Gli homeless muoiono tutti i mesi, non solo d’inverno
di Laura Sestini
Nel 2014 risposi all’invito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, come intervistatrice volontaria per l’indagine Istat sulle persone senza dimora.
Il report che sarebbe conseguito alla ricerca era svolto in collaborazione con fio.PSD e Caritas italiana; difatti fui incaricata di svolgere dei colloqui con alcune di persone presso la mensa Caritas di Livorno. L’orario degli appuntamenti risultava durante la distribuzione dei pasti.
Ci misi un po’ a trovare i locali, essendo questi defilati – credo anche giustamente per proteggere la privacy di queste persone, o forse era solo un caso, chissà. Quando infine localizzai una coda di uomini, non proprio in abiti eleganti, dedussi di essere giunta a destinazione.
Ero emozionata, avrei dovuto chiedere – a chi aveva accettato di rispondere al sondaggio – particolari della loro grama esistenza, che immaginavo non avrebbe sortito benessere, forse solo la riconferma della loro sofferenza di homeless. I miei interlocutori sarebbero stati un uomo straniero – di origine marocchina – ed una giovanissima coppia di italiani che vivevano in un rudere di campagna. Era inverno, il dettaglio mi colpì molto. La ragazza – sui 25 anni – era anche in stato di gravidanza.
In entrambe le interviste le persone – come me – erano altrettanto emozionate: parlare della condizione in cui stavano vivendo non era facile, talvolta neanche per essere descritta oggettivamente.
Alla fine dei due colloqui, i volontari di Caritas ed alcune Persone Senza Dimora che stavano consumando il loro pasto caldo, mi invitarono a sedere per mangiare allo stesso tavolo. Ricordo sempre molto volentieri la loro accoglienza come un’esperienza importante.
Nel 2015, elaborati i dati, il sondaggio rivelò che in Italia, in quel periodo, erano 50.724 le persone stimate senza dimora. Queste vivono in povertà estrema, ovvero in una condizione di disagio profondo legato prima di tutto alla mancanza di una casa come luogo intimo e di rifugio ed all’intreccio di povertà di beni materiali per la sussistenza, unitamente a fragilità personali stratificate e complesse .
Ogni anno, all’arrivo delle prime giornate di freddo invernale, siamo richiamati dalle notizie di alcuni homeless morti in strada – la famosa ’Emergenza Freddo’ – che emergenza non può essere, e non è; pare risaputo che in inverno fa freddo e chi non ha casa può morire per ipotermia.
I dati però dimostrano essere diversi e ben più complicati, poiché i senza dimora muoiono tutti i mesi, non solo d’inverno. Nelle ultime quattro stagioni, 79 sono deceduti d’inverno, 53 in primavera, altri 53 in estate e 60 in autunno. Nel 2022, risultano già 50 i senza dimora deceduti. Nel 2021 i morti erano stati 246, e 208 nel 2020. Sono queste cifre terribili che raccontano una strage, ai più invisibile.
Le persone decedute portavano con sé tutti i tratti di una grave emarginazione, fatta di grande sofferenza e di uno stato di degrado personale, con volti o corpi affaticati, salute psico-fisica
compromessa, stato di abbandono, isolamento relazionale; al 92% erano uomini, per due terzi stranieri e, dai dati raccolti, con una età media di 49 anni.
Il luogo di ritrovamento dei corpi senza vita racconta che la causa principale non è il freddo. Ed anche se non è sempre facile risalire alle ragioni primarie, grazie alla ricostruzione di chi conosceva le persone è stato possibile riscontrare come il 60% dei decessi è per incidente, violenza e suicidio, mentre al 40% la causa è per motivi di salute.
La salute delle persone homeless è uno degli aspetti più importanti su cui da anni i servizi del servizio sociale provano a lavorare. Eppure l’accesso ai servizi di cura o l’avvio di percorsi di prevenzione sono ad oggi difficilissimi da realizzare.
«Oggi avere una casa rappresenta la base sicura per poter vivere e partecipare attivamente alla vita sociale di una comunità» – afferma la presidente di fio.PSD – Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora – Cristina Avonto – «non averla significa compromettere buona parte dei diritti di cittadinanza e di integrazione. Serve un sistema organico di intervento che interrompa una così silenziosa strage.»
Sabato, 19 marzo 2022 – n° 12/2022
In copertina: Homeless – Foto: di Laura Sestini©2022 – (tutti i diritti riservati)