Il Teatro del Pratello con la regia di Paolo Billi va in scena con il nuovo lavoro teatrale collettivo delle ragazze dell’Istituto Penale per i Minorenni di Pontremoli
di Laura Sestini
Cos’è il perdono? Bisogna pentirsi per essere perdonati? Si può dimenticare? Il perdono a parole non esiste.
Sono queste alcune delle frasi composte da chi ha partecipato ai laboratori di scrittura e di riflessione su cosa significhi perdonare ed essere perdonati.
Il nuovo lavoro teatrale realizzato dal Teatro del Pratello con le ospiti dell’Istituto Penale per minorenni di Pontremoli, l’unico femminile della Penisola, è imperniato su una tematica per niente banale, che coinvolge in primis l’esistenza personale delle ragazze, alle prese con i loro ‘errori’ giovanili ed il rapporto con la famiglia – i padri, le madri, i fratelli – che non sempre è bucolico ed armonioso, fatto di comprensione e perdono. Una sfera etica e sentimentale con cui – entro le sbarre o da persone libere – tutti sono chiamati a confrontarsi prima o poi durante la vita.
Basato sulla libera interpretazione della parabola cristiana del ‘Figliol prodigo‘, la drammaturgia finale – a cui hanno partecipato anche gli studenti dell’Istituto Superiore Pacinotti-Belmesseri di Pontremoli attraverso un laboratorio di scrittura, ed altri testi composti nel corso del Laboratorio di scrittura in piazza, alla sua prima edizione, svoltosi l’8 e il 9 settembre in Piazza della Repubblica ed aperto a tutti i cittadini – si è dipanata in quattro differenti scene, per altrettante chiese della cittadina lunigiana arroccata sulle colline pre-appenniniche tosco-emiliane.
Il progetto teatrale entro il carcere di Pontremoli, del regista Paolo Billi, vide luce per la prima volta con lo spettacolo del 2014, attraverso cui si permise ai cittadini di varcare le mura dell’Istituto penale, dove questo fu allestito. Nell’edizione 2021 – con La scandalosa gratuità del perdono – si inaugura un nuovo percorso – prima tappa per riflettere e lavorare sulla giustizia riparativa, e sviluppare nuovi rapporti tra l’Istituto Penale e la comunità civile pontremolese.
Lo spunto per la tematica del perdono, cui si fa partecipe la collaborazione e l’ospitalità di Don Pietro Pratolongo e Padre Dario Ravera, parroci delle chiese coinvolte, induce ad uno scavo interiore, utile sia alle ragazze – che avranno dovuto confrontarsi con se stesse per tradurlo in testo scritto – ma altrettanto come spinta a mettersi in gioco per tutti coloro che ci hanno ruotato intorno o attinto indirettamente. ‘Chi è senza peccato scagli la prima pietra’ – riporta anche una famosa frase tratta dal Vangelo secondo Giovanni.
Difatti, come rimandano alcune note di regia di Paolo Billi a sostegno dello spettacolo “Sul perdono gli stereotipi sono diffusi, spesso frutto di superficialità o pigrizia di pensiero, ma lavorare su questo tema con le ragazze dell’Istituto Penale ha fatto emergere folgoranti e imprevedibili immagini”. Per realizzare ‘La scandalosa gratuità del perdono’ l’argomento è stato affrontato da quattro diversi punti di vista, ovvero dai sentimenti del figlio che torna, del padre che perdona, del fratello maggiore che brucia di gelosia ed infine, da parte di due figure femminili, assenti nella parabola, incarnate dalla madre e dalla sorella minore. Quest’ultima, prima del suo ritorno conosceva il fratello ‘perduto’ solo dai racconti della famiglia, considerandolo però n coraggioso che non si era accontentato della piccola e agiata realtà che lo circondava, vagheggiando ella stessa di percorrere la medesima strada e non comprendendo perché egli abbia rinunciato alla libertà.
Nicky, Melani, ChicaLoca, Mymy, Nagem, Claire, Effi, Mereubu, Pamir, Nane, Nady, Lari, Mary, Vale, sono le ragazze che, in presenza o attraverso voci fuori campo, hanno contribuito allo spettacolo, che ha incluso anche la partecipazione di alcuni attori e cittadini pontremolesi: Lorenzo Borrelli, Alberto Santini, Delfina Reggiani, Edoardo Chiartelli, Franca Fenocchi, Eleonora Casetta.
Le quattro tappe itineranti de ‘La scandalosa gratuità del perdono’ nelle chiese di Pontremoli sono un breve viaggio dentro se stessi, la cui tematica induce a riflettere strada facendo, camminando in processione lungo le strette strade lastricate in pietra del paese, per raggiungere le scene teatrali. Gli spettatori, sempre compostamente in rigoroso silenzio, adatto alla ‘casa di Dio’, seguono le istruzioni del regista e degli operatori del Teatro del Pratello, per accomodarsi anch’essi dentro i perimetri scenografici composti dalle pitture realizzate all’uopo – tutte di tonalità scure o tristi come il peccato e la colpa – ed entro la più ampia architettura ecclesiastica degli addobbi religiosi.
Un viaggio interiore intenso e coinvolgente – non obbligatoriamente da credenti, ma che lascia aperta per ognuno la strada più consona – che insieme alla fruizione della drammaturgia teatrale permette di conoscere in parallelo culturale i luoghi di culto della parte più antica di Pontremoli.
Il lavoro sul ‘perdono’ è un nuovo progetto pluriennale di teatro-carcere del Teatro del Pratello di Bologna, che da quasi due decadi si rivolge ai detenuti minorenni e adulti, tra Emilia Romagna e Toscana.
Il perdono si predica ma non si pratica. Il perdono è un atto gratuito.
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La scandalosa gratuità del perdono è andato in scena dal 13 al 17 ottobre 2021 (ore 20 e 21)
come spettacolo itinerante nelle chiese di San Geminiano, San Niccolò, Santa Cristina e l’Oratorio Nostra Donna di Pontremoli (MS)
drammaturgia e regia: Paolo Billi
aiuto regia: Elvio Pereira De Assunçao e le cure di Francesca Dirani.
laboratori di scrittura: Filippo Milani.
laboratorio per gli oggetti di scena: Ivana Parisi – Associazione Poltrona Rossa
laboratorio per le scenografie: Irene Ferrari
organizzazione sul territorio: Enrica Talamini
coordinamento del progetto: Amaranta Capelli.
Il progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Istituto Penale per i Minorenni di Pontremoli, della Regione Toscana e del Comune di Pontremoli, con il sostegno dei Fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese e di CIO nel cuore.
Sabato, 30 ottobre 2021 – n° 40/2021
In copertina: una scena dello spettacolo teatrale – Foto: Teatro del Pratello