Risparmio economico e sostenibilità ambientale
di Laura Sestini
Ancor prima che ‘la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi’ entrasse nelle pagine della Costituzione italiana il 9 febbraio, approvando e modificando in tal senso due articoli, il 9 ed il 41 – inserimento promosso, tra altri, dall’Asvis ed il suo presidente, il ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili (Mims) Enrico Giovannini – su un opuscolo scaricabile dal sito dell’Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – da ottobre 2020 era possibile leggere quanto segue:
La transizione energetica, intesa come costruzione di un nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili, è necessaria e urgente. Perché sia effettiva, devono essere innescati cambiamenti culturali, materiali ed immateriali, basati sul risparmio energetico e l’efficienza dei consumi. In un tale scenario, l’attivazione di nuove forme di azione collettiva e di economie collaborative (in cui produzione e consumo danno vita a nuovi sistemi di scambio), unite alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali, costituiscono i punti cardine della transizione energetica, oltre a rappresentare un’opportunità per la creazione di nuovi modelli di Green economy. Se la transizione energetica è necessaria in termini di sostenibilità ambientale, essa non potrà pienamente realizzarsi senza una gestione congiunta di problemi ambientali, sociali ed economici che utilizzi un approccio co-evolutivo e interattivo, data l’inseparabilità e l’influenza reciproca del cambiamento sociale e tecnologico. Una transizione energetica richiede cambiamenti culturali, materiali ed immateriali, basati sul risparmio energetico e l’efficienza dei consumi. Si pone dunque un importante quesito che ci riguarda da vicino, avendo al centro delle nostre discussioni e azioni il concetto di comunità. Come possiamo ripensare oggi l’essere in comune? Come vivere insieme? Il quesito, che prende in prestito il titolo da Roland Barthes (1977), è una provocazione per riflettere sulle possibilità di convivenza con l’altro e con l’ambiente, sulla complessità del “vivere con” in un mondo sempre più complesso e interconnesso. Riconoscersi in una comunità è il primo passo da compiere in direzione un’etica di coabitazione pacifica con gli uomini e l’ambiente.
Ma molto in anticipo ancora alla politica nostrana, tornando indietro di numerosi anni – al 2011 per l’Italia e addirittura al 2004 per la Germania, ben 18 anni fa – tra gruppi di persone più sensibili ed attente alla sostenibilità ambientale già si parlava e si costruivano Comunità energetiche, un modello cooperativo – ancora poco sconosciuto ai più, nonostante oltre 10 anni dalla prima istituita in provincia di Lecce – di produzione e ridistribuzione di energia elettrica.
Tuttora, infatti, sono pochissimi i Comuni o i gruppi di cittadini in Italia che hanno intrapreso questo percorso virtuoso; progetti lungimiranti, che proprio adesso che il caro bollette è salito del 40-50%, nonostante il contenimento calmierato dei prezzi da parte del Governo, sarebbero – letteralmente – una manna dal cielo a tutti gli effetti, considerando che si tratta di utilizzare l’energia rinnovabile del sole e talvolta turbine eoliche, o la somma delle due.
Villanovaforru è un piccolo Comune della provincia Sud Sardegna, dove a luglio 2021 è stato firmato lo statuto della Comunità energetica dei suoi cittadini costituitisi in associazione. Il Sindaco Maurizio Onnis ne ha promosso l’iniziativa entro l’amministrazione comunale ed infine, con la pazienza dovuta ai tempi della burocrazia – ma neanche troppa in fondo – è riuscito a portare a termine il progetto, tra i pochissimi ultimi realizzati in Italia.
Ecco cosa ci racconta di questa importante esperienza sociale e di tutela ambientale, congiunta insieme ai suoi cittadini, il Primo cittadino di Villanovaforru.
La comunità energetica di Villanovaforru è stata inaugurata solo pochi mesi fa: chi ha promosso l’iniziativa entro la comunità ? Un gruppo di attivisti ambientali, un consigliere comunale particolarmente attento, o qualche cittadino più informato?
Maurizio Onnis: – “In realtà l’ho promossa io, perché mi sono sempre interessato di temi ambientali, e la stessa amministrazione comunale si è sempre interessata a questi temi. Quando ho capito che il Governo italiano iniziava a recepire la Direttiva europea del 2018 sulle comunità energetiche, ho proposto di iniziare questo percorso. Quindi l’idea è nata da me, poi è passata dalla Giunta e dal Consiglio comunale. Ho chiamato quasi subito anche il Sindaco di Ussaramanna, Comune a poca distanza, così abbiamo ideato due comunità energetiche coinvolgendo la cittadinanza.”
