giovedì, Settembre 12, 2024

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La transizione politica in Bangladesh

La rivoluzione degli studenti ha scelto Muhammad Yunus

di Laura Sestini

Il Bangladesh è un Paese indipendente relativamente giovane. Infatti, solo nel 1971 si staccò dal Pakistan occidentale, a cui era stato abbinato nel 1947, a seguito del processo decolonialista che vedeva protagonista l’India e la regione del Bengala, ma da cui era lontanissimo sia geograficamente che culturalmente. Furono proprio le discriminazioni linguistiche, dei diritti civili e umani, da parte delle amministrazioni pachistane, ad innescare la guerra di indipendenza – dell’allora Pakistan orientale contro il Pakistan occidentale – e la costituzione dello Stato del Bangladesh nel 1971.

Il Bangladesh è un paese povero, considerato un paese del Terzo Mondo – come venivano fino ad alcuni anni fa descritti i paesi sovrappopolati e con reddito pro capite bassissimo, ($ 2621 nel 2022); mentre oggi il linguaggio globale li appella come Paesi in via di sviluppo.

A conferma di quanto appena citato, delle rivolte sono state avviate nell’ultimo mese contro il Governo in carica dai movimenti studenteschi bangladesi che, dopo oltre 650 morti – di cui 65 bambini – per la dura repressione comandata dalla premier Sheikh Hasina, in carica dal 2009, sono infine riusciti a far dimettere e fuggire. In sostituzione, i manifestanti hanno scelto, come loro leader di transizione politica, l’economista e Premio Nobel per la Pace nel 2006, Muhammad Yunus. E migliore persona non avrebbero potuto indicare.

Secondo i numeri stimati dalla BBC, in Bangladesh circa 18 milioni di giovani sono senza lavoro e fra i laureati il tasso di disoccupazione è particolarmente elevato, questo il motivo iniziale delle proteste, poi le istanze di contestazione hanno abbracciato anche altri ambiti.

Sheikh Hasina, è figlia di Sheikh Mujibur Rahman, politico bengalese, fondatore della Bangladesh Awami League – ovvero la Lega popolare bengalese – partito di ispirazione nazionalista e secolarista, che fu il primo presidente bangladese nel 1971, all’indipendenza del Paese, e poi primo ministro .

La famiglia Shiekh fu decimata il 15 agosto 1975, da un gruppo di ufficiali dell’esercito che invasero la capitale Dacca e la residenza presidenziale, uccidendo il Presidente, la sua famiglia e alcuni inservienti. Solo le due figlie Sheikh Hasina Wajed e Sheikh Rehana, che in quel momento erano in Germania Ovest, sfuggirono al massacro e al nuovo regime militare che si instaurò in Bangladesh. Una serie di sanguinosi colpi e contro-colpi di stato si conclusero con l’ascesa al potere del generale Ziaur Rahman, che fondò il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), con cui le discendenti della “dinastia” Sheikh si sono contese il potere da allora in poi.

Muhammad Yunus
CC BY-SA 3.0

Chi è invece Muhammad Yunus, il premier ad interim indicato dalle piazze degli studenti bengalesi in rivolta? Il messaggio dei giovani scesi per le strade contro il potere dittatoriale di Sheikh Hasina – attraverso la scelta del Premio Nobel – è chiara e netta.

Yunus è nato a Chittagong nel 1940 ed è un economista, formatosi in Bangladesh e negli Stati Uniti, banchiere bengalese, fondatore della Grameen Bank e del microcredito, che ha salvato milioni di bengalesi poverissimi, dando credito anche alle donne, già poco dopo l’indipendenza del Bangladesh.

L’uomo, oltre ad essere stato grande benefattore verso i suoi concittadini, che li ha indirizzati ad avere fiducia in se stessi e aprire attività in proprio, seppur minuscole come il suo microcredito, gode tra loro di grande stima e, ormai ultra ottuagenario, ha sempre dimostrato di essere una persona di sani e saldi principi di inclusione, di accoglienza e di riporre fiducia anche nell’ultimo dei diseredati bengalesi o analfabeti (ancora il 26% della popolazione), che non avevano possibilità di ricevere nessun prestito, neppure di un dollaro, da nessuna banca tradizionale. Con l’avvio del progetto di microcredito, Yunus ha provocato un cambiamento radicale di mentalità nei confronti dei poverissimi, e delle donne, per innescarne il riscatto sociale. In seguito, anche la Banca Mondiale ha iniziato ad avviare progetti simili a quelli di Yunus nei paesi più poveri al mondo.  “In Bangladesh, dove non funziona nulla – disse una volta Yunus – il microcredito funziona come un orologio svizzero”.

Dai bengalesi è stata affidata a Muhammad Yunus la responsabilità di guidare il Bangladesh senza ulteriori violenze, verso nuove elezioni. Se non interverranno di traverso azioni politiche competitive dei maggiori partiti o dei loro leader, anche se ci vorrà tempo, tutto potrebbe scorrere verso la democrazia attiva, di cui è già inscritto nella Costituzione del paese e nel suo nome Repubblica democratica del Bangladesh. I movimenti studenteschi – , intanto pensano di fondare un nuovo partito, mentre il nuovo Governo di transizione – per domanda di Yunus -ha chiesto un’investigazione delle Nazioni Unite sulle violenze perpetrate durante il regime di Hasina.

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Sabato, 17 agosto 2024 – Anno IV – n°33/2024

In copertina: manifestanti delle rivolte in Bangladesh – CC BY-SA 4.0

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