Israele primo paese al mondo a produrlo
di Nancy Drew
Già presentato il progetto all’importante appuntamento sul cambiamento climatico COP27 a Sharm el-Sheikh nel novembre 2022, due giovani israeliani hanno fondato un’azienda e brevettato un marchio, che già opera anche a Singapore ricevendo l’approvazione dall’Autorità alimentare dello Stato insulare (SFA), per produrre latte vaccino da una proteina coltivata in laboratorio, e latticini privi di lattosio, ormoni e colesterolo, tutto senza una singola mucca.
L’obiettivo, secondo i co-fondatori Aviv Wolff e Ori Cohavi, “è sfruttare la crescente domanda dei consumatori per prodotti che nutrono sia le persone che il Pianeta, per trasformare completamente l’industria alimentare così come la conosciamo.”
Israele incentiva a livello centralizzato la ricerca sul cell-based food, ovvero il cibo coltivato in laboratorio, finanziando progetti di giovani ricercatori e puntando molto su questa futuristica modalità alimentare.
Singapore è un altro leader globale nello sviluppo e negli investimenti in proteine alternative, ed anche uno dei promotori mondiali nell’adozione di alt-protein per prodotti finiti del food-tech.
Alla fine di aprile il ministero della Salute israeliano, ha approvato la vendita e la commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari realizzati con le proteine senza animali di Remilk per i consumatori in Israele.
Questo storico evento normativo oltre ad aprire la strada alla commercializzazione, stabilisce anche Israele come uno dei primi al mondo a offrire alle persone l’accesso a prodotti lattiero-caseari reali e sostenibili prodotti senza mucche, privi di lattosio, colesterolo, antibiotici e ormoni della crescita.
“Questo è un momento determinante, non solo per Remilk, ma per l’intera industria globale delle proteine alternative”– sostiene Aviv Wolff.
L’azienda sviluppa le proteine del latte di origine animale attraverso un processo di fermentazione brevettato.
“Questo è un momento decisivo, non solo per noi, ma per l’intera industria globale delle proteine alternative e per lo stato di Israele, uno dei primi al mondo a riconoscere l’importanza della fermentazione di precisione” – ha affermato Aviv Wolff, CEO e co-fondatore. “L’apertura
del mercato israeliano a veri e propri prodotti lattiero-caseari senza animali porranno Israele non solo in prima linea nella ricerca tecnologica alimentare globale e di sviluppo, ma anche come mercato leader nel mondo per i nuovi consumi alimentari.”
“Ringraziamo il Ministero della Salute per un processo approfondito, in cui le nostre proteine del latte non animale sono state accuratamente testate e risultate essere sicure, di alta qualità e identiche alla loro controparte di origine bovina” – ha affermato il dott. Ori Cohavi, Chief Technology Officer (CTO) e co-fondatore di Remilk. “Il risultato rivoluzionario del team di ricerca e sviluppo di Remilk risiede nel suo successo nel convertire una tecnologia che è stata utilizzata per decenni per creare componenti per l’industria alimentare come vitamine ed enzimi in piccole quantità, per produrre uno dei più componenti significativi e di alta qualità nell’industria alimentare. Le nostre proteine del latte, prodotte su scala industriale, ci consentono praticamente di cambiare il volto del mercato lattiero-caseario.”
“L’azienda è nata per essere nodo internazionale che osa sfidare l’industria lattiero-casearia tradizionale” – ha continuato l’amministratore delegato Wolff. “È un onore che Israele, leader mondiale nella ricerca e sviluppo di proteine alternative e negli investimenti, ci abbia concesso la prima approvazione normativa nel suo genere. Il lancio del prodotto pianificato con la Central Bottling Company (Coca Cola Israel) è all’orizzonte, mentre continuiamo a realizzare la nostra visione di creare nuovi sistemi alimentari in grado di fornire soluzioni nutrienti e di alta qualità per la crescente popolazione mondiale.”
La domanda da porsi, sul cibo coltivato in laboratorio, oltre quanto riguarda la salubrità sulla alimentazione umana, è quanto disagio economico porterà al comparto tradizionale, in questo caso gli allevamenti bovini. Il cibo cell-based promette di sfamare la popolazione mondiale contribuendo alla salvaguardia del Pianeta, ma quante persone porterà alla disoccupazione ed alla povertà? Non è un’insinuazione, ma una reale potenzialità.
Per approfondire: https://www.theblackcoffee.eu/le-potenziali-malattie-del-cibo-a-base-cellulare/
Sabato, 13 maggio 2023 – n°19/2023
In copertina: foto di Engin Akyurt-a/Unsplash