La vostra comunità come ha recepito l’iniziativa?
“Villanovaforru è un paese di 600 abitanti. Con i cittadini non c’è stato nessun problema, perché tra tutte le leve che si possono utilizzare per convincere le persone ad una nuova visione energetica, le più belle sono quelle sulla transizione ecologica e il risparmio di energia escludendolo dalle fonti fossili, ma queste in fondo hanno anche un sapore più politico e ideale. La vera leva per convincere i cittadini è quella economica, perché dire all’utente che con la comunità energetica, secondo le stime di oggi, si risparmia il 20-25% sulla bolletta annuale, la risposta è subito positiva. Noi abbiamo deciso di realizzare la comunità energetica a novembre del 2020. Abbiamo poi cercato un partner tecnico, individuato in una cooperativa di utenti di Milano, che ci ha accompagnato per tutta la costruzione della comunità, ed ancora ci affianca. Abbiamo poi convocato una prima assemblea dei cittadini a gennaio 2021, ed una seconda a marzo; infine a luglio 2021 lo Statuto è stato firmato e registrato.”
Ci sono altre iniziative sostenibili, dal punto di vista ambientale, sul territorio comunale?
“Qui siamo in campagna, quindi le iniziative ambientali consistono prima di tutto nella salvaguardia del territorio, nella cura della campagna e delle zone boschive, stando attenti che tutto sia in ordine e non sia preda di incendi. Il Comune è anche impegnato su un progetto con il Ministero dell’Ambiente per la decarbonizzazione degli immobili comunali, con un protocollo che mira a diminuire le emissioni di CO2 da parte degli edifici dell’Ente locale. “
Quale è l’iter per realizzare una Comunità energetica?
“A parte la lungaggine burocratica, non è difficile costruire una comunità energetica, perché le pratiche da espletare sono quelle di un’associazione, senza ricorrere neanche al notaio. Sono tutte pratiche ‘entro casa’. Dal punto di vista tecnico invece si tratta di un impianto fotovoltaico che poi l’Ente trasportatore di energia elettrica deve solo allacciare dalla Comunità energetica alla rete nazionale, senza toccare neanche i contatori degli utenti. Non ci sono davvero ostacoli per attuare una comunità energetica.”
Cosa direbbe ad un* collega Sindac* per consigliare di indirizzarsi a questa scelta di sostenibilità economico-ambientale?
“Direi che non avrà difficoltà a trovare i fondi per attuare un simile progetto, poiché il PNRR adesso prevede miliardi di Euro dall’Europa per incentivare comunità energetiche in tutta Italia. E’ una strada spianata.”
Qualcosa da aggiungere su questa bella iniziativa?
“Tra i molti benefici della Comunità energetica, la si può connotare soprattutto come uno strumento di lotta contro la povertà energetica, perché permette un risparmio in bolletta anche a chi non ha fondi per un impianto voltaico sul tetto della propria abitazione. Uno strumento di democrazia energetica perché gli associati hanno l’assemblea per discutere quanta energia produrre, e come dividere i premi. I cittadini quindi devono abituarsi a discutere e a prendere decisioni insieme.”
Quindi una democrazia dal basso?
“Assolutamente sì. La politica ne parla tanto ma in realtà non gli piace per niente, poiché il progetto ribalta il modello tradizionale, passando da un’organizzazione verticale a quella orizzontale. Ovvero si passa da un grande produttore che vende energia ad una miriade di consumatori tutti slegati tra loro, ad un modello paritario dove c’è una rete di produttori-consumatori, i cosiddetti prosumer, che producono, consumano e decidono insieme cosa fare. Un modo che mette totalmente in discussione i meccanismi a cui siamo stati abituati finora per lo sfruttamento di questa materia prima.”
A proposito! La nota che abbiamo riportato all’inizio, riguarda la promozione delle Comunità energetiche secondo Enea e partners. Speriamo non rimangano solo parole, che lo Stato incentivi davvero la sostenibilità energetica sociale dei cittadini.
Sabato,12 febbraio 2022 – n° 7/2022
In copertina: credits di tutte le immagini https://www.comune.villanovaforru.su.it