sabato, Dicembre 21, 2024

Alimentazione, Società

Latte vaccino animal-free

Israele primo paese al mondo a produrlo

di Nancy Drew

Già presentato il progetto all’importante appuntamento sul cambiamento climatico COP27 a Sharm el-Sheikh nel novembre 2022, due giovani israeliani hanno fondato un’azienda e brevettato un marchio, che già opera anche a Singapore ricevendo l’approvazione dall’Autorità alimentare dello Stato insulare (SFA), per produrre latte vaccino da una proteina coltivata in laboratorio, e latticini privi di lattosio, ormoni e colesterolo, tutto senza una singola mucca.

L’obiettivo, secondo i co-fondatori Aviv Wolff e Ori Cohavi, “è sfruttare la crescente domanda dei consumatori per prodotti che nutrono sia le persone che il Pianeta, per trasformare completamente l’industria alimentare così come la conosciamo.”

Israele incentiva a livello centralizzato la ricerca sul cell-based food, ovvero il cibo coltivato in laboratorio, finanziando progetti di giovani ricercatori e puntando molto su questa futuristica modalità alimentare.

Singapore è un altro leader globale nello sviluppo e negli investimenti in proteine ​​alternative, ed anche uno dei promotori mondiali nell’adozione di alt-protein per prodotti finiti del food-tech.

Alla fine di aprile il ministero della Salute israeliano, ha approvato la vendita e la commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari realizzati con le proteine ​​senza animali di Remilk per i consumatori in Israele.

Questo storico evento normativo oltre ad aprire la strada alla commercializzazione, stabilisce anche Israele come uno dei primi al mondo a offrire alle persone l’accesso a prodotti lattiero-caseari reali e sostenibili prodotti senza mucche, privi di lattosio, colesterolo, antibiotici e ormoni della crescita.
Questo è un momento determinante, non solo per Remilk, ma per l’intera industria globale delle proteine ​​alternative”– sostiene Aviv Wolff.

L’azienda sviluppa le proteine ​​del latte di origine animale attraverso un processo di fermentazione brevettato.

“Questo è un momento decisivo, non solo per noi, ma per l’intera industria globale delle proteine ​​alternative e per lo stato di Israele, uno dei primi al mondo a riconoscere l’importanza della fermentazione di precisione” – ha affermato Aviv Wolff, CEO e co-fondatore. “L’apertura
del mercato israeliano a veri e propri prodotti lattiero-caseari senza animali porranno Israele non solo in prima linea nella ricerca tecnologica alimentare globale e di sviluppo, ma anche come mercato leader nel mondo per i nuovi consumi alimentari.”

“Ringraziamo il Ministero della Salute per un processo approfondito, in cui le nostre proteine ​​del latte non animale sono state accuratamente testate e risultate essere sicure, di alta qualità e identiche alla loro controparte di origine bovina” – ha affermato il dott. Ori Cohavi, Chief Technology Officer (CTO) e co-fondatore di Remilk. “Il risultato rivoluzionario del team di ricerca e sviluppo di Remilk risiede nel suo successo nel convertire una tecnologia che è stata utilizzata per decenni per creare componenti per l’industria alimentare come vitamine ed enzimi in piccole quantità, per produrre uno dei più componenti significativi e di alta qualità nell’industria alimentare. Le nostre proteine ​​del latte, prodotte su scala industriale, ci consentono praticamente di cambiare il volto del mercato lattiero-caseario.”

“L’azienda è nata per essere nodo internazionale che osa sfidare l’industria lattiero-casearia tradizionale” – ha continuato l’amministratore delegato Wolff. “È un onore che Israele, leader mondiale nella ricerca e sviluppo di proteine ​​alternative e negli investimenti, ci abbia concesso la prima approvazione normativa nel suo genere. Il lancio del prodotto pianificato con la Central Bottling Company (Coca Cola Israel) è all’orizzonte, mentre continuiamo a realizzare la nostra visione di creare nuovi sistemi alimentari in grado di fornire soluzioni nutrienti e di alta qualità per la crescente popolazione mondiale.”

La domanda da porsi, sul cibo coltivato in laboratorio, oltre quanto riguarda la salubrità sulla alimentazione umana, è quanto disagio economico porterà al comparto tradizionale, in questo caso gli allevamenti bovini. Il cibo cell-based promette di sfamare la popolazione mondiale contribuendo alla salvaguardia del Pianeta, ma quante persone porterà alla disoccupazione ed alla povertà? Non è un’insinuazione, ma una reale potenzialità.

Per approfondire: https://www.theblackcoffee.eu/le-potenziali-malattie-del-cibo-a-base-cellulare/

Sabato, 13 maggio 2023 – n°19/2023

In copertina: foto di Engin Akyurt-a/Unsplash

Condividi su: