L’incredibile opera di Luigi Lineri
di Laura Sestini
Lungometraggio di esordio, La ricerca, del pluripremiato regista Giuseppe Petruzzellis, si può riassumere come un’ode alla natura.
Il regista, usando il linguaggio della settima arte, funge da intermediario, da filtro, per esplorare la vita di Luigi Lineri, interprete unico nel docufilm che biografa una parte importante della sua vita. Ma la sensibilità dell'”occhio” di Petruzzellis risulta particolarmente attenta e poetica, attingendo dalla straordinarietà del paesaggio, dalla pacificità e saggezza di Lineri, dalla sua abilità nel disegno, dalla bellezza che lui va ricercando in senso etico e spirituale. Accompagna il film una piacevole colonna sonora originale di Nicolás Jaar che avvolge l’ambientazione scenografico-naturale; parte dei suoni sono provenienti dalla natura stessa, per un viaggio a ritroso nella notte dei tempi.
Lineri, originario del Veneto, è oggi un dinamico ottantenne, che durante la sua vita ha sempre lavorato come infermiere; ma costui è anche da sempre appassionato di preistoria, motivazione che lo porterà, fin dal 1964, a lunghe passeggiate alla ricerca di pezzi di selce, nelle zone rocciose del suo territorio circostante, intraprendendo una originale, irripetibile e straordinaria indagine personale lungo le sponde del fiume Adige, osservando e collezionando pietre. Pare facile collezionare pietre? Magari raccolte sulla spiaggia durante un soleggiato weekend? Niente di tutto questo. Non una è una collezione comune quella di Lineri – di francobolli o di farfalle; lui cerca tracce lasciate dall’uomo preistorico, seppure non è un archeologo o un antropologo. Si potrebbe citare, usando il lessico contemporaneo, come un “ricercatore indipendente”.
Durante il racconto della sua speciale ricerca sull’evoluzione umana, Lineri pone, rivolgendole anche a se stesso, domande “esistenziali” assolute della vita sulla Terra, in particolare ai suoi primordi, durante la presenza dei nostri antenati preistorici nell’età della pietra – vissuti circa 3,4 milioni di anni fa fino all’Era neolotica – che per primi si accinsero ad esplorare il pianeta, comprenderlo e conquistarlo, per affrontare la vita, quando non si conosceva ancora niente filosoficamente di questi concetti e si seguiva l’istinto della sopravvivenza. Gli uomini preistorici – secondo Lineri – furono veri e propri avanguardisti, i quali, in quanto a creatività e intelligenza non certo erano inferiori all’uomo contemporaneo; e potremmo anche supporre, potenzialmente, che lo fossero di più. La scintilla dell’intelletto è iniziata da quella stirpe primigenia, poi si è magari affinata nei successivi milioni di anni, fino a che la curva delle “imprese cognitive” degli umani, da qualche millennio, ha iniziato a regredire, pare evidente, soppiantandola ad oggi con l’intelligenza artificiale.
Lineri ha realizzato un museo di pietre trovate lungo l’Adige, che si dimostrano, nella stramaggioranza, rudimentali utensili di uso quotidiano lavorati dagli uomini preistorici, prima dell’Età del ferro. Pietre che diventavano affilate per uccidere un animale ed alimentarsi e per altre necessità primarie, fino alla creazione di vere e proprie opere d’arte; l’uomo preistorico amava e riconosceva la bellezza, come affermano anche i tanti graffiti scoperti nelle caverne di mezzo mondo – incisioni rupestri scavate con oggetti duri come le pietre affilate, realizzati molte migliaia di anni fa.
La raccolta di Lineri è essa stessa un’opera d’arte. Ordinata con armonia ed eleganza, le pietre tutte catalogate da lasciare ai posteri. Chissà se mai qualche ente pubblico si farà carico di sottoporre l’immensa collezione di pietre-utensili a verifica scientifica. Un lavoro immenso, quello di Lineri, fatto di passione, occhio critico e grande spirito di ricerca.
La fruizione del lungometraggio, che riporta una fotografia eccellente di Michele Brandstetter de Bellesini e Petruzzellis, senza un motivo immediatamente riconoscibile dallo spettatore, rasserena l’animo. Sarà la bellezza e l’effetto della melodia composta dall’acqua dell’Adige che scorre quieta, spesso in sottofondo, o le delicate e nostalgiche arie musicali di Jaar, benché Lineri denunci gli scempi perpetrati sul fiume dalla politica? Saranno le magnifiche bellezze naturali del territorio veronese che vengono proposte anche con riprese dall’alto, oppure la “lentezza” della natura che si contrappone alla supervelocità della vita contemporanea? Il docufilm apre ad un sentimento di speranza verso il futuro, un senso di pacificazione con il mondo.
Interessante e curioso l’inserimento di alcuni spezzoni video extra contesto, tra animazioni di cinema muto e prove tecniche per viaggi spaziali.
Senza alcun dubbio nel docufilm traspare e si percepisce la sacralità che emana dalla ricerca solitaria di Lineri al cospetto non solo dell’Adige, ma dell’intero silenzio cosmico: forse è proprio questo aspetto che dovremmo riscoprire al più presto come esseri umani, legati indissolubilmente a Madre Natura e la sua magnificenza.
La Ricerca
Prodotto da Giuseppe Petruzzellis – APLYSIA
Co-prodotto da Alessandro Carroli – EiE Film | Liza Faktor, Andrea Arena – Vessel
In collaborazione con Lisa Fierro
Con il supporto di Lombardia Film Commission | MFN
Con il patrocinio di Parco Regionale Naturale della Lessinia | Comune di Zevio | Comune di San’Anna d’Alfaedo
Scritto, prodotto, diretto e montato da Giuseppe Petruzzellis
Con Luigi Lineri
Da un’idea di Lisa Fierro | Giuseppe Petruzzellis
Colonna sonora originale Nicolás Jaar
Fotografia Michele Brandstetter de Bellesini | Giuseppe Petruzzellis
Supervisione al montaggio Carlotta Cristiani | Valentina Andreoli
Assistente di produzione Lucia Pornaro
Ufficio Stampa Davide Ficarola
Consulenza scientifica Matteo Meschiari
Suono Davide Saggioro
Operatore alla camera Francesco Saverio Valentino
Drone Michael Bichel
Assistente alla camera Filippo Tommasoli
Gaffer Lorenzo Gardinali
Durata 63′
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Il film è disponibile in streaming online su Vimeo: https://vimeo.com/ondemand/laricerca
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Sabato, 8 giugno 2024 – Anno IV – n°23/2024
In copertina: immagine di Giuseppe Petruzzellis