giovedì, Novembre 21, 2024

Notizie dal mondo

La Turchia delle elezioni presidenziali

Strategie di potere politico contro le opposizioni

di Nancy Drew

A pochissimi giorni dalle elezioni presidenziali in Turchia – fissate per il 14 maggio – che vedono il Presidente Erdoğan in calo di consensi, 43,7% contro il 47,8 secondo i più recenti ottimisti sondaggi, sul candidato della coalizione di opposizione Kemal Kılıçdaroğlu, del Partito Popolare Repubblicano – CHP – hanno preso avvio le “strategie del terrore”. Non certo cosa nuova in Turchia, dove ogni occasione politica di rilievo viene anticipata e seguita, tradizionalmente, da arresti e attacchi repressivi contro gli avversari.

Il nemico pubblico della Repubblica di Turchia è la comunità curda – citata come minoranza, ma con i suoi 18 – 20 milioni di appartenenti – il 20-25% della popolazione turca, risulta avere un peso politico molto rilevante.

Dal 2021 il partito filocurdo HDP – Partito Democratico dei Popoli – è sotto processo alla Corte Costituzionale turca nel tentativo di metterlo alle sbarre, con l’accusa di avere legami con l’ex Partito dei Lavoratori Curdi – PKK – il cui leader carismatico Abdullah Öcalan è detenuto dal 1999 nell’isola-carcere di Imrali, nel Mar di Marmara.

All’inizio della settimana corrente, circa 130 persone di origine curda – tra avvocati, giornalisti, artisti e attivisti dei diritti umani – sono stati arrestati, e uniformemente accusati di appartenenza a gruppo terroristico. Alcuni sono stati già rilasciati, mentre giorni prima era stata ancora condannata a tre anni e nove mesi, Ayşe Gökkan, ex sindaca HDP della città di Nusaybin, già reclusa ad oltre 30 anni nel 2021 – con l’intramontabile accusa di legami a organizzazione terroristica – a causa di aver promosso un evento pubblico pro accordi di pace tra Curdi e Stato turco, svoltosi nel 2011, nelle vesti di co-sindaca della città da lei amministrata al confine con la Siria.

HDP, per le elezioni presidenziali non ha presentato un proprio candidato, unendosi nell’Alleanza del Lavoro e della Libertà, di cui è il partito maggiore, ma guidata dal Partito della Sinistra Verde – YSP – che già ufficialmente ha dichiarato di sostenere Kılıçdaroğlu.

Dopo il malore in diretta televisiva del presidente Erdoğan, l’atmosfera politica prende sempre più forma, puntualmente orientata. Con la potenzialità di poter perdere le elezioni e quindi la guida della nazione, il partito di maggioranza, Partito della Giustizia e dello Sviluppo – AKP – di Erdoğan, e le sue alte cariche di rappresentanza ministeriale, di cui molti in corsa elettorale, stanno mettendo in campo una narrazione politica psicologicamente preventiva, che non si può ancora immaginare l’effetto che sortirà. O forse sì.

Il Ministro dell’Interno, Süleyman Soylu, ha descritto le prossime elezioni come un “tentativo di colpo di stato politico da parte dell’Occidente” – una prosecuzione del tentativo di colpo di stato militare del luglio 2016. Una dichiarazione forte, condannata da tutte le forze di opposizione, che in seguito il ministro ha specificato essere stata pronunciata dal presidente Biden nel 2020, quando specificò che avrebbe dato sostegno all’opposizione politica turca per sconfiggere il presidente Recep Tayyip Erdoğan, definito un autocrate.

