Molti gli obiettivi, poche le azioni pratiche
di Nancy Drew
Fin dal 1948, con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dalle Nazioni Unite, tutti i cittadini sono uguali senza distinzione di sesso, razza, religione, ceto sociale, ecc., ma ciononostante la “razza umana” continua a percorrere l’esistenza sulla Terra con arroganza e – spesso – barbarie.
Nel preambolo ai 30 articoli della Dichiarazione si può leggere, tra le altre premesse, quanto segue: Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità, e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più
alta aspirazione dell’uomo; Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione[…].
Scritta e promossa a seguito delle atrocità delle due Guerre mondiali, la Dichiarazione ONU aveva ben riassunto, indicando una via alternativa, di cosa sono capaci gli uomini.
Relativamente alle differenze di genere – sulle cui evidentemente la politica e la società era rimasta sorda, le Nazioni Unite elaborano nel 1981 un altro documento più specifico, la CEDAW – Convention on the elimination of all forms of discrimination against women” – Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne – ratificata dall’Italia il 10 giugno 1985.
Nell’introduzione di detta Convenzione si possono leggere le preoccupazioni ONU per le discriminazioni sulle donne, praticate ancora a livello globale: […] Preoccupati, tuttavia, che nonostante vari strumenti adottati, ancora ampia discriminazione nei confronti delle donne continua ad esistere, ricordando che la discriminazione nei confronti delle donne viola i principi di uguaglianza dei diritti e rispetto per dignità umana, ciò è un ostacolo alla partecipazione delle donne, in condizioni di parità con gli uomini, alla vita politica, vita sociale, economica e culturale dei loro paesi, ostacola la crescita della prosperità della società e la famiglia e rende più difficile il pieno sviluppo delle potenzialità delle donne nella servizio dei loro paesi e dell’umanità.[…].
La Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne è il più importante strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di diritti delle donne.
La CEDAW diventa poi un documento di maggiore “ispirazione” per le Nazioni Unite tantoché nel 2020 dal Consiglio di Sicurezza viene approvata – prima in assoluto a tematica donne, guerra e pace – la Risoluzione 1325 – Donne, Pace e Sicurezza – che esprime la convinzione che le donne siano un tassello importante della società per mantenere la pace e la sicurezza dei Paesi del Mondo. Quattro gli obiettivi primari: riconoscere il ruolo fondamentale delle donne nella prevenzione e risoluzione dei conflitti; prevedere una maggiore partecipazione nei processi di mantenimento della pace e della sicurezza nazionale; adottare una “prospettiva di genere”; formare il personale sui diritti delle donne.
Questo nuovo documento rafforza, estendendosi a tutte le Parti in conflitto e alle Parti “terze”, importanti impegni derivanti dalla più ampia “Convention on the elimination of all forms of discrimination against women” (CEDAW), quali la piena partecipazione delle donne nei processi decisionali, il ripudio della violenza contro le donne, l’esigenza della loro protezione e la valorizzazione delle loro esperienze.
In Italia, la Risoluzione 1325 è inserita in attuazione nel Piano d’Azione Nazionale su Donne, Pace e Sicurezza (2020 – 2024) – attualmente alla sua IV edizione – attraverso il CIDU – Comitato interministeriale per i Diritti Umani del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione.
Se le indicazioni verso la parità di genere esistano, nonostante le Risoluzioni Onu sappiamo non essere obbligatorie da mettere in pratica, ma a libero arbitrio di Governi e Stati, ed anche, almeno sulla carta ci sia intenzione di attuarle, oltre alle leggi già approvate, perché – quesito obbligatorio da porre – le donne ovunque si trovino geograficamente sulla Terra, subiscono ancora così tante violenze e soprusi?
Non è volontà riferirsi alle manifestazioni attualmente in corso in Iran, innescate dalle donne dopo la morte per tortura di Zhina Mahsa Amini, oppure alla guerra in Ucraina di due paesi riconosciuti dittatoriali e ambiziosi di potere, bensì ai Paesi cosiddetti “democratici”.
L’Italia è da considerarsi un Paese democratico ed osservante i diritti civili ed umani di tutti i suoi cittadini – sin dalla nascita della Repubblica nel 1946, e come afferma la Costituzione Italiana?
Le donne quanto sono discriminate?
Nel 2022, al 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – 104 sono i femminicidi compiuti in Italia. Il dato parla da sé.
Qualcosa davvero non torna.
Già c’è da meravigliarsi che debbano esistere delle leggi per rispettare il prossimo – chiunque ess* sia. E poi non si può altro che constatare che le leggi adottate servano veramente a poco, perché non messe realmente in pratica, quando completamente inosservate.
Ciò che manca è il cambio di passo, di mentalità, di educazione, di formazione alle donne per riconoscere dopo poche parole un uomo da evitare – i segnali ci sono sempre – ed altrettanta educazione per gli uomini atta a riconoscere la propria parte violenta. Alcuni di questi – anche se raramente – solo dopo averla compiuta, la violenza, la riconoscono. Una parte di loro infatti si suicida, perché si “vedono “rispecchiano” come dei vigliacchi e la loro autostima crolla improvvisamente, e anche non hanno coraggio di vedersi condannati dalla legge, le poche volte che capita, e finire in carcere.
Alcuni si rivolgono alle associazioni per uomini maltrattanti, purtroppo ancora troppo pochi, in realtà.
Le relazioni umane tra i generi – inclusive del rapporto sessuale, altro tabù religioso/culturale – andrebbero affrontate fin dalle scuole primarie. I bambini sono molto più intelligenti e sensibili degli adulti, e ne farebbero sicuramente buon uso.
https://www.ohchr.org/sites/default/files/UDHR/Documents/UDHR_Translations/itn.pdf
https://www.ohchr.org/sites/default/files/Documents/ProfessionalInterest/cedaw.pdf
https://www.difesa.it/Content/Risoluzione1325_2000/Documents/Articolo_su_Donne_Pace_e_Sicurezza.pdf
https://www.cortecostituzionale.it/documenti/download/pdf/Costituzione_della_Repubblica_italiana.pdf
https://femminicidioitalia.info/lista/2022
Sabato, 26 novembre 2022 – n° 48/2022
In copertina: il logo di CEDAW – Immagine: https://www.un.org/womenwatch/daw/cedaw/