Strali del presidente francese contro i Novax
di Elio Sgandurra
“Ils m’ont cassé le cuilles”. Questa frase molto pesante l’ha pronunziata il Presidente francese Emmanuel Macron esprimendo la sua rabbia contro i no vax del suo Paese, nel corso di una recente intervista al quotidiano “Le Parisien”. Parole durissime che tradotte in un italiano più prudente significherebbero “mi hanno rotto le scatole”. Ha aggiunto che i non vaccinati non saranno obbligati a cambiare idea, ma “non potranno andare più al ristorante, al bar, al teatro, al cinema. Una persona irresponsabile non è più un cittadino!”. Evidentemente non ne poteva più della intransigenza dei novax che in Francia sarebbero molto più violenti di quelli del nostro Paese. Che è tutto dire…
Anche il nostro Presidente Sergio Mattarella nei suoi ultimi discorsi ufficiali si è rivolto ai non vaccinati italiani, ma con toni completamente opposti a quelli del collega francese, invitandoli da saggio padre di famiglia a usare il vaccino e le altre forme di prevenzione, confidando nella loro comprensione.
Purtroppo non è stato ascoltato perché i dati statistici del solo giorno di venerdì 7, davano questi numeri: 219.441 contagi; 198 decessi; 177 in terapia intensiva. In alcuni casi i ricoverati non vaccinati raggiungevano l’85%. In molte Regioni è scattato l’allarme degli ospedali già al collasso che rispecchia quello di due anni fa quando scoppiò la pandemia: a Palermo una fila di ambulanze con a bordo persone gravemente contagiate, attendeva da ore davanti al grande ospedale “Cervello” che i malati venissero prelevati e la stessa scena si è svolta al “Civico”.
La soluzione è arrivata solo quando gli autisti dei mezzi hanno messo contemporaneamente in funzione tutte le sirene. In poche ore la Protezione civile ha allestito due ospedali da campo. A Napoli ci sono stati episodi analoghi.
L’Italia, che sino a un mese fa era considerata “la prima della classe” nella prevenzione – all’estero veniva spesso citato ed elogiato il “modello Italia” – ha ormai perso quel primato, avvicinandosi nelle statistiche ai livelli della Francia, Germania e Gran Bretagna.
Si è parlato di “effetto Capodanno”, come se lo Stato avesse dato un via libera totale ai festeggiamenti. Invece per quella notte erano stati proibiti assembramenti e l’uso di petardi e fuochi d’artificio. Ma allo scoccare della mezzanotte le piazze erano già piene di folla festante e incosciente e i “botti” venivano consumati a migliaia. La polizia, spesso presente, che cosa poteva fare se non arginare la calca. Forse intervenire con i manganelli e peggiorare la situazione?
A Firenze piazza della Signoria era stracolma di gente, soprattutto di giovani senza mascherina; lo stesso è accaduto in altre città; a Milano in piazza del Duomo c’è stata anche l’aggravante di un gruppo di ragazzi che ha circondato e strattonato e palpeggiato due coetanee. Sono state salvate dalla polizia che adesso indaga su quel branco, ripreso dalle videocamere e rilanciato sui social. Anche a Napoli il solito “Capodanno di guerra”: botti come sempre e un ferito da colpo di pistola.
Lo Stato non è riuscito a limitare questi eccessi, come è rimasto inerte di fronte al quotidiano aggravarsi della situazione sanitaria – iniziato a novembre – con l’aumento costante dei contagi, dei ricoveri e dei decessi. L’ultimo provvedimento del Consiglio dei ministri ha finalmente approvato limitazioni più severe ma confuse e approssimative che rispecchiano una demagogia dovuta allo sforzo di accontentare tutti i partiti della maggioranza, soprattutto la cavillosa Lega e gruppi recalcitranti dei 5Stelle.
Domenica scorsa si è aggiunto un altro problema, quello del contagio tra decine di calciatori per il quale quattro squadre di serie A non hanno potuto giocare. Era un incidente prevedibile da almeno un mese, da quando i primi di loro venivano colpiti dal virus. Ma tutto è passato sotto silenzio: forse prevalevano gli interessi delle squadre e le scelte elettorali dei cosiddetti tifosi.
Nel frattempo sui giornali, Tv e radio, dominano le solite notizie confuse e contradditorie insieme alle inutili interviste – tranne eccezioni – ai medici specialisti, agli scienziati e a quei personaggi noti per altre discipline a partire da Massimo Cacciari e per finire con Carlo Freccero.
Sabato, 8 gennaio 2022 – n°2/2022
In copertina: turisti nei pressi della Galleria degli Uffizi a Firenze – Foto: Laura Sestini