Sulle parole di Soylu e il raid di arresti in numerose località della provincia di Diyarbakir, l’Alleanza HDP-Sinistra Verde ha affermato che l’operazione è politicamente motivata ed è un tentativo di influenzare i risultati della tornata elettorale del 14 maggio. «Questa è una parte della campagna elettorale del governo AKP-MHP giocata attraverso le forze di polizia, i pubblici ministeri e i giudici. È una trappola realizzata con bugie e dichiarazioni costruite che non hanno nulla a che fare con la verità». Gli stessi lanciano anche un appello a tutti coloro che sono a favore della libertà e della democrazia per opporsi all’attacco sulle elezioni da parte del regime turco, il cui silenzio delle opposizioni non farà che incoraggiare il fascismo corrente.

La Turchia non è ancora uscita dallo shock del terremoto del 6 febbraio, dove hanno perso la vita, ufficialmente circa 50mila persone, non per certo il numero reale, e centinaia di migliaia di famiglie sono rimaste senza casa. Erdoğan e l’apparato statale dei soccorsi furono tacciati inadeguati, la politica accusata di aver buttato al vento le tasse dei cittadini indirizzate alla prevenzione dei sismi di cui l’Anatolia è particolarmente sensibile, oltre alla nota corruzione sugli appalti, che in quei giorni portò all’arresto di alcuni imprenditori edili.

Nonostante tutti i disagi e la profonda crisi economica in cui si trova la Turchia, con milioni di cittadini sotto la soglia di povertà, il Presidente Erdoğan, durante la Giornata della Sovranità Nazionale del 23 aprile, ha presentato alla stampa e alla nazione la nuova portaerei TCG Anadolu; lunga 231 metri è la prima nave militare porta-droni al mondo, droni armati che l’industria militare turca sta esportando in molti paesi, compresa l’Ucraina – i noti Bayraktar TB3 e il modello Kizilelma. Tra gli apparati militari anche il nuovo carrarmato Altay, di fabbricazione turca.

Oltre ai nuovi armamenti, è stato esposto in pubblico il primo esemplare di Togg T10X, il Suv elettrico turco con design Pininfarina, che fa parte del progetto ‘Century of Türkiye’, considerato – secondo le parole del presidente Erdoğan – “un simbolo del progresso tecnologico, della crescita economica e del prestigio mondiale della Turchia”.

İstiklal Caddesi – Istanbul

Un altro evento scioccante da mettere in conto in questo ultimo periodo di corsa elettorale, potrebbe essere un attentato, possibilità mai da escludere del tutto in terra turca.

L’ultimo in ordine cronologico risale al 13 novembre scorso, avvenuto nel famoso viale İstiklal Caddesi, elegante zona pedonale di Istanbul, dove persero la vita sei persone e altre 38 rimasero ferite. Poco dopo l’attentato dinamitardo fu arrestata una donna di origine siriana, indicata come una combattente curda delle YPJ, le forze militari femminili curdo-siriane. La Siria di Nord-Est, area a maggioranza curda, è un’altra questione focale nella politica estera e militare di Erdoğan.

Della presunta attentatrice e dell’esplosione, dopo la maratona mediatica iniziale, nessuno ha più dato notizie.

Non lontano da İstiklal Caddesi c’è piazza Taksim, dove nel 2013 i manifestanti scesi in strada a difesa del parco Gezi, contro il taglio degli alberi per fare spazio ad un centro commerciale, furono violentemente repressi dalle forze antisommossa turche, anche con colpi di arma da fuoco. Contro la violenza governativa le dimostrazioni si propagarono in più città. Le proteste durarono alcuni mesi, la maggioranza erano giovani universitari. Il bilancio fu di 11 morti, più di 8mila feriti, oltre un migliaio di arresti.

Per approfondimenti:

https://www.theblackcoffee.eu/turchia-lex-sindaca-curda-di-mardin-ayse-gokkan-condannata-a-30-anni-di-carcere/

https://www.theblackcoffee.eu/gli-attentati-di-parigi-e-istanbul/

Sabato, 29 aprile 2023 – n°17/2023

In copertina: Grande Assemblea Nazionale Turca – Türkiye Büyük Millet Meclisi, – TBMM – Foto: Yıldız Yazıcıoğlu – Pubblico dominio

Condividi su: