Stazionaria la neutralità e l’economia
di Jacques Ducry
Caro lettore, ti scrissi esattamente un anno or sono, nel frattempo il mondo va sempre peggio, la coesione europea pure, l’Italia…no comment, ma la Svizzera è “stazionaria”: il suo Franco è sempre forte, la sua economia regge bene sfruttando le relazioni commerciali con l’UE che le portano quotidianamente un Franco sui due che guadagna.
I loro rapporti si fondano su una serie di trattati bilaterali in vigore da un quarto di secolo, in primis la libera circolazione delle persone e delle merci.
L’Ue ha chiesto alla Svizzera di ridiscuterli e di formalizzarli in un accordo “quadro” includente l’applicazione automatica del diritto europeo con un ruolo importante della Corte, ma la la Svizzera si è chiamata fuori perdendo così i privilegi di Erasmus e di Horizon UE.
Nello scorso ottobre i cittadini elvetici hanno rinnovato il Parlamento bicamerale , spostando il cursore verso destra, verso quel partito sovranista (leghista-meloniano) denominato Unione democratica di centro (UDC) , che vorrebbe chiudere i confini alle persone ma, ovviamente, non ai capitali, rifiutando in toto i richiedenti l’asilo. Il sistema elettorale è il proporzionale puro, così da avere un governo, composto di sette ministri, di quattro partiti diversi.
L’esasperante ricerca di compromesso rallenta, unitamente ai diritti popolari, le soluzioni agli impellenti problemi che la Società deve affrontare. La “neutralità” svizzera non facilita il suo posizionamento internazionale, ricordando che ha aderito all’ONU solo nel 2002, dopo vari voti negativi dei suoi cittadini. I sondaggi mostrano pollice verso quo l’adesione all’UE.
Notizia di pochi giorni addietro, la ripresa dei colloqui con la Commissione per ridisegnare i rapporti CH-UE, ma il sistema svizzero implica una preliminare ricerca di consenso con i Cantoni e con le parti sociali.
I temi principali sono il mercato del lavoro, il mercato delle merci, la sanità pubblica, la formazione e la ricerca, i trasporti, il mercato elettrico, gli alimenti, il tutto condizionato dal mantenimento della libera circolazione delle persone e dall’accettazione del ruolo della Corte europea.
I negoziati dovrebbero concludersi entro fine ottobre 2024, alla scadenza del mandato dell’attuale Commissione: temo che i tempi svizzeri non facilitino il rispetto di detto termine senza dimenticare che il 9 giugno prossimo i cittadini dell’UE eleggeranno il loro nuovo Parlamento dove domineranno, purtroppo, i sovranisti-nazionalisti, così da creare ulteriori problemi all’indispensabile coesione europea, non da ultimo nelle relazioni bilaterali con la Svizzera…dove festeggeranno i nazionalisti nostrani.
Mala tempora currunt, dobbiamo fare nostro il “Resistere, resistere, resistere“ del PM Borrelli durante “Mani pulite”: troppe sono ancora le mani sporche (pure di sangue) presenti sul nostro amato continente.
Le nuove generazioni meritano onestà e trasparenza in una Società giusta e vivibile: è il mio sincero augurio per l’Anno nuovo, che porgo a tutti i fedeli del giornale!!
Sabato, 23 dicembre 2023 – n°51/2023
In copertina: esemplare di “Bruna alpina” (Brauvieh) – Foto: Daniel Schwen – CC BY-SA 3.0