le elezioni politiche, come residente all’estero.

Mentre, la prole che nasce in Italia da genitori stranieri, legalmente residenti, che magari lavorano da anni in Italia, partecipano alla vita sociale e pagano le tasse, potrà chiedere la cittadinanza italiana, solo dopo aver frequentato la scuola d’obbligo e facendone domanda prima del compimento dei 18 anni. Dopo una pratica burocratica di 3 o 4 anni, avrà la sua risposta.

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Sabato, 9 ottobre 2024 – Anno IV – n°42/2024

In copertina: immagine di Ministero dell’Interno

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