sabato, Novembre 23, 2024

Italia, Politica

La questione dei minori stranieri non accompagnati

Il sistema di accoglienza non funziona

Redazione di TheBlackCoffee

In soli quattro giorni, dal 10 al 14 settembre, a Lampedusa sono arrivate – nella maggioranza dei casi in maniera autonoma – circa 10mila persone (fonte Ministero dell’Interno), che hanno di gran lunga superato il numero dei lampedusani. L’isola è in tilt e ci sono tensioni tra i migranti e le forze dell’ordine a causa della permanenza di lunghe ore sotto il sole al molo Favarolo e dell’iperaffollamento dell’hotspot gestito dalla Croce Rossa in Contrada Imbriacola, poco fuori dall’agglomerato urbano.

Tra gli arrivi degli adulti, sempre più numerosi risultano i minori non accompagnati, per cui la legge internazionale, europea ed italiana prevede accoglienza immediata. Attualmente in Italia sono inseriti nel sistema di accoglienza oltre 20mila minori MSNA, ma è un percorso amministrativo e umano che scricchiola, non riceve adeguatamente, non garantisce una vera tutela.

Per questo motivo Tutori in Rete, in un comunicato stampa, sollecita un cambio d’approccio istituzionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati – MSNA – poiché sono sempre più numerosi i MSNA che non trovano accoglienza nelle strutture previste per legge a causa della scarsità di posti disponibili. Un reiterato approccio emergenziale non può essere la soluzione per garantire loro protezione ed integrazione.

Tutori in Rete (TiR), è un’associazione nazionale costituita nel giugno scorso alla
quale partecipano già 17 tra associazioni e gruppi di tutori volontari provenienti da 14 diverse Regioni italiane; questa esprime profonda preoccupazione per la perdurante crisi del sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, sollecita un cambio di approccio e richiama le
Istituzioni al rispetto della normativa italiana, europea ed internazionale in materia.

I tutori volontari sono privati cittadini, specificamente formati, che a titolo volontario e gratuito
assumono la tutela di uno o più minori stranieri non accompagnati. Il ruolo va oltre la
rappresentanza legale: il tutore volontario diventa spesso per il minore straniero una importante figura adulta di riferimento, capace di interpretare i suoi bisogni attraverso quell’attenzione dedicata che il tutore istituzionale non può avere, e di orientarlo anche rispetto ai suoi doveri. E’ suo compito anche quello di attivarsi affinché i diritti del minore siano effettivamente garantiti, incluso quello ad una adeguata accoglienza.

L’acronimo MSNA identifica ragazze e ragazzi stranieri, per lo più adolescenti, ma sempre più
spesso anche bambine e bambini, che si trovano nel nostro Paese senza genitori o altri adulti di
riferimento. Sono minori, prima che migranti, titolari degli stessi diritti in materia di protezione dei
minori che sono riconosciuti ai minori con cittadinanza italiana o dell’Unione europea, ed hanno
vissuti sempre pesanti.

Per loro, le nostre leggi prevedono un sistema di tutele e garanzie rinforzate che includono, tra le
altre cose, la nomina di un tutore volontario e la sistemazione in strutture dedicate sin dalla prima
accoglienza, pensate per essere in grado di dare risposte adeguate alla condizione di particolare
vulnerabilità di questi minori e fornire loro i necessari strumenti di integrazione, anche grazie alla
presenza di equipe multidisciplinari composte da operatori specializzati. Il tutto a beneficio non solo
dei/delle minori, ma dell’intera società.

Questo in teoria, perché in pratica sono ancora troppo pochi i MSNA per i quali avviene la
nomina tempestiva di un tutore volontario, non solo a causa dell’esiguo numero di tutori volontari
formati rispetto al numero di MSNA presenti, ma anche per effetto di procedure di nomina in certi
casi ancora poco efficienti a causa delle quali, paradossalmente, capita che tutori disponibili restino
senza tutele assegnate, mentre MSNA diventano maggiorenni senza aver potuto beneficiare del
supporto di un tutore volontario.
E, cosa ancor più grave, sono sempre più numerosi i MSNA che non riescono ad essere
inseriti in strutture per minori – come previsto dalla legge – a causa della scarsità di posti
disponibili (sia in prima che in seconda accoglienza) e che quindi, di fatto, sono esclusi dall’accesso
agli strumenti di protezione e integrazione di cui non solo avrebbero diritto ma soprattutto urgente
bisogno.

I tutori volontari sanno, in ragione dell’esperienza “pratica” maturata – da quando è stata istituita nel
2017 con la legge Zampa la figura del tutore volontario – quanto possa essere pregiudizievole per un
minore non ricevere o anche solo ricevere “tardi” la protezione di cui avrebbe avuto bisogno.

Per questo motivo sollecitano, attraverso la loro associazione nazionale, un intervento
immediato delle Istituzioni preposte affinché sia superato l’approccio emergenziale e sia
realizzata con adeguati investimenti una seria programmazione per l’accoglienza dei minori
stranieri non accompagnati attraverso il rinforzo e l’ampliamento del sistema SAI MSNA, ritenuto
al momento il più adatto a realizzare le esigenze di tutela e inclusione sociale per i minori stranieri
soli.

Paola Scafidi, presidente di TiR, conclude: «La protezione dei minori stranieri non accompagnati è
una delle più importanti prove di civiltà con cui il nostro Paese si misura da anni. Gli ingressi di MSNA
verificatisi nel corso dell’estate non possono certo definirsi imprevisti o comunque imprevedibili: il
fenomeno è strutturale e come tale deve essere affrontato con una seria programmazione
dell’accoglienza e investimenti adeguati. Se vogliamo ancora definirci una società avanzata, un
Paese civile, non possiamo permettere che un minorenne sia ospitato in un Cas – Centro di Accoglienza Straordinaria – per adulti, nella stanza di una caserma o, ancora peggiore, sia lasciato in strada
».

https://tutorinrete.org

Sabato, 16 settembre 2023 – n°37/2023

In copertina: foto di Daniil Onischenk/Unsplash

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